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Uccise la moglie malata, giudici riconoscono attenuante per “l’altruismo”

La Corte d’assise nella condanna ha evidenziato quanto non si potesse “non considerare il gesto isolatamente”

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I fatti si riferiscono a quanto avvenuto qualche anno fa, nella provincia di Modena. A Vignola, un uomo di 74 anni, Franco Cioni, uccise la moglie Laura Amidei, malata terminale. La Corte d’assise nella sentenza di condanna ha evidenziato quanto non si potesse “non considerare il gesto isolatamente rispetto a tutta la condotta anteriore osservata dall’imputato nella dedizione, nella vicinanza e nel sostegno umano assicurato alla propria consorte per tutta la sua lunga malattia”.

E dunque, in poche parole, come emerso anche dalle testimonianze, non si può non considerare “l’altruismo” di Cioni. Ragioni per cui la Corte d’assise di Modena ha riconosciuto all’anziano l’attenuante dei motivi morali e sociali, condannandolo a sei anni e due mesi.

Nelle motivazioni della sentenza di condanna all’anziano, il fatto che l’omicidio avvenne con “modalità consone allo scopo“, cioè con un cuscino e mentre la donna stava dormendo.

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“L’altruismo” di Cioni, testimoniato dal medico che aveva in cura la donna, dalla sorella della vittima e dai conoscenti, sottolinea ancora la Corte, “riflette un sentire sociale ormai sempre più presente in larghi settori della società civile che hanno vissuto o sono chiamati a vivere la drammaticità del fine vita di loro congiunti all’esito di malattie irreversibili, sempre più propensi a riconoscere nella condotta osservata dall’imputato la manifestazione di uno stato affettivo di amore pietoso che trova la propria legittimazione interiore nella lunga e assoluta compartecipazione emotiva per le sofferenze della vittima, ormai deprivata di ogni condizione di vita relazionale per l’incedere della malattia e l’ormai prossimo esito letale”.

I giudici analizzano tutto il contesto in cui è maturato l’omicidio, la dinamica e le gravissime condizioni di salute della donna e ricordano che per la concessione di questa attenuante vanno valutati gli orientamenti espressi dalla collettività.

“Si tratta a ben vedere – ragionano – di un contesto specifico per circostanze storiche”, come quelle ricostruite, “nel quale si riflette una diffusa coscienza sociale che si interroga sulla drammaticità di un gesto assunto in condizioni di assoluta solitudine personale dal coniuge legato da un incondizionato rapporto d’amore”.

Fin dal primo momento Cioni ha confessato di aver compiuto il gesto mosso da un sentimento di profonda compassione nei confronti della donna, agli ultimi stadi: “Non potevo più vederla così”, aveva spiegato. E sarebbe stata la stessa moglie, in passato, a dirgli che non voleva essere portata in una casa di riposo. I due avevano vissuto insieme 45 anni e Cioni, hanno ricostruito le testimonianze raccolte, aveva assistito Amidei dal primo manifestarsi della malattia nel 2016 “con assoluta costanza e inesauribile dedizione”.

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