INPS distribuisce soldi | Chi ha dei figli incassa subito, questa la richiesta da presentare entro venerdì

inps insegna - teleone.it

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Un sostegno economico mensile che può sicuramente anche fare la differenza: ecco la novità dall’Inps

L’Italia sta affrontando una fase economica sempre più delicata. L’inflazione continua a mordere, erodendo il potere d’acquisto delle famiglie, e il costo della vita ha raggiunto livelli allarmanti. Negli ultimi due anni, i prezzi dei beni di prima necessità sono aumentati anche del 20%, con picchi ancora più alti per alimentari e bollette. Comprare pane, pasta, carne o frutta è diventato un vero lusso per molte famiglie italiane, specialmente per quelle monoreddito.

Il problema non riguarda solo i beni di consumo: anche gli affitti sono aumentati sensibilmente, così come le spese scolastiche e sanitarie. In questo scenario, chi percepisce uno stipendio medio spesso si ritrova a fine mese con poco o nulla da parte. I lavoratori italiani, soprattutto quelli del settore privato, lamentano una situazione insostenibile: il salario reale continua a scendere, mentre le esigenze aumentano.

A peggiorare il quadro, si aggiungono i dati sulla disoccupazione. Secondo l’ISTAT, il tasso di disoccupazione giovanile supera il 20%, e quella femminile resta su livelli preoccupanti, soprattutto al Sud. Trovare un lavoro stabile è difficile, mantenerlo lo è ancora di più, specie per chi deve conciliare impegni familiari e professionali. Eppure, in mezzo a tante difficoltà, arriva ora una novità che potrebbe rappresentare un piccolo ma significativo sollievo per alcune lavoratrici.

In un’Italia dove le famiglie fanno sempre più fatica a sostenere il costo della vita, ogni euro in più in busta paga può diventare decisivo. Ecco perché il nuovo contributo introdotto dal governo per alcune lavoratrici merita attenzione. Ma c’è un dettaglio importante: serve un requisito preciso per ottenerlo, e non riguarda il reddito.

Un contributo mensile strutturale

Diciamo innanzitutto che il governo ha introdotto, con la Legge di Bilancio 2025, una misura che è stata pensata per durare nel tempo. Si tratta di un contributo mensile fisso, direttamente accreditato in busta paga. L’obiettivo? Alleggerire le spese di chi si trova a lavorare e, contemporaneamente, a gestire una famiglia numerosa.

Necessario anche spiegare che non si tratta di una sempilce “mancia elettorale” o un incentivo spot. È un riconoscimento concreto e strutturato del ruolo sociale ed economico di una precisa categoria. Un passo avanti verso quella reale conciliazione tra famiglia e lavoro di cui tanto si parla e che, finalmente, inizia a prendere forma.

Pasqua in famiglia - foto (C) teleone.it
Festa in famiglia – foto (C) teleone.it

Ma cosa serve per ottenere il “bonus”?

Per spostarci sui dettagli, intanto, il contributo è pari a 40 euro al mese. Non una cifra enorme, certo, ma un sostegno concreto, soprattutto perché non richiede alcuna domanda e viene erogato automaticamente. Rispetto alle news circolate nelle ultime settimane, dunque, la scadenza per richieste non è più fissata a venerdì prossimo. Inoltre, è compatibile con altri aiuti economici come l’assegno unico, il che lo rende cumulabile e non penalizzante per chi già beneficia di altre forme di supporto.   La misura non è destinata a tutti i lavoratori, ma esclusivamente a una categoria ben precisa: le lavoratrici madri con almeno due figli. Questo è l’unico requisito richiesto per ottenere il contributo. Il governo ha scelto di sostenere chi, oltre a lavorare, si fa carico quotidianamente della gestione di una famiglia numerosa, un compito spesso difficile e sottovalutato.

Attenzione però: sono escluse le madri che si trovano in congedo parentale o maternità obbligatoria al momento dell’erogazione. Questo dettaglio mira a premiare e incentivare la presenza attiva sul posto di lavoro, anche in situazioni familiari complesse. È una scelta che punta a valorizzare il doppio ruolo delle madri che lavorano: professioniste e pilastri familiari. La misura è stata ulteriormente rafforzata dal decreto-legge n. 95 del 30 giugno 2025, che ha portato il fondo destinato a questa iniziativa da 300 a 480 milioni di euro. Un incremento significativo che testimonia la volontà di rendere stabile e continuativo questo tipo di sostegno.