L’auto del giornalista Ranucci e quella della figlia distrutte con una bomba: “Ordigno che poteva uccidere”

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Momenti di grande paura nella notte a Campo Ascolano, frazione di Pomezia, alle porte di Roma. Le auto del giornalista Sigfrido Ranucci, conduttore della trasmissione Report, e quella di sua figlia, sono esplose all’improvviso e sono state completamente avvolte dalle fiamme. L’esplosione è stata così forte da scuotere l’intero quartiere.

A rendere nota la vicenda è stato lo stesso giornalista attraverso i social, dove ha raccontato che “due ordigni hanno distrutto le automobili parcheggiate davanti casa”. Fortunatamente, nessuno è rimasto ferito. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, gli uomini della Digos e i vigili del fuoco, che hanno spento le fiamme e messo in sicurezza la zona.

Le immagini dei veicoli completamente carbonizzati hanno fatto subito il giro del web, suscitando indignazione e grande preoccupazione per l’attacco subito da uno dei giornalisti più conosciuti e stimati della televisione italiana. Le prime ipotesi fanno pensare a un atto intimidatorio legato all’attività professionale di Ranucci, da anni impegnato in inchieste scomode e di forte impatto pubblico.

Il conduttore di Report ha ringraziato pubblicamente le forze dell’ordine per il pronto intervento e ha espresso preoccupazione per la gravità dell’episodio, che avrebbe potuto trasformarsi in una tragedia se qualcuno fosse stato presente nel momento dell’esplosione.

Secondo quanto riportato dai profili ufficiali della trasmissione Report, l’esplosione sarebbe stata provocata da “un ordigno piazzato sotto l’auto del giornalista”. La deflagrazione è stata di tale potenza da danneggiare anche la seconda auto di famiglia e la casa adiacente. La trasmissione ha sottolineato come l’episodio avrebbe potuto avere conseguenze letali: “la potenza dell’esplosione – si legge – era tale da poter uccidere chiunque fosse passato in quel momento”.

La Procura competente è stata immediatamente informata, e il Prefetto ha ricevuto la segnalazione ufficiale. Le indagini, affidate alle forze dell’ordine e coordinate dai magistrati della DDA, puntano a chiarire la natura dell’attacco e a individuare i responsabili di un gesto definito “vigliacco e gravissimo”.

Le indagini e la risposta del governo

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha espresso la sua piena solidarietà al giornalista e alla sua famiglia, definendo l’accaduto “un attacco non solo alla persona, ma alla libertà di stampa e ai valori fondamentali della nostra democrazia”. Il ministro ha inoltre dichiarato di aver “rafforzato al massimo ogni misura di protezione” nei confronti di Ranucci, garantendo la massima attenzione e collaborazione con la magistratura.

Intanto, la Direzione Distrettuale Antimafia di Roma ha aperto un fascicolo sul caso. Il pubblico ministero Carlo Villani, coordinato dall’aggiunto Ilaria Calò, procede per danneggiamento con l’aggravante del metodo mafioso. In attesa delle prime informative ufficiali dalle forze dell’ordine, si lavora per ricostruire ogni dettaglio dell’attentato e valutare eventuali collegamenti con le inchieste condotte da Report.