Pensioni, controlli INPS 2025 | Senza questo modulo, ti levano tutto: migliaia di anziani nel panico

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Il tema pensioni in Italia fra riforme e controlli: ecco cosa cambia, e chi rischia di perdere l’assegno
Se ne continua a parlare, proprio in questi giorni: il tema delle pensioni in Italia rappresenta, in realtà da anni uno dei nodi centrali del dibattito politico ed economico. La popolazione invecchia, il mercato del lavoro non riesce a generare abbastanza occupazione giovanile e il sistema previdenziale deve trovare nuove soluzioni per reggere l’urto. Le discussioni parlamentari e governative degli ultimi mesi hanno mostrato chiaramente che dal 2026 si andrà incontro a modifiche sostanziali.
Si parla infatti di nuove formule per l’uscita anticipata dal lavoro, con l’ipotesi di abbassare l’età pensionabile per determinate categorie, ma anche di introdurre meccanismi più rigidi per garantire la sostenibilità dei conti pubblici. La Legge Fornero resta ancora il punto di riferimento, ma si cercano correttivi che non penalizzino i lavoratori prossimi al ritiro.
Un’altra questione riguarda i controlli: negli ultimi anni è emerso il rischio che vengano erogati assegni non dovuti, soprattutto a chi risiede fuori dai confini nazionali. Da qui nasce la necessità di rafforzare i meccanismi di verifica, per assicurare che le pensioni vengano effettivamente percepite solo dagli aventi diritto.
In questo quadro complesso, non mancano proposte alternative. Alcuni economisti suggeriscono un sistema di tassazione più scalabile e progressivo in base ai guadagni, che permetterebbe di reperire maggiori risorse da destinare al sistema previdenziale. Tuttavia, un inasprimento fiscale rischierebbe di spaventare ulteriormente gli imprenditori, con il pericolo di una fuga di capitali o addirittura del fallimento di attività già fragili.
Pensionati e nuove regole di controllo
Una delle aree più delicate riguarda i pensionati italiani all’estero. Negli ultimi 10-15 anni, complice il costo della vita crescente e l’alta pressione fiscale, molti hanno scelto di trasferirsi in Paesi più convenienti come Spagna e Portogallo. Altri invece hanno optato per la Svizzera o per mete extraeuropee, dove vivere con meno tasse e spesso con un clima più favorevole.
Il problema nasce dal fatto che verificare la permanenza in vita di chi percepisce la pensione fuori dai confini nazionali è più complicato. Per questo motivo, l’INPS ha avviato una campagna di accertamenti che diventerà obbligatoria dal 2026: chi non risponderà rischierà di perdere l’assegno mensile.

Occhio a queste scadenze
I pensionati residenti all’estero riceveranno un modulo nella lingua del Paese di residenza: spagnolo per chi vive in Spagna, portoghese per il Portogallo, francese, tedesco e italiano per la Svizzera. Questo modulo dovrà essere compilato e rispedito in Italia entro il 19 febbraio 2026, per certificare il diritto alla pensione. In alternativa, i pensionati potranno recarsi entro il 15 gennaio in una filiale della Western Digital per ritirare almeno una mensilità in contanti, oppure certificare la propria identità tramite il portale online di Citibank. In mancanza di uno di questi adempimenti, a partire da marzo 2026 la pensione sarà sospesa fino a verifica.
È evidente quindi che le novità sul sistema pensionistico non riguardano soltanto le età di uscita dal lavoro, ma anche la certezza dei controlli e delle verifiche. Informarsi per tempo diventa fondamentale per non rischiare di restare senza assegno. Il 2026 segnerà dunque un anno spartiacque, tra riforme annunciate, ipotesi di modifiche fiscali e nuovi sistemi di controllo. Necessario, insomma, per ogni lavoratore e pensionato prestare la massima attenzione.