Pastori, poesia e panorami da sogno | Il borgo SICILIANO che ti fa dimenticare la Sardegna, è un incanto

paesino siciliano campagna - foto (C) Teleone.it

paesino siciliano campagna - foto (C) Teleone.it

Un viaggio fra le “dimenticate” dell’entroterra siciliano, fra le quali ne spicca una in particolare. Ed è bellissima 

La Sicilia, diciamolo subito, non è soltanto mare e barocco. Non è soltanto Taormina, Siracusa, Marzamemi o Cefalù. C’è una Sicilia che resiste al tempo e alle copertine, una Sicilia che si cela tra colline e silenzi, tra boschi e orizzonti infiniti. Un’entroterra che racconta di tradizioni antiche, di mestieri tramandati e di bellezze che si manifestano nella loro forma più autentica, quasi rude. Non ci sono yatch, ma greggi. Non ci sono aperitivi sui tetti, ma sguardi rivolti verso il tramonto che si posa sui campi di grano.

Molte di queste cittadine vivono all’ombra del clamore turistico, ma custodiscono un’anima antica e sincera. Qui ogni cosa ha un profumo diverso: la legna che arde nei caminetti, il pane appena sfornato nei forni a pietra, la rugiada che bagna i muretti al mattino. Qui l’ospitalità non è una strategia di marketing, ma un riflesso naturale della vita.

I borghi dell’entroterra siciliano, spesso dimenticati dagli itinerari più noti, sono capaci di offrire uno sguardo intimo su una Sicilia poetica e pastorale faata di uomini e donne che raccontano storie di resilienza. Le strade non sono perfette, i tetti delle case forse inclinati, ma ogni scorcio è un quadro che si stampa nella memoria di chi guarda.

È un’Italia minore, quella che non urla ma sussurra. E proprio nel cuore di quest’Italia si trova la cittadina che riesce a far innamorare anche chi credeva di aver visto tutto. Ma spieghiamoci meglio.

La rinascita nascosta dei luoghi di Quasimodo

Importante dire subito che, in particolare negli ultimi anni, si parla sempre più spesso di Caltanissetta come di una provincia da riscoprire, con bellezze che aspettano soltanto di essere valorizzate. Nonostante la Sicilia sia già di per sé un mosaico di culture e paesaggi, la zona centrale dell’isola, spesso trascurata, sta emergendo come un’autentica gemma dell’entroterra.

Molti turisti, abituati alle spiagge e ai litorali, stanno riscoprendo la magia delle colline nissene e la ricchezza delle tradizioni locali. È un invito a rallentare, ad ascoltare la terra, a vivere un’esperienza più vera e lontana dal turismo di massa. E c’è un posto che aiuta tantissimo a centrare l’obiettivo.

il paesino siciliano (foto wikipedia) - teleone.it
il paesino siciliano (foto wikipedia) – teleone.it

Quella cittadina che fa “dimenticare” anche la Sardegna

Incastonata tra le valli del Platani e del Torto-San Leonardo, la cittadina in questione è proprio Acquaviva Platani, una delle testimonianze più genuine della bellezza interna siciliana. Il suo nome evoca freschezza, vita, e non a caso il borgo è abitato fin dal Neolitico, come confermato dalle muemrose sepolture preistoriche e reperti archeologici disseminati nel territorio. Ma non è solo storia: è anche letteratura. Il grande poeta Salvatore Quasimodo visse ad Acquaviva da bambino, tra il 1912 e il 1913, accompagnando il padre capostazione.

Le suggestioni di quei luoghi si ritrovano nella poesia “Che vuoi, pastore d’aria?”, dove il paesaggio prende vita con un’intensità che travolge. Ed è proprio qui che si scopre il vero volto del pastore siciliano, spesso erroneamente associato solo alla Sardegna. Acquaviva Platani è un posto dove il tempo sembra essersi fermato. Camminare tra i suoi vicoli è come sfogliare un libro antico, dove ogni pietra racconta, ogni silenzio incanta. Non servono effetti speciali per sentirsi in un angolo di paradiso. Chi visita Acquaviva “dimentica” persino la Sardegna: è un piccolo incanto che resta nel cuore.