IMU, lo Stato deve restituirti i soldi | Questa la sentenza che ha stravolto tutto, ora puoi dormire sereno

Casa in affitto - foto archivio teleone.it
Già il possesso della casa richiede numerosi esborsi: ma una sentenza della Cassazione fa chiarezza su possibili rimborsi
L’idea che acquistare un immobile rappresenti un traguardo definitivo è ormai superata. Oggi, chi compra una casa deve affrontare una serie di costi nascosti e continui che rendono la proprietà più simile a un impegno a tempo pieno che a una conquista. Si parte dalle spese notarili, spesso molto elevate, per passare ai costi di registrazione, imposte ipotecarie e catastali, fino ad arrivare alle parcelle di geometri, architetti e agenzie immobiliari.
Una volta entrati in possesso dell’immobile, comincia il vero percorso a ostacoli: ristrutturazioni, impianti da aggiornare, certificazioni energetiche, spese condominiali e tributi locali. Uno dei più pesanti è proprio l’IMU, l’imposta municipale sugli immobili, che non risparmia nessuno, nemmeno chi si trova in situazioni di grave difficoltà o impedimento.
A peggiorare il quadro ci si mette anche la burocrazia, che spesso ignora la realtà materiale delle cose. È il caso di chi, add esempo, si vede privato della propria casa per ragioni ben precise, ma deve comunque continuare a pagare l’IMU pur non potendo utilizzare l’immobile.
Queste situazioni di ingiustizia sono state per anni motivo di frustrazione e rabbia per tanti cittadini, ma oggi arriva una sentenza destinata a cambiare radicalmente il quadro giuridico e fiscale.
Stop ai pagamenti dell’Imu: ecco quando è possibile chiedere il rimborso
Diciamo innanzitutto che si tratta di un passo decisivo per la tutela dei diritti di tanti cittadini vessati da situazioni ingiuste. Grazie ad una sentenza, di cui parliamo in questo articolo, si riconosce (finalmente) che la proprietà privata va tutelata anche sul piano fiscale. Ora si apre la strada a numerosi rimborsi, che potranno dare sollievo economico a chi ha vissuto anni di battaglie legali e incertezze.
Ma parliamo proprio della recente sentenza della Corte di Cassazione. Si tratta della n. 18940 del 10 luglio 2025, che ha fatto finalmente chiarezza: l’esenzione dall’IMU per gli immobili occupati abusivamente è retroattiva. Questo significa che i proprietari che si sono visti sottrarre il possesso dei propri beni a causa di occupazioni illecite e hanno sporto regolare denuncia, potranno richiedere il rimborso anche per gli anni passati. Il principio, già anticipato dalla storica sentenza della Corte Costituzionale n. 60/2024, sancisce l’illegittimità dell’articolo 9, comma 1, del D.Lgs. 23/2011, nella parte in cui imponeva il pagamento dell’IMU anche per gli immobili occupati. Secondo la Suprema Corte, un immobile sottratto con la forza o l’inganno non rappresenta alcuna capacità contributiva: il presupposto dell’imposta viene quindi meno.

Il caso simbolo e le conseguenze per i cittadini
La pronuncia nasce dal ricorso di una contribuente, impossibilitata per anni a utilizzare un suo terreno occupato da terzi. Nonostante il contenzioso e l’azione giudiziaria intrapresa, il Comune continuava a pretendere l’IMU. I giudici hanno stabilito che ciò che conta, ai fini fiscali, è la reale disponibilità del bene, non il solo titolo di proprietà.
La causa è stata rinviata alla Corte di Giustizia Tributaria, ma il principio è chiaro e ora rappresenta un precedente importante: il cittadino che perde l’uso dell’immobile per cause non imputabili alla sua volontà e ha sporto regolare denuncia, non è tenuto a pagare l’IMU e ha pieno diritto al rimborso. I proprietari che si trovano in questa situazione devono sapere che la giurisprudenza riconosce ora il loro diritto a vedere annullate le pretese tributarie passate. È fondamentale, tuttavia, aver presentato tempestivamente una denuncia alle autorità e attivato i canali legali disponibili.