Intelligenza dei figli, solo un GENITORE può esultare | La scienza parla chiaro, è tutto merito suo

Famiglia mamma papà e bimbo - foto (C) Teleone.it
Se ne parla ormai da secoli, ma a proposito del tema emergono anche risposte più precise dalla scienza
Quando nasce un bambino, si accendono sorrisi e battute tra amici e parenti: un rito collettivo fatto di paragoni e supposizioni. “Ha il sorriso del papà!”, “Sembra tutta la mamma!”, e immancabilmente: “Speriamo non abbia preso la memoria corta del padre!”. Ma dietro questi giochi di somiglianze, si cela una verità affascinante che la scienza ha iniziato a confermare: l’intelligenza potrebbe essere ereditaria… ma solo da un genitore in particolare.
È un tema che ha alimentato discussioni per decenni e che oggi trova conferme in studi scientifici autorevoli. Già durante l’infanzia, osservando le prime parole, i giochi, le reazioni a scuola, si tende a domandarsi: da chi avrà preso? E quando si parla di capacità cognitive, le opinioni si moltiplicano: “Se prende dalla mamma, è a cavallo!”, oppure “Col padre che ha, speriamo solo che impari a scrivere…”.
Le differenze tra i genitori diventano bersaglio di commenti ironici o affettuosi. Ma tra una battuta e l’altra, la domanda resta: l’intelligenza da chi si eredita veramente? I più recenti studi in neurogenetica non lasciano spazio a dubbi: la trasmissione dell’intelligenza segue una logica precisa e, per molti versi, sorprendente.
Si è scoperto che i geni responsabili delle funzioni cognitive risiedono prevalentemente su un cromosoma . Una scoperta che ha fatto parlare non solo le riviste scientifiche, ma anche sociologi ed educatori. Ecco quindi quel che la scienza ha realmente scoperto.
I geni dell’intelligenza “abitano” sul cromosoma X
Secondo gli studi già ipotizzati negli anni ’90 dal ricercatore Robert Lehrke, e confermati da ricerche successive dell’Università di Ulm in Germania, gran parte dei geni legati all’intelligenza risiedono sul cromosoma X. Un particolare che cambia completamente le carte in tavola: le donne, infatti, hanno due cromosomi X, mentre gli uomini ne hanno solo uno.
Questo vuol dire che i figli ereditano più geni cognitivi dalla madre rispetto al padre. Alcuni di questi geni vengono “attivati” soltanto se provengono dalla madre: un processo noto come imprinting genetico. Se lo stesso gene viene trasmesso dal padre, spesso resta silente. Una scoperta che ha rivoluzionato la comprensione dello sviluppo intellettivo nei bambini.

Non solo geni, con l’ambiente che fa la sua parte
Naturalmente, non tutto dipende dal DNA. Gli esperti stimano che tra il 50% e il 60% dell’intelligenza sia genetica. Ma il restante 40-50% è influenzato da fattori ambientali, educativi e relazionali. In altre parole, anche se la mamma trasmette i mattoni dell’intelligenza, sarà l’ambiente a costruire l’edificio. Lettura, gioco, arte, curiosità e stimolazione precoce rappresentano elementi essenziali per lo sviluppo cognitivo. E in tutto questo, la figura materna resta centrale, non solo per ragioni genetiche, ma anche per il ruolo attivo nella crescita del bambino. In breve, se qualcuno dice: “Ha preso tutto dalla mamma”, potete rispondere con fierezza: “Esatto. Anche il cervello. E lo dice la scienza!”.
Come scrisse il poeta moldavo Efim Tarlapan: “Fare figli potenzialmente intelligenti è procreazione; educarli davvero intelligenti è creazione”. E in questa creazione, la madre è, e resta, la protagonista assoluta. Fino a prova contraria, ovviamente…