“Aurora Maniscalco merita rispetto, ma stop a gogna mediatica su Elio”: l’appello dei genitori dell’ex fidanzato

Si continua a parlare della morte di Aurora Maniscalco, la giovane hostess palermitana che tra il 21 e 22 giugno scorsi ha tragicamente perso la vita a Vienna cadendo dal terzo piano del palazzo in cui viveva con Elio Bargione. “Elio è stato il fidanzato di Aurora, da quel tragico momento è stato travolto da un’ondata di odio, sospetti e accuse che non trovano alcun fondamento nei fatti asseriti. Scriviamo questa lettera spinti da un profondo dolore, ma anche da un senso di giustizia che non possiamo più ignorare”.
Questo il contenuto di una lettera dei genitori del giovane fidanzato della ragazza, morta dopo essere precipitata dall’abitazione a Vienna. “Nostro figlio viene dipinto colpevole senza alcuna prova e giudicato da chi non sa nulla della loro storia, della loro vita, dei fatti reali – aggiungono i genitori del giovane – La sua sofferenza, il suo rispettoso silenzio, vengono letti come sospetti invece che come dolore. La morte di Aurora è una tragedia immensa, che ha colpito due famiglie e scosso profondamente tutti coloro che li conoscevano. Nessuna parola potrà lenire davvero il dolore di chi l’ha amata, e a loro va tutta la nostra umana vicinanza. Ma mentre ancora piangiamo questa perdita, Elio viene esposto quotidianamente a una gogna mediatica feroce e disumana”.
“Non è accettabile – si legge – che in un momento così drammatico si alimentino odio, insinuazioni, e linciaggi mediatici. Elio ha amato Aurora con tutto se stesso ed oggi sta vivendo uno dei momenti più bui della sua vita, e merita rispetto, non persecuzioni. Nessuno ha il diritto di calpestare il dolore di chicchessia attivando pubblici processi basati su chiacchiere e pregiudizi. Aurora merita rispetto. Anche Elio. La verità non si costruisce con commenti sui social e la giustizia non si amministra con post, video o articoli pieni di insinuazioni e peggio ancora attraverso talk show televisivi in cui vengono invitati opinionisti esperti che nulla sanno, né dei fatti né delle persone di cui parlano. Domande, dubbi ed eventuali indagini è giusto che vengano affrontati nei modi e nei luoghi a ciò deputati, con dignità e rispetto per tutte le persone coinvolte. Questa lettera non vuole cancellare il dolore, ma ricordare a tutti che dietro ogni nome ci sono esseri umani, che la rabbia cieca può distruggere vite innocenti e che la pietà, il silenzio e la prudenza non sono mai fuori luogo”.
“Elio o Aurora – prosegue la lettera – potrebbero essere i figli di ognuno di noi. Chiediamo, quindi, che si fermi questa caccia al colpevole a ogni costo lasciando agli organi inquirenti il compito di appurare quanto è accaduto. Chiediamo ancora che si rispetti il dolore, tutto il dolore, anche quello di chi oggi viene colpito ingiustamente da parole che feriscono e marchiano per sempre”.
