Gravi infezioni dopo interventi di cataratta, scattano indagini e sospensioni: è allarme a Catania

Medico in ospedale - foto (C) Teleone.it
Un caso, l’ennesimo, che scuote la sanità siciliana: a Catania, numerosi pazienti operati di cataratta in un centro privato sono stati successivamente ricoverati in diversi ospedali cittadini per gravi complicazioni oculari. Il caso è stato segnalato dal Codacons, che ha annunciato la presentazione di un esposto alla Procura di Catania e una segnalazione al Ministero della Salute. L’associazione chiede verifiche immediate per accertare le cause, individuare eventuali responsabilità e verificare possibili omissioni nei protocolli di sicurezza sanitaria.
Secondo i primi dati diffusi, i pazienti coinvolti sarebbero almeno una trentina. Otto di loro sarebbero stati ricoverati all’ospedale Garibaldi, quattro al Cannizzaro, sei al Policlinico e tre all’Umberto I di Enna. Altri pazienti si sarebbero rivolti anche al Centro oculistico europeo di Aci Castello. Le infezioni riscontrate dopo gli interventi avrebbero reso necessario un trattamento urgente con terapie antibiotiche specifiche e, nei casi più gravi, un nuovo intervento chirurgico.
Le direzioni sanitarie degli ospedali che hanno accolto i pazienti hanno attivato procedure straordinarie di sterilizzazione e profilassi nelle sale operatorie e nei reparti coinvolti. Alcune strutture pubbliche hanno addirittura sospeso temporaneamente gli interventi di cataratta per consentire controlli approfonditi, a tutela della sicurezza dei pazienti e del personale sanitario.
La notizia ha naturalmente destato forte preoccupazione anche tra gli operatori, che chiedono chiarezza e trasparenza. Il rischio di una contaminazione ambientale o di errori nelle pratiche di sterilizzazione del materiale chirurgico rappresenta, infatti, un grave campanello d’allarme per tutta la rete sanitaria locale.
Ipotesi di contaminazione e prime verifiche
Le prime indagini mediche parlano di una possibile contaminazione ambientale o di carenze nella sterilizzazione degli strumenti chirurgici utilizzati durante gli interventi. Tuttavia, le analisi preliminari sui filtri e sui liquidi impiegati in sala operatoria avrebbero confermato la piena sterilità dei prodotti. Questo dato lascia aperta la pista di un’eventuale anomalia legata alla gestione o alla manutenzione delle strutture operative del centro privato coinvolto.
Gli esperti sottolineano che la tracciabilità e il monitoraggio costante dei dispositivi utilizzati negli interventi sono fondamentali per prevenire situazioni simili. In particolare, si punta a verificare se le sale operatorie rispettassero pienamente gli standard di sanificazione previsti dalle normative europee. Il Codacons ha chiesto che venga fatta piena luce sull’accaduto e che siano individuate con urgenza eventuali responsabilità. L’associazione, che rappresenta diversi pazienti coinvolti, intende agire anche sul piano civile per ottenere risarcimenti in caso di accertate negligenze. Parallelamente, ha sollecitato il Ministero della Salute ad avviare un’ispezione straordinaria in tutte le cliniche private della regione che effettuano interventi oftalmici.