Acido nelle scarpe di giovani calciatori: in sei finiscono in ospedale con lesioni

scarpette calcetto

Doveva semplicemente essere una serata all’insegna dello sport, ma s’è trasformata in un grave episodio. A Santa Maria a Monte giovani calciatori stavano iniziando il loro consueto allenamento quando alcuni di loro hanno avvertito un bruciore intenso ai piedi. Sono bastati pochi istanti per capire che non si trattava di un semplice fastidio: dalle scarpette usciva schiuma e diversi ragazzi presentavano bolle e ustioni evidenti. La situazione è precipitata rapidamente, trasformando un normale martedì sera in un’emergenza medica.

La scoperta è stata inquietante: qualcuno aveva versato una sostanza urticante, probabilmente un acido, nelle scarpette lasciate negli spogliatoi. Sei giovani atleti sono stati trasportati al pronto soccorso dell’ospedale Lotti di Pontedera, dove i medici hanno diagnosticato lesioni con prognosi tra i 5 e i 10 giorni. Un episodio che mette in luce un serio problema di sicurezza negli impianti sportivi della zona.

Le famiglie dei ragazzi hanno immediatamente sporto denuncia e i carabinieri hanno sequestrato le scarpette per gli accertamenti. Nel frattempo, la società sportiva – punto di riferimento per decine di famiglie – si trova a fare i conti con la paura e con l’idea che qualcuno possa aver agito con premeditazione. Un contesto che alimenta inevitabili interrogativi sulla tutela degli spazi condivisi.

Le indagini

L’episodio non arriva in un momento qualunque. Solo poche settimane fa la stessa società era stata vittima di un altro grave atto vandalico: nella notte tra il 9 e il 10 novembre, due pulmini utilizzati per il trasporto dei giovani giocatori erano stati completamente distrutti in un incendio doloso. Un precedente che ora torna prepotentemente alla mente delle famiglie e della comunità.

Le forze dell’ordine stanno cercando collegamenti tra gli atti vandalici e stanno approfondendo ogni possibile pista. Per molti genitori, però, la priorità resta una sola: proteggere i propri figli e garantire che l’ambiente sportivo torni a essere un luogo sicuro. In attesa di sviluppi nelle indagini, la priorità resta il recupero fisico dei giovani atleti e il ripristino di condizioni di piena sicurezza. L’auspicio condiviso è che episodi come questo non si ripetano e che la comunità possa tornare a vivere lo sport come momento di crescita, gioco e condivisione.