Addio al bancomat: si torna al denaro contante | Italiani nel panico: le schede da domani non hanno più valore

Bancomat pagamento elettronico - foto (C) teleone.it

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La protesta monta in tutta Italia, e c’è già qualche multa che è arrivata: il caso. 

Una situazione ormai definibile perlomeno “spiacevole”, per tutti coloro che si stanno organizzando per portare a termine diverse importanti azioni di protesta. L’obiettivo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica e le Istituzioni su un tema che, a questo punto, rischierebbe di mettere in ginocchio migliaia di attività in tutta Italia. E la protesta si è alzata forte dai tabaccai del nostro Paese, che hanno anche ipotizzato qualcosa di rivoluzionario, ovvero il ritorno ai pagamenti esclusivamente con denaro contante.

Ma cerchiamo di capire meglio il perché in tanti, nella categoria che abbiamo citato sopra, sono scontenti, e alcuni dei quali lo sono tanto da ipotizzare anche l’addio alle carte o al bancomat per fare acquisti nelle tabaccherie. La questione è quella che riguarda il pagamento delle marche da bollo. Ma non solo. In lista ci sono anche, ad esempio, le sigarette e, in generale, tutti gli altri prodotti dei Monopoli di Stato.

Il problema principale riguarda proprio le commissioni sui pagamenti elettronici, che i tabaccai sono costretti a pagare anche per articoli che vengono venduti, ma per conto dello Stato. Fra questi prodotti, come anticipato, ci sono anche sigarette, Gratta e Vinci o marche da bollo. Una questione profondamente scomoda, per migliaia di esercenti. I tabaccai denunciano che l’obbligo di accettare il POS per questi prodotti non solo non porta alcun guadagno, ma rappresenta un vero e proprio onere economico.

Tutti i tipi di transazione che vengono effettuate con la carta di credito o con il bancomat comporta, infatti, una commissione. E questa va ad incidere – a volte anche in maniera consistente – sugli incassi. E non c’è, ed è per questo che si parla di “rivolta” in questo settore, nemmeno alcuna possibilità di compensazione.

Stop ai pagamenti col bancomat: la lettera a Mattarella

La situazione ha portato ad una vera escalation di malumore tra i commercianti, che si sentono penalizzati da una normativa da loro definita, senza giri di parole, “ingiusta“. Il problema non è, fra l’altro, soltanto economico, ma anche gestionale, con complicazioni burocratiche e ulteriori spese legate ai pagamenti elettronici.

Ma andiamo alle decisioni dei tabaccai. Uno dei passi concreti che si stanno considerando è l’avvio di una raccolta firme da presentare al parlamento. L’obiettivo è ottenere l’abolizione delle commissioni sui pagamenti digitali per i prodotti di Stato, che, secondo gli esercenti, dovrebbero essere esenti da costi aggiuntivi. Ma la protesta non si limita a questo: alcuni tabaccai hanno già inviato una lettera ufficiale al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, denunciando la grave situazione in cui versano. La richiesta è chiara: eliminare le spese sui prodotti che non generano profitti per gli esercenti, ma solo costi.  

Tabaccaio - foto (C) teleone.it
Tabaccaio – foto (C) teleone.it

E con la Guardia di finanza… arriva anche la multa 

Inutile dire che, se non verranno trovate soluzioni concrete a breve termine, il malcontento potrebbe trasformarsi in una crisi di settore. E c’è anche un caso concreto su una vera e propria “beffa” – così è stata definita – per un tabaccaio del centro storico di Pordenone. Il titolare si è visto recapitare una multa di 100 euro per aver rifiutato il pagamento con bancomat di una marca da bollo. La Guardia di Finanza, allertata dal cliente insoddisfatto, ha sanzionato l’esercente per non aver rispettato l’obbligo di accettare pagamenti elettronici. Il commerciante si è difeso spiegando che, tra tasse e commissioni, l’operazione sarebbe stata per lui una perdita economica.

Ma, come se non bastasse, oltre alle difficoltà economiche c’è un ulteriore problema: il pagamento di giochi e lotterie con il bancomat riduce la disponibilità di contanti, indispensabili per saldare le vincite. “Siamo tra l’incudine e il martello: o accettiamo il POS rimettendoci economicamente, oppure rischiamo una multa“, denuncia un tabaccaio pordenonese. “Per noi, vendere un gratta e vinci con il POS significa perderci“, spiegano alcuni commercianti. Il malcontento, insomma, è diffuso. E la protesta potrebbe prevedere, per queste ragioni, un netto “passo indietro” per ciò che riguarda i pagamenti, con un deciso “ritorno” al contante.