Se respiri quest’aria, rischi la salute: lo studio internazionale ha rivelato il pericolo in queste città

inquinamento ambientale - foto (C) Teleone.it

inquinamento ambientale - foto (C) Teleone.it

Una questione sotto la lente d’ingrandimento negli ultimi anni: quel che emerge è che la salute del pianeta coincide con la salute dell’uomo

Negli ultimi decenni la questione ambientale è diventata uno dei temi centrali del dibattito internazionale. Sempre più scienziati, associazioni e movimenti hanno messo in evidenza come l’inquinamento non sia soltanto una minaccia per l’ecosistema, ma anche un grave pericolo per la vita quotidiana delle persone. Le battaglie per la difesa dell’ambiente si sono moltiplicate e tra le figure simbolo spicca quella di Greta Thunberg, la giovane attivista svedese che con i suoi scioperi e manifestazioni ha acceso i riflettori sui rischi di un futuro compromesso.

La mobilitazione degli ultimi anni ha portato nelle piazze milioni di giovani e adulti, accomunati dall’urgenza di chiedere azioni concrete ai governi. Il tema del cambiamento climatico, un tempo relegato agli studi scientifici, oggi occupa le prime pagine dei giornali e influenza le scelte politiche ed economiche. Le città, i trasporti e i sistemi produttivi sono sotto accusa: il modello di sviluppo attuale, basato sul consumo intensivo di risorse fossili, sta spingendo il pianeta verso una condizione critica.

In Italia i problemi ambientali sono numerosi e diffusi. Dalle grandi aree industriali della Pianura Padana, spesso avvolte dallo smog, fino alle coste meridionali minacciate dal riscaldamento globale, i rischi per la salute aumentano di anno in anno. Secondo diverse indagini, alcune delle città italiane più inquinate superano regolarmente i limiti consentiti di particolato fine (PM2.5 e PM10), sostanze invisibili che penetrano nei polmoni e nel sistema circolatorio causando gravi malattie.

La giovane Thunberg, insieme a migliaia di attivisti, ha ricordato più volte che il tempo a disposizione per invertire la rotta è limitato. Il rischio è che intere generazioni si trovino a vivere in un mondo più caldo, più inquinato e meno sicuro. Le battaglie ambientali non sono soltanto simboliche: ogni giorno, milioni di persone sono esposte a gas tossici e a polveri sottili che, secondo l’OMS, provocano milioni di morti premature all’anno.

Lo studio sugli standard di qualità dell’aria

Un recente rapporto, frutto della collaborazione tra l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Istituto Svizzero di Salute Pubblica e Tropicale (Swiss TPH), ha analizzato i dati di 251 Paesi e territori. L’obiettivo è stato quello di valutare quanti governi abbiano fissato standard nazionali di qualità dell’aria in linea con i criteri OMS. Questi limiti rappresentano uno strumento essenziale per ridurre l’esposizione ai principali inquinanti e proteggere la salute pubblica.

I risultati mostrano una netta divisione: soltanto 79 Paesi (pari al 31,5%) hanno adottato standard nazionali per tutti e sei gli inquinanti principali riconosciuti dall’OMS. Al contrario, ben 114 Stati, soprattutto in Africa, non hanno ancora introdotto alcuna misura normativa, lasciando le proprie popolazioni prive di protezione. Altri 58 Paesi presentano una copertura parziale o utilizzano parametri diversi da quelli previsti dal dataset dell’OMS.

Greta Thunberg (foto italpress) - teleone.it
Greta Thunberg (foto italpress) – teleone.it

Quali sono le città più a rischio in Italia?

Lo studio evidenzia come i cosiddetti “criteria pollutants” siano i principali responsabili dei danni alla salute. Si tratta del particolato fine (PM2.5 e PM10), del biossido di azoto (NO₂), del biossido di zolfo (SO₂), dell’ozono (O₃) e del monossido di carbonio (CO). Queste sostanze, derivanti in gran parte da traffico, combustione di carbone e petrolio, attività industriali e reazioni fotochimiche, hanno effetti devastanti: dalle patologie respiratorie croniche ai problemi cardiovascolari, fino a danni neurologici e morti premature. Un esempio emblematico riguarda gli Stati Uniti, dove l’SO₂ è regolato con criteri differenti rispetto a quelli OMS, riducendo così il conteggio da sei a cinque inquinanti considerati. Questo dimostra quanto sia complesso uniformare le normative globali e garantire una protezione equa per tutti.

Alla luce di questi dati, emerge chiaramente che la sfida dell’inquinamento non può più essere rimandata. In Italia, città come Milano, Torino e Napoli risultano tra le più esposte ai rischi per la salute legati allo smog. A livello internazionale, aree metropolitane come Nuova Delhi, Pechino e Città del Messico restano esempi lampanti di luoghi dove la qualità dell’aria rappresenta un pericolo costante per milioni di abitanti. Le prospettive per il futuro dipenderanno dalla capacità dei governi di adottare politiche rigorose e di promuovere modelli di sviluppo sostenibile. Soltanto così sarà possibile garantire un ambiente sano e una vita migliore per le generazioni che verranno.