Tra arabi, normanni e campi assolati nasce il pistacchio più “vero” della Sicilia | Bronte ne riconosce la fama

campo coltivazione pistacchio - foto (C) Teleone.it

campo coltivazione pistacchio - foto (C) Teleone.it

Il viaggio in una delle parti più sorprendenti della Sicilia, dove c’è anche un “tesoro” nascosto e forse poco conosciuto 

La provincia di Agrigento rappresenta un cuore pulsante della Sicilia storica, un territorio dove mito e realtà si intrecciano tra paesaggi mozzafiato e testimonianze di civiltà millenarie. Il suo fiore all’occhiello è la celebre Valle dei Templi, una delle aree archeologiche più estese e meglio conservate al mondo. Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, è un simbolo potente della cultura greca in Sicilia.

Tra i templi dorici perfettamente conservati, spiccano quelli della Concordia, di Giunone e di Ercole. Passeggiare tra le loro colonne regala emozioni forti, un salto indietro nel tempo tra il profumo dei mandorli e la luce bruciante del sole siciliano. Ma Agrigento è molto più di archeologia: tra i suoi vicoli medievali e le chiese barocche si respira il passaggio di arabi, normanni e spagnoli.

A pochi chilometri dalla città si apre un altro scenario incantato: la Scala dei Turchi, una scogliera bianca scolpita da vento e mare, che si getta nel Mediterraneo creando un contrasto cromatico di rara bellezza. Agrigento è uno di quei luoghi da visitare almeno una volta nella vita, tappa obbligata di ogni itinerario siciliano che si rispetti.

Ma la regione, e qui allarghiamo lo sguardo verso l’intera isola, non offre solo bellezze artistiche e naturali: è anche una terra di sapori autentici. Tra i suoi prodotti tipici spiccano formaggi, olio extravergine, mandorle e soprattutto dolci di pasticceria tradizionale. Oltre ad un frutto che, come in tanti sostengono, “incarna” proprio la Sicilia intera.

Quell’oro verde, un’eccellenza siciliana esportata nel mondo

E arriviamo a parlare del pistacchio siciliano, con il pensiero che corre subito a Bronte, cittadina alle pendici dell’Etna. Famosa a livello nazionale e internazionale, è il centro di una produzione che raggiunge ogni angolo del mondo. Il pistacchio di Bronte, con il suo colore verde smeraldo e il sapore intenso, è una vera e propria eccellenza agroalimentare italiana.

Non solo dolci: questo prezioso frutto viene utilizzato in ricette salate, creme spalmabili, gelati e perfino liquori. Le esportazioni crescono anno dopo anno e, insieme a esse, anche il flusso turistico legato al food e alle sagre locali. Il “verde oro” siciliano è ormai un ambasciatore gastronomico della regione, che attira curiosi e appassionati da tutto il mondo. Ma, probabilmente in pochi, sanno che l’oro verde si trova anche da un’altra parte, sempre in Sicilia…

pistacchio - foto archivio teleone.it
pistacchio – foto archivio teleone.it

Il pistacchio più “vero” della Sicilia

Bronte, come detto, non è l’unico centro della Sicilia a vantare un pistacchio di qualità. Anzi, c’è chi sostiene che il pistacchio più autentico e meno contaminato dell’isola cresca in un altro angolo, meno noto ma altrettanto affascinante. Un luogo che unisce la bellezza paesaggistica alle antiche tecniche agricole tramandate di generazione in generazione. Stiamo parlando di una località che, pur non essendo ancora famosa sui social come Bronte, nasconde una tradizione agricola profonda e una qualità del pistacchio che conquista al primo assaggio. Le sue colline, la posizione tra i fiumi e il microclima particolare rendono i suoi frutti unici.

La nostra attenzione, insomma, va a Raffadali, borgo collinare in provincia di Agrigento, noto per la sua varietà autoctona di pistacchio dalle eccezionali caratteristiche organolettiche. Sorto in epoca medievale come casale arabo, Raffadali è oggi un punto di riferimento per chi cerca un pistacchio autentico, meno commerciale ma più genuino. Le sue coltivazioni si estendono tra i fiumi Platani e Salso, a un’altitudine che varia tra i 250 e i 652 metri sul livello del mare. Qui il pistacchio non è solo economia, ma identità. Il turismo enogastronomico sta crescendo anche grazie alle sagre locali e alla riscoperta dei piccoli borghi, rendendo Raffadali una tappa imperdibile per chi vuole scoprire la Sicilia più vera.