Bevi e ti SPARA in faccia, richiamate d’urgenza bottiglie-trappola vendute ovunque | È successo tutto in queste ore

Acqua al supermercato - foto (C) Teleone.it

Acqua al supermercato - foto (C) Teleone.it

La sicurezza alimentare non si ferma al cibo: certe confezioni possono essere un rischio (parecchio sottovalutato)

Negli ultimi anni, la sicurezza alimentare è diventata una priorità assoluta per governi, produttori e consumatori. In tutto il mondo si è assistito a un rafforzamento dei controlli su ciò che arriva nei nostri supermercati: dal latte agli insaccati, dalle verdure alla carne. Ogni prodotto alimentare viene sottoposto a test di qualità, analisi chimiche e microbiologiche, e tracciato in ogni fase della filiera. L’obiettivo è uno solo: garantire che ciò che portiamo sulle nostre tavole sia sicuro per la salute.

Nel contesto europeo, ad esempio, sono previsti controlli di routine sia a livello doganale che locale. Le autorità sanitarie verificano con regolarità i livelli di pesticidi, le condizioni igieniche nei laboratori alimentari e la corretta etichettatura dei prodotti. Anche i supermercati hanno potenziato le procedure interne, adottando sistemi automatizzati di allerta in caso di anomalie nei lotti in vendita. Il consumatore finale, oggi più consapevole, gioca anch’esso un ruolo fondamentale nel segnalare prodotti difettosi o sospetti.

Ma nonostante gli enormi progressi nella sicurezza degli alimenti, esiste un rischio di cui si parla ancora troppo poco: quello legato ai contenitori. In particolare, è cresciuta l’attenzione verso le confezioni riutilizzabili per alimenti e bevande, che sono ormai ovunque: a scuola, in palestra, in ufficio. Sebbene siano viste come strumenti ecologici e salutari, in alcuni casi possono rivelarsi pericolose.

Un errore di progettazione, un difetto di fabbrica o una semplice dimenticanza nei test di produzione possono trasformare un oggetto pensato per il benessere in una minaccia. E quando il difetto non è nell’acqua che beviamo, il pericolo diventa ancora più subdolo e inaspettato. Andiamo a spiegare cosa è accaduto.

Il caso limite: i gravi incidenti… non alimentari 

Iniziamo dicendo che bere acqua è vitale, ma nonostante tutto potrebbe essere diventato, in alcuni casi, realmente pericoloso. Non non tutte le bottiglie, insomma, sono realmente “sicure”. Con l’aumento dell’uso di bottiglie termiche, soprattutto durante l’estate, si moltiplicano anche i potenziali rischi. Queste bottiglie, spesso in acciaio inox, vengono usate per mantenere le bevande fresche o calde per ore. Tuttavia, se non correttamente progettate, possono generare pressione interna quando contengono liquidi deperibili o gassati.

Alcuni modelli presentano difetti che mettono a repentaglio la salute. L’apertura del tappo, in presenza di pressione interna, può causare l’espulsione violenta del coperchio, trasformandolo in un proiettile. Una situazione non solo spiacevole, ma potenzialmente pericolosa, soprattutto se l’oggetto viene usato da bambini o anziani. Vediamo nei dettagli cosa è successo.

Acquisto supermercato yogurt - foto (C) Teleone.it
Acquisto al supermercato – foto (C) Teleone.it

Dall’acquisto alle “lesioni permanenti agli occhi”

Diciamo subito che, dove si è verificato il tutto, è letteralmente scoppiato un vero e proprio caso mediatico: il colosso Walmart ha ritirato dal mercato circa 850.000 bottiglie isotermiche Ozark Trail da 64 once, dopo segnalazioni di incidenti legati all’esplosione del tappo. Secondo la Consumer Product Safety Commission (CPSC), il tappo può staccarsi con forza violenta causando danni gravi, tra cui almeno due casi di lesioni permanenti agli occhi.

Il modello incriminato, identificato dal codice 83-662, era venduto dal 2017 e riconoscibile per il corpo in acciaio inox color argento e tappo nero a vite. Walmart ha già rimosso le unità dai negozi, attivando una procedura nazionale di rimborso e invitando i clienti a non utilizzarle più. Un caso, quello che è avvenuto negli Stati Uniti, che dimostra quanto sia importante prestare attenzione non solo a ciò che mangiamo o beviamo, ma anche agli strumenti che utilizziamo per farlo.