Dal dolore all’urlo “Giustizia”, fino agli applausi dal carcere in cui è detenuto Maranzano | VIDEO

corteo pagliarelli

E’ stato un corteo carico di emozione quello che ha attraversato Palermo dopo i funerali di Paolo Taormina. Amici, parenti e centinaia di cittadini hanno accompagnato il feretro uscendo dalla Cattedrale, stringendosi attorno alla famiglia. Un silenzio che si è poi trasformato in una manifestazione corale di rabbia e richiesta di giustizia.

Il carro funebre, seguito da decine di auto e motociclette, ha percorso lentamente viale Regione Siciliana, fino ad arrivare davanti al carcere Pagliarelli. È proprio lì che si trova rinchiuso Gaetano Maranzano, il giovane che ha confessato di aver ucciso Paolo nella notte tra sabato 12 e domenica 13 ottobre, all’Olivella, davanti al pub di famiglia dove il ragazzo lavorava. Una volta arrivato al penitenziario, il corteo si è fermato. I motori sono rimasti accesi, i clacson hanno cominciato a suonare all’unisono e la folla, compatta, ha iniziato a gridare “Paolo! Paolo!” e “Giustizia!”. Momenti di grande emozione, in cui il dolore si è fuso con la rabbia e la voglia di far sentire la voce.

Davanti al carcere, la strada si è riempita di gente per quasi mezz’ora. Centinaia di persone, alcune con i caschi ancora in mano, hanno voluto fermarsi per rendere omaggio a quel giovane che in molti ricordano come un ragazzo perbene, sempre sorridente e legato alla sua famiglia. Nessun gesto di violenza, solo un lungo applauso e lacrime, mescolate al rumore dei motori.

Il carcere Pagliarelli e l’eco dalle celle

Mentre la folla gridava il nome di Paolo, dalle finestre del carcere si sono sentiti applausi. Alcuni detenuti hanno voluto partecipare a modo loro, un gesto che ha sorpreso e commosso chi era presente. Un’eco che ha amplificato il significato di quella protesta. La polizia penitenziaria ha presidiato l’ingresso per evitare che la folla si avvicinasse troppo. Nonostante la tensione, non si sono verificati incidenti: la città ha scelto la via del rispetto e della dignità, pur nella rabbia per una vita spezzata troppo presto. Di seguito uno dei video pubblicati sui social: