Nota come la Pompei dimenticata della Sicilia, è un luogo straordinario | Puoi camminare tra tombe di 3000 anni fa

citta grecia - foto (C) Teleone.it
C’è qualcosa di simile ad un eterno gioiello, in questa zona dell’isola: ed è tutto scolpito nella roccia…
I turisti lo sanno più che bene, a proposito di Sicilia. Si tratta di una terra che pulsa di storia, un ponte tra Oriente e Occidente, tra passato e presente. L’isola, da millenni crocevia di civiltà, è uno scrigno di meraviglie naturali e archeologiche. Dai templi greci di Agrigento alle strade arabe di Palermo, ogni angolo racconta una storia, ogni pietra sussurra una memoria antica.
Nel versante occidentale, le saline di Trapani, le isole Egadi e l’enigmatico tempio di Segesta dominano paesaggi che sembrano sospesi nel tempo. Scendendo verso sud, Selinunte e la Valle dei Templi ci parlano della grandezza della Magna Grecia. A nord, il Duomo normanno di Monreale e le cupole moresche ci ricordano il passaggio degli arabi e dei normanni.
La parte orientale dell’isola è invece segnata dal fascino dell’Etna, delle gole dell’Alcantara e di città come Catania e Taormina, dove la cultura classica si fonde con lo stile barocco. E poi c’è il cuore dell’isola, con le sue città dimenticate, come Enna, e i suoi paesaggi rupestri: una Sicilia meno nota, ma altrettanto suggestiva.
Questa ricchezza archeologica è una traccia indelebile lasciata dai greci, dai romani, dai bizantini, dagli arabi e da tutti i popoli che qui hanno vissuto, costruito, sognato. È la Sicilia che emoziona, che affascina, che stupisce. Un museo a cielo aperto, in cui la bellezza non conosce stagioni.
E poi c’è la “Pompei dimenticata”
E poi c’è Siracusa, una delle province più antiche e affascinanti del Mediterraneo. In estate, con il suo caldo torrido e la luce accecante, diventa meta ambita non solo da stranieri, ma anche da tanti italiani che la considerano una seconda casa. È un luogo da rispettare, da amare, da vivere intensamente.
Camminare per Siracusa è jun po’ come sfogliare un libro di storia: ogni vicolo racconta, ogni pietra svela un segreto. Il centro storico di Ortigia, le rovine del Teatro Greco, le catacombe e i palazzi barocchi: tutto contribuisce a creare un’atmosfera senza tempo. Eppure, oltre la città, nascosta tra le colline del siracusano, c’è un luogo che merita una menzione speciale.

La necropoli ed il mistero tra le rocce
Quello di cui parliamo è la Necropoli di Pantalica, una meraviglia riconosciuta come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO dal 2005. Situata tra Sortino e Ferla, è spesso definita la “Pompei dimenticata” della Sicilia. Qui, tra canyon e vegetazione selvaggia, si contano più di 5.000 tombe scavate nella roccia, risalenti all’età del bronzo (XIII-VIII secolo a.C.). Oltre alle tombe, si trovano anche i resti di villaggi bizantini e del misterioso palazzo dell’anax, un capo locale di origini egee. Tra le rovine, emergono oggetti quotidiani come ceramiche e utensili in bronzo, testimonianze di una civiltà scomparsa ma mai dimenticata. È un sito che unisce archeologia e natura, silenzio e scoperta, mistero e bellezza.
In un mondo sempre più veloce, Pantalica è un invito ad osservare, ed a mearvigliarsi. Passeggiare tra quelle tombe scavate nella roccia è un’esperienza spirituale, quasi sacra. Ti senti parte di qualcosa di più grande, come se il tempo si fosse fermato per lasciarti spazio. Un luogo ideale per chi cerca una Sicilia autentica, lontana dai circuiti turistici più battuti. Preparate la valigia e prenotate un volo: Pantalica vi aspetta con i suoi sentieri, le sue pareti verticali e i suoi segreti millenari. Sarà un viaggio che non dimenticherete mai.