Pericolo WhatsApp: 3 miliardi di utenti a rischio | Sicurezza e Privacy violate

Whatsapp applicazione eliminata (foto energycue.it) - Teleone.it

Whatsapp applicazione eliminata (foto energycue.it) - Teleone.it

Si parla sempre della tutela dei dati personali sui cellulari: secondo l’allarme lanciato, ci sono gravi falle anche sull’app di messaggistica 

Da oltre un decennio, le principali applicazioni per smartphone hanno puntato moltissimo sulla sicurezza informatica e sulla protezione della privacy degli utenti. Ogni giorno miliardi di persone inviano messaggi, condividono documenti o conservano foto private, affidandosi alla solidità dei software installati sui propri dispositivi. L’obiettivo dichiarato è sempre stato quello di offrire una protezione totale delle informazioni personali, riducendo al minimo il rischio di furti o violazioni.

La crittografia, ormai divenuta uno standard, ha rappresentato una vera rivoluzione: grazie a questa tecnologia, i messaggi vengono codificati e resi leggibili soltanto dal mittente e dal destinatario. Questo processo, conosciuto come crittografia end-to-end, è stato adottato da molte app, ma una delle prime a vantarsene è stata WhatsApp, che ha spesso sottolineato il proprio impegno verso la riservatezza degli utenti.

Negli anni, l’app ha ampliato il raggio della protezione anche ai contenuti multimediali: non solo chat e messaggi, ma anche immagini, documenti e video vengono protetti da sistemi complessi, per impedire che malintenzionati possano intercettarli. L’idea di base è che ogni file scambiato rimanga sotto il controllo esclusivo dei diretti interessati, senza rischi di accessi non autorizzati.

UNa lunga serie di promesse che, alla fine, hanno alimentato la fiducia negli utenti, convinti che i loro dati fossero al sicuro in ogni circostanza. Tuttavia, la realtà degli ultimi mesi sembra aver messo in discussione alcune certezze.

“Ecco tutte le vulnerabilità”

WhatsApp, lo ricordiamo, vanta circa 3 miliardi di utenti attivi al mese, risultando la piattaforma di messaggistica più utilizzata al mondo. Eppure, proprio il punto più forte della sua campagna di comunicazione, cioè la sicurezza, viene oggi messo in discussione dalle dichiarazioni di un ex dipendente.

Attaullah Baig, per quattro anni responsabile della sicurezza di WhatsApp, ha accusato l’azienda di non aver preso in considerazione diverse segnalazioni sulle vulnerabilità interne. Secondo lui, non esisterebbero elenchi chiari dei dati raccolti né dei luoghi in cui questi vengono conservati. Con dati si intendono non solo le chat, ma anche i metadati come immagini del profilo, numeri di telefono, appartenenza a gruppi e contatti salvati. Baig denuncia inoltre l’assenza di controlli su chi, all’interno dell’azienda, possa accedere a queste informazioni sensibili.

whatsapp foto archivio teleone
whatsapp – foto archivio teleone.it

“100mila account violati”: Meta si difende

L’ex dirigente ha affermato che circa 1.500 persone interne all’azienda avrebbero avuto accesso completo ai dati degli utenti, senza reali motivazioni operative. Inoltre, ha denunciato che ogni giorno circa 100.000 account verrebbero violati senza che l’azienda prenda seri provvedimenti. Le sue proposte per migliorare la situazione sarebbero rimaste lettera morta. Meta, società madre di WhatsApp, ha prontamente respinto ogni accusa, definendole frutto di un ex dipendente scontento, licenziato per scarso rendimento.

Eppure, se le denunce trovassero conferma, si tratterebbe di una grave violazione delle leggi statunitensi, con possibili multe fino a cinque milioni di dollari e consguenze anche sul piano giudiziario. Tuttavia, osservatori del settore ritengono che la vicenda possa concludersi con un accordo extragiudiziale, come già avvenuto in casi simili. ALla fine, il nuovo caso WhatsApp non fa che dimostrare – ancora una volta – quanto la privacy digitale non sia di sicuro un argomento chiuso. Anzi…