Italia, stop ai pagamenti col POS | Da domani cambia la musica, senza contanti non compri un bel niente

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I pagamenti elettronici sono sempre più diffusi, ma qualcosa sta (nuovamente) per cambiare nel nostro Paese
Ci eravamo ormai pienamente abituati, negli ultimi anni. L’uso del POS è diventato, infatti, centrale nel sistema dei pagamenti in Italia. L’obbligo di dotarsene per commercianti, esercenti e professionisti è entrato in vigore nel 2022 con l’obiettivo di combattere l’evasione fiscale e facilitare i pagamenti per i consumatori. Grazie alla tecnologia contactless e al crescente utilizzo delle carte, anche le piccole attività hanno potuto accogliere una clientela più ampia e flessibile, riducendo i rischi legati alla gestione del contante.
La legge tutela apertamente i cittadini: chi non accetta un pagamento elettronico può essere sanzionato. Sono tantissimi, infatti, i casi in cui le persone si sono trovate in difficoltà per la mancanza di contanti – dai piccoli acquisti nei mercati rionali, ai taxi, fino ai bar di provincia. Senza un POS attivo, il cittadino viene letteralmente privato del diritto a comprare.
L’Europa guarda avanti. L’Unione Europea ha da tempo avviato il progetto per l’euro digitale, una moneta elettronica pubblica e regolata dalla BCE, che punta a integrare le transazioni digitali in modo sicuro e trasparente, al pari del contante. Un sistema pensato per rafforzare il controllo e la tracciabilità del denaro, riducendo le frodi e aumentando l’efficienza.
Negli anni, i POS si sono radicati in tutte le tipologie di esercizi commerciali, dai supermercati ai negozi artigianali. La loro diffusione ha avuto un’impennata a partire dagli anni Ottanta, con il lancio del circuito Bancomat, e si è evoluta negli anni Novanta grazie all’arrivo dell’e-commerce e delle carte di credito smart. La musica, però, adesso può cambiare, e pure nettamente. Scopriamo perché.
Il rischio concreto di uno “stop” al POS
Ma, nonostante i tantissimi vantaggi, una recente sentenza ha riaperto il dibattito sulla reale obbligatorietà del POS in tutte le situazioni. A Genova, nel 2024, un tabaccaio si è rifiutato di accettare il pagamento elettronico per un pacchetto di sigarette. Il cliente ha chiamato la Guardia di Finanza, che ha multato l’esercente, ma il giudice ha poi annullato la sanzione. Il motivo? Il margine di guadagno era considerato troppo basso per sostenere i costi legati al POS.
Questa decisione ha fatto molto discutere e rischia di creare un precedente pericoloso. Se venisse riconosciuto in altri casi, molti esercenti potrebbero scegliere di non accettare più le carte per vendite a basso margine o di piccolo importo, mettendo a rischio l’universalità dei pagamenti digitali in Italia. Una retromarcia che contrasterebbe con la direzione presa dall’Europa intera.

Senza contanti non compri un bel niente
Il rischio, oggi più che mai concreto, è quello di ritrovarsi in una situazione dove il cittadino viene nuovamente obbligato a girare con il portafoglio pieno di contanti. Per chi è abituato ai pagamenti digitali, ciò rappresenta un evidente passo indietro in termini di sicurezza e praticità.
In molti casi, il messaggio è chiaro: senza contanti, non compri un bel niente. Anche un semplice pacchetto di chewing gum potrebbe diventare irraggiungibile se l’attività commerciale decidesse di non accettare più il POS. Ecco perché è fondamentale monitorare la direzione legislativa e giudiziaria che l’Italia prenderà nei prossimi mesi.