Addio quattordicesima: la tolgono dal contratto e nessuno ci ha avvisati | Scopri se rientri tra gli sfigati

Lavoro problemi - foto (C) Teleone.it

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Da privilegio a qualcosa che “scompare”: la quattordicesima è in bilico, ecco chi la riceverà davvero quest’anno

Diciamo subito che, in Italia, negli ultimi anni il potere d’acquisto si è ridotto drasticamente. Il denaro ha perso valore e il costo della vita continua a salire. Famiglie intere fanno i conti con bollette sempre più care, mutui insostenibili e beni di prima necessità fuori portata. In un contesto in cui gli stipendi stagnano e la disoccupazione continua a crescere, ogni entrata extra diventa fondamentale.

La realtà sociale è preoccupante: i giovani fanno fatica a trovare un lavoro stabile, i contratti sono spesso precari, e la pensione sembra un miraggio lontano. Chi lavora, spesso lo fa con salari minimi e zero tutele. Eppure, esiste ancora una “speranza” chiamata quattordicesima mensilità, che nei mesi estivi offre una piccola boccata d’ossigeno.

Alcuni fortunati, grazie a contratti collettivi o anzianità lavorativa, riescono a ottenere cifre che fanno la differenza. In certi casi si parla anche di 500 o 600 euro in più, soldi che possono coprire le spese per l’affitto, le medicine o un piccolo viaggio. Ma attenzione: questa mensilità aggiuntiva non è garantita per tutti.

L’inflazione galoppante ha spinto il governo e gli enti previdenziali a rivedere anche strumenti storici come la quattordicesima. E se in passato sembrava una certezza, oggi si sta parlando apertamente della possibilità che venga rimodulata o addirittura eliminata per alcuni. Ma chi rischia davvero di perderla? Spieghiamoci meglio.

La quattordicesima non è un diritto per tutti

Potresti pensare che la quattordicesima sia un diritto acquisito. In realtà è un privilegio concesso solo a chi rispetta specifici requisiti di età, reddito e contributi. Non tutti i lavoratori e pensionati, infatti, ne hanno accesso. Le leggi italiane sono molto chiare: è un aiuto pensato per chi ha una posizione economica fragile o ha versato pochi contributi.

Le somme erogate cambiano in base al tipo di lavoro svolto (autonomo o dipendente) e agli anni di contributi versati. Ma per il 2025, una cosa è certa: chi non rispetta le soglie minime stabilite dall’INPS, non vedrà neanche un euro in più nel cedolino. Andiamo ai dettagli sulla questione.

Inps insegna - teleone.it
Inps insegna – teleone.it

Ma quali sono i requisiti per ottenerla nel 2025?

Innanzitutto, per poter avere diritto alla quattordicesima devi aver compiuto almeno 64 anni entro il 31 luglio dell’anno, o entro il 31 dicembre se il pagamento avviene a fine anno. Il reddito, inoltre, non deve superare la soglia di circa 15.548 euro annui, equivalente a due volte il trattamento minimo INPS. Chi guadagna meno di 11.661 euro annui riceverà una somma più alta: ad esempio, un ex dipendente con meno di 15 anni di contributi otterrà 437 euro, cifra che sale a 546 euro tra i 15 e 25 anni di versamenti, fino a 655 euro oltre i 25 anni. Gli autonomi, invece, ricevono 336 euro fino a 15 anni di contributi, 420 euro tra 15 e 25 anni e 504 euro se hanno versato contributi per oltre 25 anni.

Se il reddito è compreso tra 11.661 e 15.548 euro, gli importi sono più bassi: 336 euro per ex dipendenti con meno di 15 anni di contributi, 420 euro tra 15 e 25 anni, 504 euro oltre i 25. Per gli autonomi: 252 euro fino a 15 anni, 336 euro tra 15 e 25 anni, e 420 euro oltre i 25. Le cifre variano anche in base al tipo di carriera lavorativa. È importante quindi controllare ogni anno le comunicazioni ufficiali dell’INPS per capire se si rientra nei beneficiari. La quattordicesima, dunque, è tutt’altro che universale. Chi non rientra nei parametri, resterà fuori da questo extra.