La lettera di Manfredi Borsellino ai figli: “Camminate sempre a testa alta”

“Camminate sempre a testa alta”: si tratta dell’affettuosa esortazione che Manfredi Borsellino, figlio del procuratore aggiunto a Palermo, Paolo, ucciso nella strage di via d’Amelio, rivolge ai propri figli in una lettera con la quale indirettamente risponde alle parole dell’ex magistrato palermitano Gioacchino Natoli, che parlava con la moglie e la figlia, riportate durante la trasmissione di Raitre “Lo stato delle cose” ieri sera.
Quei giudizi, che toccano anche la moglie di Paolo Borsellino, sono stati svelati da intercettazioni ambientali della Guardia di finanza a casa di Natoli, indagato a Caltanissetta per presunti insabbiamenti dell’inchiesta su mafia e appalti.
Le intercettazioni, secondo i pm di Caltanissetta, non presentano profili penali ma le trascrizioni sono state trasmesse alla Commissione parlamentare antimafia che segue, tra tante polemiche, il filone di indagine su mafia e appalti. Ecco la lettera di Manfredi Borsellino:
“Cari Merope, Paolo e Fiammetta,
a distanza di anni emerge che un altro ex collega del vostro nonno, seppure nel corso di una conversazione privata, avrebbe definito vostro padre e le sue sorelle “tutti senza neuroni”, insulti ed epiteti più o meno analoghi a quelli – come ricorderete – che ci aveva rivolto un’altra autorevole ex giudice, oggi condannata e detenuta per avere reiteratamente tradito quello Stato per cui vostro nonno aveva sacrificato la vita.
Questa volta però sarebbe stata financo insultata e vilipesa la vostra cara nonna Agnese, fatta passare nel corso di questa conversazione per “deficiente” e per una donna a cui “nessuno nel mondo e nella vita avrebbe mai dato retta”, tanto che sarebbe stato “indifferente sapere se era viva o morta”.
Parole terribili per le quali potrei dirvi anche questa volta “_non ragionate di loro ma guardate e passate_”, ma uno di voi tre ieri sera, seguendo il programma tv che si è occupato della incresciosa vicenda, mi ha confidato di essere rimasto abbastanza scioccato per aver conosciuto personalmente quell’ex collega del nonno e per averne sentito parlare come una persona che gli era vicino, per cui ritrovandosi a sentire quelle parole che gli sarebbero state attribuite gli veniva da pensare allora “_quante altre persone siano come lui.._”
A questo punto sento il dovere di dirvi oggi di continuare a camminare sempre a testa alta, perché forse vostro padre e le vostre zie per questi personaggi “avranno pochi neuroni”, ma siamo stati fortunati per avere avuto figli come voi e genitori – per dirla in gergo calcistico come sapete caro a papà- di “un’altra categoria”.
