BUSTA PAGA RICCHISSIMA: arrivano gli arretrati | Quanti soldi in più spettano ai lavoratori

soldi (pexels) - teleone.it

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E intanto si sta avvicinando anche la tredicesima: il Natale 2025 porta sicuramente buone notizie per gli stipendi

Il periodo natalizio si avvicina e con esso anche una delle “sorprese” economiche più attese dell’anno: la tredicesima mensilità. Un appuntamento che, per milioni di italiani, rappresenta una vera e propria boccata d’ossigeno, specialmente in un contesto economico ancora segnato da inflazione e caro vita. Ma quest’anno, sotto l’albero, potrebbero esserci anche altre buone notizie. Tra arretrati, rinnovi contrattuali e nuovi fondi, le buste paga di dicembre e dei mesi successivi potrebbero finalmente tornare a crescere.

Negli ultimi mesi, infatti, il dibattito politico si è acceso attorno al tema degli aumenti salariali e della rivalutazione delle pensioni. In Parlamento si è discusso a lungo su come sostenere i redditi delle famiglie italiane, in particolare dei lavoratori del settore pubblico e dei pensionati, due categorie che hanno visto diminuire il potere d’acquisto negli ultimi anni. Le organizzazioni sindacali, dal canto loro, hanno intensificato le richieste di adeguamenti economici e miglioramenti contrattuali, evidenziando la necessità di interventi concreti prima dell’inizio del nuovo anno.

Le lotte dei sindacati hanno puntato non solo a garantire un aumento stabile degli stipendi, ma anche a ridurre le disuguaglianze tra chi lavora per le amministrazioni centrali e chi, invece, opera negli enti locali, spesso penalizzati da salari più bassi e risorse più limitate. È in questo contesto che nasce la proposta di un nuovo fondo di perequazione, ideato per riequilibrare le differenze retributive e sostenere le amministrazioni più fragili dal punto di vista finanziario.

Un’altra novità importante riguarda gli arretrati. Dopo anni di blocchi e ritardi, per molti lavoratori pubblici arriveranno somme significative, in alcuni casi anche oltre i 2.000 euro. A queste si aggiungeranno, nel corso del 2026, ulteriori incrementi mensili, previsti nell’ambito dei nuovi contratti collettivi. Si tratta, quindi, di un’occasione concreta per restituire valore e dignità al lavoro pubblico e per migliorare il tenore di vita di migliaia di famiglie.

Rinnovi contrattuali e Fondo di perequazione: ecco la strategia del governo

Il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, insieme al ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, ha delineato un piano complessivo per il rilancio del settore pubblico. Il cuore dell’intervento è duplice: da un lato, il rinnovo contrattuale triennale per le funzioni locali, e dall’altro, la creazione del fondo di perequazione per gli enti territoriali. Due strumenti che puntano a rendere più equi i salari e a rafforzare il potere d’acquisto dei dipendenti pubblici.

Il fondo, che dovrebbe essere finanziato con uno stanziamento compreso tra 100 e 150 milioni di euro, sarà inserito nella Legge di Bilancio 2026 e servirà a ridurre lo “spread retributivo” tra chi lavora negli enti locali e chi nelle amministrazioni centrali. Inoltre, nelle aree dove il costo della vita è più alto, il fondo permetterà di trattenere personale qualificato e di sostenere la produttività locale. Un passo avanti concreto verso una perequazione salariale che il sistema attende da anni. Parallelamente all’istituzione del fondo, il governo e l’Aran stanno accelerando le procedure per chiudere il contratto 2022-2024 e avviare senza interruzioni il nuovo ciclo 2025-2027. Questo doppio rinnovo rappresenta un fatto storico per la pubblica amministrazione italiana, con l’obiettivo di garantire continuità e tempestività negli aumenti. Gli arretrati medi previsti si aggirano intorno ai 2.500 euro, mentre gli aumenti mensili cresceranno progressivamente: circa 190 euro nel 2025, 230 nel 2026 e fino a 280 euro nel 2027.

Pagamento delle tasse - foto teleone.it
Pagamento delle tasse – foto teleone.it

Uno strumento per colmare disparità storiche 

L’iniziativa è stata accolta con favore dalle organizzazioni sindacali, in particolare dalla Cisl Fp, che ha riconosciuto nel fondo di perequazione uno strumento utile a colmare disparità storiche. Tuttavia, Cgil e Uil chiedono maggiori risorse per ottenere un allineamento più efficace con i livelli retributivi nazionali. Le prossime settimane saranno decisive per definire il quadro definitivo delle misure nella Legge di Bilancio e garantire ai lavoratori un futuro più stabile e giusto. Ma non solo enti locali. Anche il comparto della sanità pubblica è ormai vicino alla conclusione del rinnovo contrattuale 2022-2024. Dopo le verifiche finanziarie, l’accordo attende il via libera del Consiglio dei ministri e della Corte dei Conti per diventare operativo.

Il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, ha annunciato che l’intero percorso dovrebbe chiudersi entro fine anno, così da avviare già nel 2026 il nuovo triennio contrattuale. Il coordinamento tra i diversi comparti – Funzioni centrali, Funzioni locali e Sanità – sarà determinante per garantire coerenza nelle politiche retributive. Un approccio unitario permetterà di snellire le procedure e offrire ai lavoratori pubblici un sistema più stabile, trasparente e meritocratico. Dopo anni di attese, il 2026 potrebbe davvero rappresentare l’anno della svolta per i dipendenti del settore pubblico italiano.