Panico tra i genitori: BONUS NIDO cancellato per un semplice errore | L’INPS blocca tutto, tocca sborsare i contanti

Bambino a scuola - foto (C) Teleone.it

Bambino a scuola - foto (C) Teleone.it

Brutte notizie per milioni di italiani che aspettavano il rimborso: l’informazione necessaria, e come rimediare 

Lo si deve riconoscere, negli ultimi decenni lo Stato ha messo in campo numerosi strumenti per sostenere i nuclei familiari, soprattutto quelli con figli da mandare a scuola o all’asilo. Non parliaamo soltanto di agevolazioni fiscali o detrazioni, ma anche di contributi diretti per alleggerire le spese scolastiche e quotidiane. In particolare, sono stati previsti bonus specifici per attività sportive extrascolastiche, corsi culturali e sostegni economici mirati al benessere dei più piccoli.

Tra i sostegni più richiesti negli ultimi anni c’è sicuramente il bonus nido, un contributo che permette alle famiglie di ottenere un rimborso parziale delle rette degli asili nido, pubblici e privati. Questa misura, fin dalla sua introduzione, ha rappresentato un sollievo concreto per migliaia di genitori, specialmente nelle grandi città dove i costi delle strutture educative possono diventare proibitivi.

Oltre a coprire le spese legate agli asili, lo Stato ha cercato di incentivare l’accesso a servizi educativi di qualità, puntando anche a sostenere le famiglie numerose o con redditi più bassi. Nonostante ciò, non sono mancate difficoltà, ritardi e cambi di normativa che hanno generato confusione e malcontento tra i cittadini. In passato, ad esempio, sono state introdotte regole precise per accedere ai contributi, spesso cambiate di anno in anno, creando incertezza e complicazioni burocratiche.

Proprio nelle ultime settimane, numerose famiglie hanno iniziato a segnalare ritardi nei rimborsi del bonus nido. Molti genitori hanno dichiarato di aver presentato tutta la documentazione richiesta, ma senza ricevere ancora alcuna somma. Questo ha creato momenti di panico, soprattutto per chi contava su quei rimborsi per affrontare le spese mensili. La ragione principale del blocco va ricercata in una modifica regolamentare da parte dell’Inps, che ha cambiato i criteri di accettazione della documentazione.

Le nuove regole sulla documentazione

L’Inps ha chiarito che non basta più presentare semplicemente la fattura mensile con i dati dell’asilo. La circolare n. 1165 del 4 aprile 2025 ha introdotto nuove regole precise: oltre alla fattura è obbligatorio allegare la prova di pagamento effettuato con strumenti tracciabili. Questo significa che le spese pagate in contanti non verranno più rimborsate.

Per essere in regola, dunque, i genitori devono conservare e caricare sul portale Inps non solo la fattura ma anche lo scontrino del Pos, la distinta del bonifico o qualsiasi altro documento che certifichi l’avvenuto pagamento elettronico. Chi non ha seguito questa procedura corretta si è visto bloccare i rimborsi, generando così i ritardi attuali.

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C’è un modo per recuperare i rimborsi bloccati?

La buona notizia è che c’è ancora tempo per sistemare la situazione. Per l’anno in corso, infatti, la documentazione corretta può essere caricata fino al 30 aprile 2026. Chi non ha ancora ricevuto i rimborsi deve controllare attentamente se ha allegato tutta la documentazione richiesta e, in caso contrario, integrare i file sul sito Inps.

Il consiglio è quello di preparare un unico documento che contenga sia la fattura dell’asilo nido che la prova del pagamento tracciabile, così da evitare errori. Se non si dispone più dello scontrino o della ricevuta, ci si può rivolgere alla struttura scolastica per richiederne una copia. Alcuni sistemi Pos, infatti, consentono il recupero digitale o l’invio tramite e-mail. Se invece il pagamento è stato fatto in contanti, non resta che chiedere la restituzione dell’importo all’asilo e rifare il versamento con bancomat o bonifico.