Suonano alla porta e non apri: in 24 ore rischi il posto di lavoro | Come evitare di essere licenziati

Lavoro problemi - foto (C) Teleone.it

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Tanti i diritti dei lavoratori in malattia, ma molto spesso anche i piccoli dettagli hanno conseguenze gravi 

Quando un dipendente si ammala, entra in gioco un meccanismo normativo che regola non solo la sua assenza dal lavoro, ma anche i suoi doveri nei confronti dell’azienda e dell’INPS. La malattia rappresenta infatti una delle cause di sospensione del rapporto di lavoro prevista dal nostro ordinamento, con conseguente diritto alla conservazione del posto e alla retribuzione sostitutiva erogata dall’ente previdenziale o dal datore di lavoro, a seconda dei casi.

Per ottenere questo diritto è indispensabile la certificazione del medico di base, che redige un certificato medico telematico inviato direttamente all’INPS e reso disponibile al datore di lavoro. Questa procedura è fondamentale per formalizzare lo stato di malattia e garantire la copertura economica del periodo di assenza.

Accanto al medico di base interviene anche il medico fiscale dell’INPS, chiamato a verificare la reale condizione di salute del dipendente attraverso visite domiciliari. Le cosiddette “visite fiscali” sono effettuate nelle fasce orarie di reperibilità, che in genere vanno dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 17:00 alle 19:00. In questi orari il lavoratore ha l’obbligo di trovarsi al domicilio comunicato, pronto ad accogliere il controllo.

Il sistema è stato pensato per scoraggiare eventuali abusi e per tutelare le aziende e lo Stato da assenze ingiustificate. Ma per i lavoratori rispettosi delle regole, la malattia diventa spesso un percorso burocratico fatto di attenzione, obblighi e doveri che vanno oltre la semplice cura della salute. Anche piccoli dettagli, come il funzionamento del citofono o del campanello, possono avere conseguenze impreviste e gravi.

Il caso del citofono guasto: quando la beffa colpisce i lavoratori

Durante il periodo di malattia, incredibile a pensarci un minimo, anche un semplice citofono malfunzionante può trasformarsi in un vero incubo. Se il medico fiscale non riesce a comunicare con il lavoratore, l’irreperibilità viene considerata una negligenza, con conseguenze che vanno dalla sospensione della retribuzione fino al licenziamento.

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 9523 del 1993, ha chiarito che il malfunzionamento del citofono non costituisce giustificazione valida: spetta al lavoratore adottare ogni accorgimento utile per consentire al medico l’accesso. In altre parole, non basta essere fisicamente in casa: occorre anche garantire che tutti i sistemi di comunicazione funzionino correttamente.

Inps insegna - teleone.it
Inps insegna – teleone.it

Conseguenze e strategie di tutela

Le conseguenze per l’assenza ingiustificata alla visita fiscale sono molto dure. La sospensione immediata dell’indennità di malattia è la prima sanzione, ma nei casi più gravi si può arrivare a sanzioni disciplinari fino al licenziamento per giusta causa. La Cassazione, con la sentenza n. 6618 del 2007, ha ribadito che l’irreperibilità non adeguatamente giustificata costituisce violazione grave degli obblighi contrattuali. Per tutelarsi, il lavoratore deve adottare strategie pratiche: controllare il funzionamento del citofono, lasciare un avviso visibile in caso di guasto, fornire un numero di telefono alternativo e mantenere il portone aperto nelle fasce orarie. Dettagli che possono fare la differenza tra la serenità di una malattia tutelata e la perdita di diritti fondamentali.

In caso di assenza al controllo, è importante agire tempestivamente: verificare sul portale INPS eventuali avvisi, raccogliere documentazione medica e comunicare immediatamente con datore di lavoro e istituto previdenziale. Solo la rapidità e la trasparenza possono evitare che un problema tecnico si trasformi in un incubo legale ed economico. La normativa, tuttavia, riconosce eccezioni precise in cui l’assenza alle visite fiscali è giustificata: terapie salvavita, malattie gravi, ospedalizzazioni o invalidità pari o superiori al 67%. In questi casi la salute prevale sulla reperibilità, ma occorre sempre fornire adeguata documentazione.