VIA L’IMU, VIA IL DOLORE: non si paga più | Solo così la tassa è gratutita

Tasse da pagare (dirigentisenior.it) - Teleone.it (1)
Una fra le più gradite sorprese per gli italiani, ma sono in tanti ad ignorarlo: ecco cosa accade per il pagamento
Tra le tasse più temute dagli italiani, il finale di ogni anno porta con sé un rituale poco gradito: il pagamento dei tributi comunali e nazionali. C’è chi si ritrova a fare i conti con il canone Rai, chi con la tassa sui rifiuti, chi ancora con la famigerata IMU. In un periodo in cui le spese aumentano e le famiglie cercano di tirare il fiato, la pressione fiscale diventa una delle principali fonti di stress per milioni di contribuenti.
Ogni anno, da novembre a dicembre, gli italiani si trovano a dover pianificare con attenzione i pagamenti: bollette, rate, imposte comunali, tutto si concentra in poche settimane. È il momento in cui il portafoglio si svuota rapidamente e la sensazione è quella di lavorare solo per mantenere aggiornato il fisco. In questo contesto, il malcontento cresce e sempre più persone cercano di capire come risparmiare legalmente o almeno evitare le imposte più ingiuste.
Tra le tasse più invise figura il canone Rai, percepito come un’imposta anacronistica, obbligatoria anche per chi non guarda la televisione pubblica. A seguire, la tassa sui rifiuti, che in molte città è aumentata a dismisura negli ultimi anni, nonostante i servizi restino spesso scadenti. Ma è l’IMU, l’imposta municipale sugli immobili, a rappresentare il nodo più dolente per chi possiede più di una casa.
L’IMU, nata come tassa patrimoniale, è stata al centro di polemiche sin dalla sua introduzione. Molti proprietari di seconde abitazioni, spesso ereditate o utilizzate per motivi familiari, si trovano a pagare cifre elevate anche senza trarne profitto. Tuttavia, negli ultimi anni la giurisprudenza ha iniziato a introdurre spiragli di equità, consentendo in alcuni casi di ottenere l’esenzione dall’IMU anche per la seconda casa.
Un’interpretazione che cambia tutto
La sentenza n. 209 del 13 ottobre 2022 della Corte di Cassazione ha rivoluzionato il panorama tributario, stabilendo che in caso di coniugi con residenze differenti è possibile ottenere l’esenzione su entrambe le abitazioni. Fino a quel momento, la legge consentiva l’esenzione solo per la prima casa del nucleo familiare.
La Cassazione ha dichiarato illegittima la norma che limitava l’esenzione a un solo immobile, riconoscendo che se ciascun coniuge vive realmente in un’abitazione diversa, entrambe possono essere considerate “principali”. In pratica, se uno dei due coniugi ha la residenza e dimora effettiva nella seconda casa, l’imposta non è dovuta. Una svolta che ha ridato speranza a migliaia di famiglie.

Il ruolo delle corti e il documento decisivo
La Corte Costituzionale e la Corte di Cassazione continuano a svolgere un ruolo cruciale nel garantire l’equità fiscale. La prima vigila sulla legittimità delle leggi, la seconda assicura un’applicazione uniforme delle norme. Grazie a queste istituzioni, molte situazioni di ingiustizia vengono corrette, restituendo ai cittadini il diritto di non pagare tasse indebite. Oltre all’esenzione, la sentenza del 2022 ha anche effetto retroattivo: chi ha pagato l’IMU senza averne l’obbligo può chiedere il rimborso entro cinque anni. È quindi possibile recuperare somme già versate, purché si dimostri la dimora abituale nella seconda abitazione.
Ma come fare concretamente per ottenere l’esenzione o il rimborso? Il passo fondamentale è la presentazione di un documento che attesti la residenza e la dimora effettiva nella casa interessata. Questa prova può essere fornita attraverso bollette di utenze domestiche (luce, acqua, gas) che evidenzino consumi regolari, la scelta del medico di base nella zona dell’immobile, o altri elementi che dimostrino una presenza reale e continuativa. Il Comune competente esaminerà attentamente la documentazione, confrontando i dati con i registri anagrafici e con gli indici di consumo. Se le prove risultano coerenti, sarà riconosciuta l’esenzione, alleggerendo in modo significativo il carico fiscale.
