Altro che Mare, i laghi sono inquinati e si stanno spopolando: non visitare questi luoghi

lago inquinamento - foto (C) Teleone.it

lago inquinamento - foto (C) Teleone.it

Maladepurazione, presenza di microplastiche e gestione insufficiente degli scarichi: un nuovo “grido d’allarme” 

Non c’è che dire, il cambiamento climatico continua a essere il grande protagonista negativo delle cronache ambientali italiane. Negli ultimi anni, i nostri mari e i nostri laghi stanno affrontando sfide sempre più complesse: acque bollenti, microplastiche in crescita e una depurazione spesso insufficiente che porta a conseguenze gravi per la salute dei cittadini e dell’ecosistema. La situazione riguarda tutto lo Stivale, ma colpisce seriamnente anche la Sicilia, isola amata per il suo mare cristallino che, in diversi tratti, è invece soggetto a divieti di balneazione per via dell’inquinamento.

I dati del bilancio 2025 di Goletta Verde e Goletta dei Laghi (Legambiente) raccontano un’Italia in sofferenza: acque marine e lacustri non godono di buona salute e un campione su tre supera i limiti di legge. Questo significa che, nonostante la straordinaria bellezza dei nostri mari, esistono foci di fiumi, canali e tratti costieri che restano altamente inquinati. Una contraddizione dolorosa per una nazione che fa del turismo balneare una delle sue ricchezze principali.

La Sicilia è tra i territori più colpiti. Alcune aree costiere, pur essendo meta di migliaia di turisti, risultano vietate alla balneazione. Le acque limpide che circondano luoghi incantevoli come Siracusa, Palermo o Catania si scontrano con i problemi strutturali legati a scarichi non depurati e alla gestione dei rifiuti. Nonostante ciò, il mare siciliano rimane tra i più belli del mondo, un patrimonio naturale da difendere con tutte le forze.

Il problema non riguarda solo le coste: anche i laghi italiani sono al centro dell’allarme ambientale. Ogni estate, infatti, migliaia di visitatori si riversano sulle sponde dei principali bacini naturali per trovare refrigerio e relax, ma la realtà è che molti di essi sono contaminati. Qui entra in gioco il lavoro di Goletta dei Laghi, che ha evidenziato come anche questi ecosistemi soffrano gli stessi mali: maladepurazione, presenza di microplastiche e gestione insufficiente degli scarichi.

Il Mediterraneo e la crisi climatica

Secondo le analisi di Legambiente, l’aumento delle temperature è ormai evidente e preoccupatne . Nell’estate 2025 il Mediterraneo ha raggiunto una temperatura media superficiale record di 25,4 °C, la più alta dal 2016. Un dato che non è solo statistica, ma conseguenza tangibile del riscaldamento globale. Acque più calde modificano gli equilibri biologici, favoriscono specie aliene e mettono in pericolo quelle autoctone.

Oltre al rischio ecologico, mari più caldi alimentano eventi meteorologici estremi: piogge torrenziali, alluvioni e mareggiate violente. Una catena di conseguenze che colpisce non solo l’ambiente ma anche le comunità costiere, sempre più vulnerabili di fronte a una crisi climatica senza precedenti. I numeri parlano chiaro: il 54% delle foci monitorate risulta inquinato, mentre il 35% dei campioni marini non rientra nei limiti di legge. Nei laghi, la situazione non è migliore: il 30% presenta livelli di contaminazione elevati.

mappa goletta verde legambiente (grafica golettaverde) - teleone.it
mappa goletta verde legambiente (grafica golettaverde) – teleone.it

“Non andate in questi posti”: l’allerta Goletta Verde

Ma andiamo ai dettagli, perché particolarmente grave è il fatto che oltre la metà delle foci non controllate si trovi accanto a spiagge libere, frequentate da residenti e turisti ignari dei rischi sanitari. A ciò si aggiunge il problema della maladepurazione. In Italia oltre 850 agglomerati urbani non rispettano le direttive europee sulle acque reflue, con conseguenti multe milionarie. Si parla già di oltre 200 milioni di euro di sanzioni pagate e nuovi costi all’orizzonte. Un peso che grava sulle casse dello Stato e che potrebbe essere evitato con impianti di depurazione moderni ed efficienti.

Un altro fronte critico è rappresentato dai rifiuti e dalle microplastiche. Le campagne di pulizia hanno evidenziato quanto questi materiali siano ormai radicati negli ecosistemi marini e lacustri, entrando addirittura nella catena alimentare. Le conseguenze per la salute umana sono ancora oggetto di studio, ma il rischio è evidente. Gli ambientalisti chiedono al Governo un piano nazionale di tutela delle acque che includa nuovi investimenti, controlli più rigorosi e una strategia coordinata capace di affrontare insieme cambiamenti climatici e inquinamento. Un appello che non può più essere ignorato, se davvero si vuole preservare il patrimonio naturale italiano. E ci sono esempi concreti a dimostrare  la gravità della situazione: anche posti fra i più visitati, come Lago di Garda, Lago Maggiore e Lago di Como, presentano tratti compromessi dall’inquinamento. Zone in cui sarebbe meglio evitare la balneazione, nonostante l’attrattiva turistica. La bellezza paesaggistica non deve ingannare: i rischi esistono e vanno affrontati con politiche chiare e investimenti concreti.