Né Lettere né pacchi: posta bloccata in questa città | I cittadini in rivolta contro le Poste

postino consegna busta (foto poterealpopolo.org) - teleone.it
Tantissimi pacchi che “sono spariti”, ma anche una valanga di proteste: in Italia il caso di una città fra le più importanti
Quando si pensa alle Poste, la mente, è inutile negarlo, corre subito alle file agli sportelli, alle raccomandate o ai pacchi in arrivo. Ma in realtà il lavoro postale è molto di più: è una rete invisibile che sostiene la vita amministrativa, commerciale e personale del Paese. Un settore che spesso passa inosservato, ma che diventa evidente a tutti quando qualcosa si blocca.
Se le Poste si fermano, si ferma un intero meccanismo fatto di documenti ufficiali, comunicazioni giudiziarie, bollette e notifiche che regolano la vita dei cittadini e delle imprese. Un ritardo può significare multe non pagate in tempo, scadenze saltate, contratti non firmati e perfino difficoltà a far valere i propri diritti in sede legale. Ecco perché il funzionamento regolare del sistema postale è un tema che riguarda l’intera collettività.
Non tutti sanno che il furto o lo smarrimento della posta non sono solo fastidi, ma veri e propri reati con gravi conseguenze penali. Ogni plico, ogni raccomandata, porta con sé un valore che va ben oltre la carta: rappresenta un atto ufficiale, un diritto, una prova legale. Proprio per questo motivo la fiducia nelle Poste è sempre stata considerata sacra, un pilastro su cui poggia la certezza delle relazioni tra cittadini e istituzioni.
Il portalettere, spesso visto solo come colui che recapita la posta, è in realtà una figura chiave per la società. Senza di lui, l’intero sistema si inceppa. Ecco perché la mancanza di personale e i ritardi accumulati in molte città italiane stanno facendo emergere un problema che non è più possibile ignorare. Ma andiamo a spiegare cosa sta accadendo in una città in particolare.
Migliaia di raccomandate ferme: il caso
Negli ultimi mesi, il caso più eclatante arriva da un’importante città del nostro Paese, dove migliaia di raccomandate risultano bloccate nei centri di smistamento. Solo in città si parla di almeno 6.000 documenti fermi, a cui si aggiungono altre 2.000 unità nella vicina Bassano. Tra queste, ci sono multe, atti giudiziari e comunicazioni ufficiali che non arrivano a destinazione.
La denuncia è stata portata avanti dal sindacato Slc Cgil, che ha visitato il centro di smistamento di strada dei Molini, segnalando gravi ritardi dovuti alla carenza di portalettere. Secondo il funzionario Alan Lucchino, si parla di decine di migliaia di documenti che non vengono consegnati nei tempi previsti, con conseguenze dirette per cittadini e aziende. A peggiorare il quadro, il taglio di addetti: 15 solo a Vicenza, 8 a Bassano e 5 a Schio.

Uno dei momenti più difficili di sempre, per le Poste
Secondo Poste Italiane, i ritardi – che riguardano in particolare la città e la provincia di Vicenza – sarebbero legati a una fase temporanea di assestamento dovuta alla riorganizzazione del servizio e al recente inserimento di nuovo personale. Tuttavia, per i sindacati la realtà è diversa: meno postini e più zone da coprire significano inevitabilmente più ritardi e carichi di lavoro insostenibili per chi rimane.
La situazione ha creato non solo malcontento tra i cittadini, ma anche una vera e propria rivolta silenziosa contro le Poste. Sempre più utenti si lamentano per raccomandate arrivate con settimane di ritardo, documenti scaduti e procedure bloccate. Intanto cresce il settore della consegna pacchi, con nuove assunzioni dedicate, ma i sindacati sottolineano che i problemi strutturali degli uffici e le condizioni di lavoro rischiano di rendere la crisi ancora più profonda. Il paradosso è che mentre le Poste si modernizzano con servizi come il rilascio dei passaporti – Vicenza è tra le prime province con oltre 9.800 documenti rilasciati – il servizio tradizionale, quello delle lettere e delle raccomandate, sembra vivere una delle fasi più difficili della sua storia. Una crisi che mette in discussione non solo l’efficienza di un’azienda, ma anche la fiducia di milioni di cittadini italiani.