Ma quale Catania, questa è la VERA città degli elefanti | Le prove sono tangibili, gli esperti confermano tutto

citta elefante - foto archivio teleone.it
La Sicilia continua a sorprendere: un altro comune contende a Catania il titolo di “città degli elefanti”.
In Sicilia, ogni città possiede un simbolo, un cuore pulsante che ne racconta l’anima, la storia, le radici profonde. Se si pensa a Catania, viene subito in mente l’elefante, diventato ormai un’icona indelebile che abbraccia la cultura, lo sport e l’identità di un popolo.
L’elefante in pietra lavica, chiamato affettuosamente “Liotru”, domina Piazza Duomo, diventando il centro simbolico e geografico della città. Ma il pachiderma etneo non si ferma alla scultura monumentale: lo troviamo sul gonfalone comunale, nei documenti ufficiali, persino nelle maglie della squadra di calcio del Catania, che ne porta con orgoglio l’effigie sul petto.
Questa scelta simbolica affonda le sue radici in leggende antiche, che parlano di un mago capace di trasformarsi in elefante, e in presenze archeologiche riconducibili a tempi remoti, in cui questi animali vivevano realmente nella zona.
Insomma, Catania e l’elefante sono un binomio inscindibile, almeno fino ad oggi. Ma ecco che si affaccia una nuova verità che cambia le carte in tavola: e se la vera “città degli elefanti” in Sicilia fosse un’altra?
Un dubbio che riscrive la geografia dei simboli
Per tutti coloro che erano covninti che solo Catania potesse vantare il titolo, spunta invece una nuova, inaspettata protagonista: una perla siciliana a pochi chilometri da Agrigento. Si tratta di un comune che raramente ottiene le luci della ribalta, ma che oggi reclama un posto d’onore nella storia simbolica dell’isola.
Parliamo di un territorio che, come molte zone dell’entroterra siciliano, è stato fin troppo spesso trascurato nei racconti turistici e nelle narrazioni digitali. Eppure, proprio lì si nasconde un tesoro archeologico di valore assoluto, capace di riscrivere ciò che sapevamo. Ma spieghiamoci meglio…

Benvenuti dove l’elefante è storia vera
La vera sorpresa arriva da un comune di circa 10.000 abitanti in provincia di Agrigento, situato tra Licata e il Monte Saraceno. Una località che, al di là della sua bellezza paesaggistica, è balzata agli onori della cronaca archeologica per un ritrovamento eccezionale: la zanna di un elefante nano, risalente all’epoca greca. Questa scoperta, frutto di campagne di scavo accurate, ha acceso i riflettori su un passato che va ben oltre le semplici leggende. Nel luogo in questione, che è Ravanusa, l’elefante non è solo simbolo: è presenza reale, fossile, storica. Un dato che mette in discussione… la primazia catanese, almeno sul piano scientifico.
Fondata dai normanni nel 1086, la città deve il suo nome, secondo la tradizione, a un miracolo accaduto durante l’avanzata dell’esercito di Ruggero d’Altavilla, quando venne ritrovata l’acqua grazie a un fico sacro: da lì il toponimo “Rivinusa”, cioè “acqua rinvenuta”. Nonostante la tragedia dell’11 dicembre 2021, quando una fuga di gas causò un’esplosione che provocò 9 vittime e distrusse decine di edifici, Ravanusa continua a risorgere con orgoglio e determinazione. E adesso ha anche un elefante, scolpito nella storia.