Li hai mangiati ieri, li hai dati ai tuoi figli: ecco i crackers pieni di pesticidi | ATTENZIONE a questi marchi

Richiamo allerta alimentare (foto altaformazionemusicale.it) - teleone.it
Presenza di pesticidi e sostanze pericolose che si formano durante la cottura: ecco l’allarme che è scattato
Quando facciamo la spesa al supermercato, siamo spesso convinti che ciò che mettiamo nel carrello sia frutto di controlli rigorosi e standard di qualità elevati. In realtà, ogni prodotto alimentare segue un percorso complesso di verifiche che coinvolge più passaggi, dal produttore fino agli scaffali. I controlli di qualità, sia interni che esterni, servono a garantire che gli alimenti siano privi di contaminazioni chimiche, batteriche o fisiche.
I prodotti freschi, come salumi, latticini e carni, ricevono attenzioni particolari. Prima di arrivare al banco, subiscono test microbiologici, controlli di temperatura e ispezioni visive. Tuttavia, il rischio non scompare del tutto: un’esposizione prolungata o un errato mantenimento della catena del freddo possono compromettere la sicurezza del prodotto, favorendo la proliferazione di batteri nocivi come la Listeria o l’Escherichia coli.
Un altro aspetto critico riguarda la gestione dei prodotti invenduti. Spesso, per evitare sprechi, alcuni alimenti vicini alla scadenza vengono esposti con offerte speciali, ma la loro freschezza potrebbe non essere ottimale. La carne che perde il suo colore vivo, i latticini con odore alterato o i salumi leggermente secchi sono campanelli d’allarme che il consumatore deve imparare a riconoscere.
È fondamentale sapere che anche gli alimenti confezionati, apparentemente sicuri, possono presentare rischi. Residui di pesticidi, sostanze chimiche o processi di cottura ad alte temperature possono generare composti indesiderati, potenzialmente dannosi per la salute a lungo termine.
Richiamo alimentare: il caso dei crackers
Negli ultimi mesi, i richiami alimentari sono diventati sempre più frequenti. Dal caso dell’acqua Perrier contaminata da batteri fecali, fino all’insalata di mare ritirata per livelli eccessivi di Listeria, i consumatori hanno imparato a prestare maggiore attenzione agli avvisi del Ministero della Salute. L’ultimo episodio riguarda proprio i crackers, insospettabili protagonisti di un’indagine che ha sollevato molte preoccupazioni.
Una ricerca condotta in Svizzera dalla rivista K-Tipp ha analizzato dodici tipi di crackers, scoprendo che solo quattro hanno superato i controlli a pieni voti. Tra i prodotti bocciati compaiono marchi noti anche in Italia, come Tuc e Gran Pavesi. Il problema? Presenza di pesticidi e acrilammide, una sostanza che si forma durante la cottura ad alte temperature e che desta preoccupazioni per la salute.

Alcune “sorprese” fra i peggiori
L’indagine ha rivelato che i crackers integrali, rispetto a quelli con farina bianca raffinata, sono più sani: hanno più fibre, meno grassi e ridotte tracce di contaminanti. Al contrario, nei prodotti di alcuni brand famosi si sono riscontrati valori elevati di sostanze potenzialmente nocive. Si tratta di dati che dimostrano che la lettura delle etichette e l’attenzione alla provenienza degli alimenti non sono mai state così importanti. La sicurezza alimentare parte dalla consapevolezza di ciò che scegliamo ogni giorno.
I Tuc, secondo l’indagine di K-Tipp si sono classificati ultimi a causa dell’alto contenuto di grassi e di un livello di acrilammide pari a oltre metà del limite massimo consentito. Sono state inoltre rilevate tracce di deltametrina, un pesticida che può interferire con l’equilibrio ormonale, e di piperonilbutossido, potenzialmente tossico per fegato e reni. I Gran Pavesi, pur avendo meno acrilammide, contengono pirimifosmetile, pesticida che a lungo termine può danneggiare organi vitali, e un basso contenuto di fibre.