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Cultura e Spettacoli

“Senza donatori non ci sarei più: quella sera ero a casa, avevo messo a letto i bambini…”

Il messaggio del rapper dopo le dimissioni dall’ospedale Fatebenefratelli di Milano: “Accenderò certamente i riflettori su questo”

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Era ricoverato dallo scorso 28 settembre, Fedez. Nel pomeriggio di ieri il rapper è stato dimesso dall’ospedale Fatebenefratelli di Milano, dopo che i valori del sangue si sono stabilizzati ed i medici hanno potuto dare l’ok per il ritorno a casa.

Federico Lucia proseguirà dunque la degenza fra le mura di casa, ma all’uscita dall’ospedale ha mandato un messaggio toccante, mentre con lui c’erano Chiara Ferragni ed il padre Franco. “Volevo ringraziare tutta la struttura del Fatebenefratelli, il professor Zappa e soprattutto tutti i donatori di sangue. Cercherò in qualche modo di far accendere un riflettore su questo, perché senza i donatori di oggi non sarei qui“.

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Il rapper era stato ricoverato d’urgenza per due ulcere che gli avevano provocato un’emorragia interna, seguita da un nuovo sanguinamento.

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“Ringrazio mia moglie che mi è stata sempre vicino – ha aggiunto – , sto bene, devo solo riprendermi un pochino, ho solo bisogno di riposo”. Una volta arrivato a casa Fedez ha fatto un post Instagram con le mani di tutti i componenti della famiglia (cane compreso) giunte e il messaggio “grazie per tutto l’affetto e la vicinanza, nulla è scontato in questi momenti”.

Il racconto della sera del malore è stato fatto al Corriere della Sera. “Ero a casa, – ha ricordato Fedez – avevo messo a letto i bambini. Avevo già avuto cali di pressione, ne è arrivato uno più importante, e sono svenuto. Poi ho chiamato l’ambulanza. Ero bianchissimo. Ho passato la notte al pronto soccorso, e la mattina avevo l’emocromo a 7, anziché a 14. Così sono intervenuti d’urgenza per fermare l’emorragia delle ulcere”.

“Ho dovuto anche fare due trasfusioni: oltre a ringraziare i medici, in particolare il dottor Marco Antonio Zappa, le infermiere e gli infermieri del Fatebenefratelli che mi hanno curato, voglio ringraziare tutti i donatori di sangue. Appena tornerò in forze voglio fare qualcosa per l’Avis, senza quelle trasfusioni non sarei qui“.

“Lo stress è una condizione non legata alla propria classe sociale o al denaro. Il fatto di essere ricchi – ha precisato – non ci rende immuni da paure o stress emotivi. Nel mio caso aver avuto una diagnosi di tumore al pancreas a 33 anni è la ragione preponderante. E dopo la malattia ho avuto seri problemi di salute mentale. Li ho dovuti affrontare, li sto affrontando tuttora. Non ho pudore o vergogna a parlarne. Ho attraversato una depressione acuta e mi ha aiutato tantissimo ascoltare le esperienze altrui”.

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