ULTIM’ORA INPS: l’Assegno Unico è stato cancellato | Queste le famiglie destinate al baratro, rivolte in tutte le piazze

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Fondamentale per migliaia di famiglie sapere che non basta soltanto fare domanda per accedere all’intero importo
Il 2025 si conferma un anno di forti misure economiche pensate per sostenere le famiglie italiane, duramente colpite dagli effetti del “rallentamento” economico e dalla crescita zero. Il governo ha varato una serie di bonus e agevolazioni destinati a nuclei familiari con figli a carico, a basso reddito o con situazioni particolari. Questi provvedimenti, che spaziano dal sostegno alla natalità agli aiuti per il pagamento delle bollette, sono strumenti fondamentali per arginare il disagio sociale.
Tra i principali incentivi troviamo il Bonus Asilo Nido, il Bonus Bebè, e il Bonus Mamma Domani. Questi contributi possono raggiungere cifre importanti, anche fino a 3.000 euro l’anno, se collegati a un ISEE contenuto. Inoltre, è stato prorogato anche il Bonus Sociale Luce e Gas, utile a calmierare le spese domestiche sempre più insostenibili per molte famiglie.
Accanto alle famiglie, un ruolo centrale lo occupano anche i pensionati, a cui il governo Meloni ha destinato nuove misure una tantum, adeguamenti delle pensioni minime e agevolazioni su farmaci e servizi sanitari. Gli anziani con assegni più bassi beneficeranno anche nel 2025 di aumenti percentuali legati all’inflazione.
Inoltre, sono previste agevolazioni per l’acquisto di beni scolastici, contributi per affitti calmierati e un’estensione delle detrazioni fiscali per le famiglie numerose. L’obiettivo è sostenere i genitori sin dalla gravidanza, passando per l’educazione scolastica e fino al compimento della maggiore età dei figli.
Assegno Unico: cosa cambia e perché alcuni rischiano di perderlo
Ma passiamo all’assegno unico universale, che rappresenta oggi la misura simbolo del sostegno familiare. Introdotto per semplificare il panorama degli aiuti e aumentare la natalità, è destinato ai figli a carico dai 7 mesi di gravidanza fino ai 21 anni. Nel 2025, il meccanismo è stato aggiornato con importi maggiorati per i neonati e per i figli fino ai 3 anni, per supportare al meglio le spese nei primi anni di vita.
Ma “occhio”, perché in questo caso non mancano le criticità: il beneficio, infatti, viene erogato in base all’ISEE del nucleo familiare. L’assegno viene calcolato al minimo previsto per legge, con importi nettamente inferiori a quanto, in realtà, si potrebbe ottenere con il provvedimento. Importante sapere, dunque, innanzitutto che la mancata presentazione del documento entro i termini stabiliti comporta gravi conseguenze per le famiglie che, a loro insaputa, possono ritrovarsi a perdere l’aiuto economico. Ma andiamo a chiarire.

Il nodo della scadenza: ecco quando verrà sospesa l’erogazione
È fondamentale, dunque, sapere che per ricevere il massimo consentito, non basta assolutamente fare e presentare domanda: per accedere all’intero importo dell’assegno unico serve infatti presentare ogni anno un ISEE aggiornato. Chi non lo ha ancora fatto per il 2025, ha tempo soltanto per pochi altri giorni. Il limite massimo di tempo, infatti, è stato fissato alla data di lunedì prossimo, ovvero il 30 giugno. Oltre tale data, l’erogazione verrà sospesa e sarà necessario regolarizzare la situazione per non perdere anche le mensilità future.
Le cose, dunque, potrebbero cambiare bruscamente per chi è “distratto”, o non si è ancora perfettamente informato sulle scadenze. L’assegno viene, dunque cancellato, se non si agisce subito: è fondamentale sapere che per chi invierà l’ISEE dopo il 30 giugno, l’INPS passerà alla sospensione del pagamento fino ad una nuova verifica, e l’eventuale rimborso degli arretrati non è garantito per tutti i casi. Un appello, quindi, a tutte le famiglie che sono interessate all’assegno mensile. E’ necessario, dunque, controllare la vostra posizione per non perdere un diritto fondamentale. In caso di difficoltà, è possibile chiedere informazioni o indicazioni ai vari Caf in città.