CONSENSO WHATSAPP: ora rischi la denuncia | Occhio ad aggiungere membri ai gruppi

Whatsapp applicazione eliminata (foto energycue.it) - Teleone.it

Whatsapp applicazione eliminata (foto energycue.it) - Teleone.it

Aumentano le regole sulla privacy, e la situazione potrebbe diventare sempre più delicata, con denunce pronte anche per cosa si fa sui social 

Una vera e propria “giungla” di norme: ecco cosa, negli ultimi anni, è diventata la privacy online. Fra aggiornamenti e sanzioni. L’avvento dei social network, delle chat di gruppo e delle piattaforme di messaggistica come WhatsApp ha rivoluzionato il modo di comunicare, ma ha anche aperto la strada a una miriade di problemi legati alla gestione dei dati personali. Oggi basta un click sbagliato, un’aggiunta in un gruppo o un’email condivisa con troppi destinatari per rischiare multe salatissime.

Le autorità europee stanno intensificando i controlli, e le aziende — anche le più grandi — si trovano spesso coinvolte in casi che un tempo sarebbero sembrati impensabili. Dal GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati) in poi, la tutela dei dati è diventata un pilastro del diritto digitale, ma non tutti sembrano averne piena consapevolezza. Anche i datori di lavoro, infatti, devono prestare grande attenzione quando comunicano con i dipendenti attraverso strumenti privati o personali.

Oggi il rischio di sanzioni per violazioni della privacy non riguarda solo i giganti del web, ma anche piccole imprese, enti pubblici e persino singoli cittadini. Se si aggiunge qualcuno in un gruppo WhatsApp senza il suo consenso, se si usano numeri privati per comunicazioni aziendali o se si condividono dati sensibili, si entra immediatamente nel terreno minato delle violazioni del GDPR.

È proprio quello che è accaduto di recente in Spagna, dove un caso legato a WhatsApp ha acceso i riflettori su una pratica ancora troppo diffusa: l’inserimento di persone in gruppi di lavoro senza il loro esplicito consenso. Ma andiamo a fare chiarezza su quanto avvenuto

Scatta la mega multa da 70mila euro… per una chat

L’Agenzia spagnola per la protezione dei dati (AEPD) ha inflitto una sanzione di 70.000 euro alla società LVMH Iberia S.L. — filiale del noto gruppo del lusso che controlla marchi come Louis Vuitton — per aver incluso il numero di telefono personale di una dipendente in un gruppo di WhatsApp aziendale senza la sua autorizzazione. La vicenda era iniziata quando una lavoratrice aveva segnalato che, in attesa di ricevere un cellulare aziendale, le era stato chiesto di utilizzare il proprio telefono personale per motivi di lavoro. Nonostante avesse comunicato formalmente via email di non voler più utilizzare il suo numero privato per scopi aziendali, il suo contatto era stato nuovamente inserito in un gruppo WhatsApp interno, contro la sua volontà.

L’azienda aveva provato a difendersi sostenendo che l’inclusione fosse avvenuta in via eccezionale, per gestire alcune urgenze operative. Tuttavia, secondo l’AEPD, mancava una vera e propria base giuridica che legittimasse tale trattamento dei dati personali. Il numero di telefono, ricorda l’autorità, è a tutti gli effetti un dato personale, e il suo uso in contesti aziendali richiede sempre un consenso esplicito o un fondamento previsto dal Regolamento europeo sulla privacy.

Ecco quando una chat piò violare il Gdpr

Il provvedimento dell’AEPD, identificato come n. EXP202310848, ha chiarito che nessuna policy interna può sostituire l’obbligo di rispettare le regole europee sul trattamento dei dati. L’infrazione, definita “molto grave”, è costata all’azienda una multa iniziale di 70.000 euro, poi ridotta del 40% grazie al riconoscimento di responsabilità e al pagamento volontario.

Oltre alla sanzione economica, la società è stata obbligata a dimostrare l’adozione di nuove misure per tutelare la legalità del trattamento dei dati dei propri dipendenti. Ciò significa che l’uso dei numeri personali dovrà avvenire solo con il consenso degli interessati o in presenza di una base giuridica adeguata, come previsto dall’articolo 6.1 del GDPR. Il caso spagnolo rappresenta un precedente significativo che avrà ripercussioni anche in altri Paesi europei, Italia compresa. In un mondo dove la comunicazione digitale è ormai quotidiana, serve maggiore consapevolezza sui limiti e sulle regole che ne disciplinano l’uso. Le chat aziendali, se non gestite correttamente, possono trasformarsi in un terreno di rischio legale.