Lavori Pericolosi: prima di firmare il contratto, leggi questa LISTA | Nessuno si candida più per queste posizioni

lavoro cantiere giornata caldo - foto (C) Teleone.it
A volta il bisogno di lavorare “supera” la sicurezza: ecco la lista che è stata stilata secondo i dati più recenti dell’Inail
Il lavoro è da sempre considerato una delle più grandi necessità dell’essere umano, un mezzo per vivere dignitosamente, crescere, costruire, sognare. Ma in Italia, purtroppo, trovare un’occupazione stabile e sicura è diventato un percorso ad ostacoli, soprattutto in alcune regioni come la Sicilia, dove la disoccupazione continua a rappresentare una delle piaghe sociali più difficili da sanare.
Negli ultimi anni, secondo i dati ISTAT, la percentuale di disoccupazione nazionale è rimasta su livelli allarmanti, con un tasso che oscilla intorno al 7,5% su scala nazionale, ma che in Sicilia supera spesso il 17%, con picchi ancora più elevati tra i giovani. È un dato che parla da solo e che mostra quanto sia difficile, ancora oggi, trovare un impiego stabile nell’isola e in molte altre regioni del Sud.
Il problema, tuttavia, non è soltanto la mancanza di lavoro, ma anche la qualità del lavoro disponibile. Sempre più italiani accettano impieghi precari, mal retribuiti o caratterizzati da condizioni rischiose pur di portare uno stipendio a casa. La necessità economica, la carenza di alternative e la crisi di alcuni settori rendono le persone più vulnerabili, costringendole ad accettare ruoli che comportano un alto grado di pericolo fisico o psicologico. Negli ultimi dieci anni, il tema della sicurezza sul lavoro è tornato al centro del dibattito pubblico, anche a causa dei numerosi incidenti che continuano a verificarsi. Ogni anno, l’Italia registra centinaia di vittime legate al mondo del lavoro. Le campagne di sensibilizzazione e gli interventi normativi non sono bastati a invertire una tendenza che resta preoccupante, soprattutto nei settori dell’edilizia, dell’agricoltura e dei trasporti.
Nonostante i passi avanti nella formazione e nell’uso delle tecnologie, gli incidenti restano frequenti. Molti di questi potrebbero essere evitati con maggiore attenzione, controlli e investimenti nella sicurezza, ma troppo spesso prevale la logica del risparmio e della produttività ad ogni costo.
Quando lavorare diventa un vero e proprio rischio
Secondo i più recenti dati INAIL, nel 2023 in Italia si sono registrati 585.356 infortuni sul lavoro, con una riduzione del 16,1% rispetto al 2022. Tuttavia, i casi con esito mortale sono stati ben 1.041, e nel 2024, solo tra gennaio e aprile, si contano già 350 decessi. Numeri che fanno riflettere e che raccontano il dramma quotidiano di migliaia di famiglie italiane.
Dietro ogni statistica c’è una storia, una persona che lavorava per sostenere la propria famiglia. Queste tragedie si consumano nei cantieri, nelle fabbriche, nei campi agricoli, ma anche negli uffici, dove i rischi sono meno visibili ma ugualmente gravi. È il caso, per esempio, dell’impiegato amministrativo, una figura che non si associa subito al concetto di pericolo, ma che può sviluppare problemi cardiovascolari, ipertensione e disturbi legati allo stress e alla sedentarietà.

I lavori indispensabili ma più esposti
Molti dei mestieri più pericolosi sono anche quelli più indispensabili. Il muratore, l’autotrasportatore, il coltivatore diretto o il meccanico svolgono ruoli essenziali per la nostra società. Abbiamo bisogno di cibo, di case, di infrastrutture e di trasporti. Tuttavia, chi lavora in questi settori si espone a rischi continui, spesso aggravati dalla scarsa prevenzione e dalla fretta di rispettare le scadenze imposte dal mercato.
I datori di lavoro hanno l’obbligo etico e legale di garantire un ambiente di lavoro sicuro, ma non sempre ciò accade. La mancanza di controlli e la pressione economica spingono molti a sottovalutare la sicurezza, con conseguenze talvolta irreparabili. È quindi essenziale che lo Stato, le imprese e i lavoratori collaborino per cambiare questa cultura, affinché lavorare non significhi più rischiare la vita. Alla luce di questi dati, è stata stilata una lista che mostra in modo chiaro quali siano, secondo INAIL 2023, i mestieri più pericolosi in Italia. I lavori sono quelli di: Muratore; Autista/Autotrasportatore; Coltivatore diretto; Bracciante; Manovale edile; Meccanico; Manutentore; Impiegato amministrativo; Magazziniere; Addetto alle attività operative nei servizi; Operaio in fonderia; Addetto alla lavorazione dell’alluminio; Spazzacamino; Pittore che lavora con solventi organici e Calzolaio. Una lista che rappresenta una realtà che non possiamo ignorare. L’Italia deve continuare a investire nella prevenzione e nella cultura della sicurezza, affinché ogni lavoratore possa tornare a casa la sera, sano e salvo, dopo una giornata di impegno e fatica.
