Legge 104, ora ti si rivolta contro: ogni volta che prendi i permessi devi pregare che non ti licenzino | Ora la legge è cambiata

Lavoro problemi - foto (C) Teleone.it
La Legge 104 è un pilastro del sistema italiano, ma i rischi adesso diventano più “pesanti”.
Introdotta nel 1992, la Legge 104 rappresenta uno degli strumenti più importanti per garantire il diritto all’assistenza, all’integrazione sociale e ai diritti delle persone con disabilità. Essa prevede, tra i vari benefici, anche la possibilità per i lavoratori dipendenti di ottenere permessi retribuiti per assistere un familiare in condizioni di grave disabilità.
Nel corso degli anni, questa normativa si è evoluta, ampliando i diritti riconosciuti e semplificando alcune procedure burocratiche. I lavoratori oggi possono usufruire di 3 giorni al mese di permesso retribuito, anche frazionabili in ore, oltre ad avere diritto a particolari forme di congedo e priorità nei trasferimenti lavorativi. Sono previste anche detrazioni fiscali e facilitazioni per l’acquisto di veicoli o ausili.
L’applicazione della Legge 104 comporta però una serie di responsabilità. Il diritto all’assistenza non deve mai essere confuso con un lasciapassare per l’assenteismo. L’utilizzo scorretto o fittizio dei permessi può portare a conseguenze molto serie, fino al licenziamento disciplinare. Proprio per questo motivo, negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione delle aziende verso l’effettiva destinazione dei giorni di permesso richiesti dai dipendenti.
Non mancano nemmeno i controlli da parte dell’INPS e dell’Ispettorato del Lavoro, che spesso intervengono per verificare che i benefici concessi vengano effettivamente utilizzati per l’assistenza di familiari con disabilità. Alcune sentenze recenti, infatti, hanno ribadito con forza che l’uso distorto dei permessi configura un abuso grave della norma e può giustificare anche l’interruzione immediata del rapporto lavorativo.
Proprio adesso, la sentenza della Cassazione: il caso e le conseguenze
Con l’ordinanza n. 5906 del 5 marzo 2025, la Corte di Cassazione ha stabilito che il licenziamento per abuso dei permessi 104 è legittimo se il lavoratore utilizza i giorni concessi per attività non connesse all’assistenza del familiare disabile.
Nel caso esaminato, un dipendente è stato licenziato dopo che si è scoperto che, durante i giorni di permesso, aveva dedicato solo mezz’ora all’assistenza della zia disabile, utilizzando il resto del tempo per svaghi personali come gite in barca. Il lavoratore ha contestato il licenziamento, ma sia la Corte d’Appello di Catania sia la Cassazione hanno confermato la correttezza del provvedimento. Ma attenzione: l’abuso non è legato solo all’assenza fisica dalla casa del familiare assistito. La giurisprudenza chiarisce che le attività svolte durante il permesso devono essere orientate concretamente all’assistenza. Sono legittime, per esempio, commissioni in farmacia o la gestione di pratiche burocratiche per conto del disabile. Ma attività come vacanze, sport o incombenze personali, senza alcun legame con il bisogno del familiare configurano, naturalmente, un uso distorto della norma.

E scatta il licenziamento: ma quando è vero abuso dei permessi 104?
Insomma, la Cassazione sottolinea che ciò che conta è lo scopo dell’azione svolta nel tempo del permesso. In assenza di un collegamento diretto con l’assistenza, si compromette la fiducia con il datore di lavoro, e questo può comportare la fine del rapporto lavorativo anche in assenza di precedenti disciplinari. La Corte ha inoltre evidenziato il principio di proporzionalità: anche se il contratto collettivo prevede sanzioni più leggere, in caso di abuso dei permessi 104 il licenziamento è pienamente giustificato per la gravità della violazione della buona fede contrattuale.
Inoltre, non è sufficiente dimostrare genericamente di essere stati “a disposizione” del familiare. Serve prova concreta che il tempo sia stato speso per attività coerenti con il bisogno di assistenza. La flessibilità della norma non deve trasformarsi in uno strumento di comodo per sfuggire agli obblighi lavorativi. Chi usufruisce, dunque, dei permessi 104 deve farlo con senso di responsabilità. La norma è nata per garantire una maggiore qualità della vita alle persone con disabilità e ai loro familiari, non per essere utilizzata come scorciatoia. Ogni abuso mina il sistema nel suo complesso e può portare, come chiarito dalla Cassazione, a conseguenze gravissime. Il rischio di licenziamento per abuso dei permessi è reale, e i lavoratori devono esserne consapevoli. La tutela dei diritti passa anche per il rispetto delle regole, affinché la Legge 104 continui a rappresentare un pilastro di civiltà e giustizia sociale, senza prestarsi a strumentalizzazioni.