UFFICIALE – Pensione a 67 anni? Dimenticala | Ora puoi scegliere TU quando smettere di lavorare

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La riforma delle pensioni in Italia è pronta a cambiare le regole del “gioco”: ecco la grande novità sulla flessibilità
Ormai da diversi anni il dibattito sulle pensioni anima l’agenda politica italiana, tra promesse elettorali, tentativi di mediazione e scontri parlamentari. L’obiettivo è sempre plo stesso: superare un sistema percepito come rigido, iniquo e inadatto alle nuove realtà del lavoro. Uno dei temi più discussi riguarda la cosiddetta Quota da raggiungere o forme simili, che mirano a rendere più flessibile l’uscita dal mondo del lavoro senza attendere obbligatoriamente i 67 anni previsti dalla normativa attuale.
Nel frattempo, i sindacati hanno alzato la voce. CGIL, CISL e UIL chiedono a gran voce l’introduzione di una pensione anticipata senza penalizzazioni per chi ha lavorato in condizioni gravose, per le donne che si sono dedicate alla cura familiare, e per chi ha avuto carriere discontinue. Le proposte non mancano, ma ciò che manca è un’azione concreta e strutturata, fino ad ora.
Il punto di svolta potrebbe arrivare con il Libro Bianco 2030, il nuovo piano strategico elaborato dal Ministero del Lavoro e dall’INPS. Si tratta di un documento programmatico destinato a riformare il sistema pensionistico italiano secondo criteri di equità, flessibilità e sostenibilità. L’uscita ufficiale è prevista per ottobre 2025, ma alcune linee guida sono già state rese pubbliche.
L’intento è chiaro: rendere il sistema più giusto per tutti. E fra i tanti , oltre ai pensionati, o i giovani precari, anche chi ha da sempre svolto lavori usuranti. Il progetto punta ad entrare nella Legge di Bilancio 2026, cambiando radicalmente l’orizzonte pensionistico del Paese. Ma andiamo ai dettagli.
Pensione flessibile e addio alla “soglia fissa” dei 67
Uno dei pilastri del nuovo piano riguarda la possibilità di scegliere in autonomia quando andare in pensione, senza più essere vincolati alla soglia dei 67 anni. In pratica, ogni lavoratore potrà decidere se ritirarsi prima o restare attivo, a seconda del tipo di lavoro svolto, degli anni di contributi versati e della propria situazione personale.
Chi ha svolto mansioni particolarmente faticose o ha iniziato a lavorare in giovane età potrà accedere a sconti contributivi e forme di pensione anticipata. Al contrario, chi decide di proseguire l’attività lavorativa potrà ottenere bonus economici e incentivi fiscali, valorizzando le competenze e l’esperienza maturata. Un vero cambio di paradigma, che supera il vecchio modello “uguale per tutti”.

Bonus strategici e sostegni vari: cosa prevede il Libro bianco
Oltre alla flessibilità in uscita, il Libro Bianco propone una serie di misure rivolte a chi è stato penalizzato dal sistema attuale. Per i lavoratori precari e con carriere discontinue, lo Stato riconoscerà dei contributi figurativi per coprire i buchi contributivi. Un aiuto importante per chi ha vissuto periodi di disoccupazione, part-time o contratti stagionali. Sono previsti anche incentivi per la trasformazione dei contratti a tempo determinato in contratti stabili, con un’attenzione particolare ai giovani che faticano a costruire un futuro previdenziale. L’obiettivo è garantire una pensione dignitosa anche a chi oggi lavora in modo irregolare o instabile.
Le donne caregiver riceveranno un trattamento di favore: bonus solidaristici, sconti contributivi e possibilità di anticipo pensionistico. Chi si è occupato di figli, anziani o disabili avrà diritto a un riconoscimento concreto per il lavoro non retribuito svolto. Stessa attenzione per chi ha lavorato in settori logoranti, come edilizia, sanità, trasporti e pulizie. La proposta rappresenta in poche parole una vera e oproria evoluzione culturale, e non solo legislativa: si riconosce valore anche a ciò che finora è stato invisibile o sottovalutato nel sistema previdenziale. Se approvata, la riforma porterà benefici a milioni di italiani, migliorando equità e inclusione sociale. Il percorso parlamentare sarà decisivo, ma l’impianto è già definito. Ora, la palla passa alla politica.