Lavorare sotto il sole, addio a orari impossibili e sudate infinite | Ora ti danno acqua, ombra e persino il diritto di SCAPPARE

Documenti lavoro - foto canva-teleone.it
Lavorare non dovrebbe mai significare rischiare la vita, con i numeri impietosi dell’ultimo anno: ecco le novità
Quelli che sono stati i primi sei mesi del 2025, la metà dell’anno, sono stati segnati da una tragica crescita delle cosiddette morti bianche, ovvero quei decessi che avvengono durante lo svolgimento del proprio lavoro. I numeri parlano chiaro: ogni settimana, in Italia, decine di lavoratori perdono la vita a causa di incidenti evitabili, colpa spesso di una mancata prevenzione e di condizioni lavorative al limite dell’umano.
A livello nazionale, si registra un incremento del 17% rispetto al primo semestre del 2024. Ma è in Sicilia che la situazione appare ancora più allarmante: tra cantieri, agricoltura e lavori pubblici, il numero dei decessi è cresciuto in modo esponenziale. Le alte temperature, spesso superiori ai 40 gradi, aggravano una realtà già fragile, in cui la sicurezza sul lavoro viene troppo spesso trascurata.
Associazioni e sindacati denunciano da mesi la mancanza di controlli, di formazione, di strumenti adeguati per proteggere i lavoratori. Richiedono tutele vere, non soltanto simboliche. Chiedono l’inserimento obbligatorio di misure contro il rischio caldo nei DVR (Documenti di Valutazione dei Rischi) e protocolli chiari per le aziende. Chiedono che la vita venga prima della produttività.
La speranza è che non sia necessario il sacrificio di altre vite per accendere i riflettori su un problema che riguarda tutti. E in questo scenario, un primo segnale arriva da Roma: è stato appena firmato un nuovo Protocollo che mira a cambiare le cose in modo concreto. Ma spieghiamo meglio il tutto, nei dettagli.
Un nuovo protocollo per fermare il killer invisibile
Il 2 luglio 2025 il Governo e le principali sigle sindacali hanno sottoscritto un Protocollo nazionale per la protezione dei lavoaratori contro il caldo estremo. L’accordo, che verrà formalizzato con un decreto ministeriale, introduce una serie di linee guida operative pensate per ridurre i rischi connessi alle ondate di calore nei settori più esposti, come edilizia, agricoltura, logistica e altri comparti all’aperto.
Tra gli obiettivi principali: prevenire infortuni e malattie professionali legate allo stress termico, promuovere ambienti di lavoro più sani e garantire la sicurezza anche in condizioni meteorologiche avverse. Si tratta del primo protocollo specifico sul tema dopo l’emergenza Covid-19, un segnale importante che potrebbe diventare riferimento anche per le singole amministrazioni locali. E’ fondamentale sapere che il documento non impone obblighi, ma suggerisce misure preventive molto concrete: riorganizzazione dei turni per evitare le ore più calde, pause all’ombra, distribuzione di acqua e frutta, uso di DPI adeguati, formazione sui rischi da calore, smart working dove possibile e pianificazione efficiente delle ferie nei mesi estivi.

Si può lavorare sotto il sole? Ecco cosa si studia adesso
E andiamo ad uno dei temi cruciali, soprattutto d’estate. Il Protocollo sottolinea anche che, in caso di temperature superiori ai 35°C (effettive o percepite), è possibile attivare la cassa integrazione ordinaria senza impattare sul monte ore complessivo. Inoltre, se i ritardi nei lavori pubblici o privati sono causati dal caldo estremo, le imprese non ne risponderanno. Purché abbiano attuato tutte le precauzioni previste. Una novità rilevante riguarda l’inserimento obbligatorio del rischio microclimatico nei DVR aziendali.
Dunque, le imprese dovranno pianificare interventi specifici per salvaguardare la salute dei dipendenti. Orari più flessibili, pause rigeneranti, controlli sanitari mirati, e revisione dei Piani di Sicurezza. In altre parole, la prevenzione deve entrare nel cuore dell’organizzazione aziendale. In poche parole, lavorare non deve mai significare rischiare la vita. La firma di questo protocollo è un passo avanti, ma dovrà essere seguito da controlli reali, incentivi per le aziende virtuose e, soprattutto, da una nuova cultura del lavoro. Un lavoro che, insomma, rispetti le persone, il loro tempo e soprattutto la loro salute…