Nasce “Le Rotte del Mediterraneo nell’età del Bronzo”: un grande itinerario tra storia, mare e cultura

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Nasce “Le Rotte del Mediterraneo nell’età del Bronzo”, un itinerario culturale senza precedenti, che unisce musei, siti archeologici e istituzioni culturali in una rete di venti approdi, per raccontare, attraverso scavi, reperti e paesaggi, un’epoca affascinante e ancora in parte da scoprire: quella dell’età del Bronzo nel Mediterraneo.

Questa nuova rete culturale ha come obiettivo principale la valorizzazione delle comuni radici mediterranee, con uno sguardo rivolto alla promozione del turismo culturale e sostenibile. Al centro del progetto c’è, appunto, l’Età del Bronzo, un periodo cruciale per lo sviluppo delle civiltà costiere, tra il III e il I millennio a.C., durante il quale si intensificarono gli scambi, le conoscenze e le relazioni tra i popoli che abitavano le sponde del Mediterraneo. Un’epoca di grandi viaggi, in cui le terre della Penisola, della Sicilia e della Sardegna, bagnate dal Tirreno, dallo Ionio, dall’Adriatico, già coinvolte sin da epoche remote in importanti rotte marittime, furono interessate da reti di navigazione complesse che comprendevano anche l’Egeo e il Vicino Oriente.

Il progetto coinvolge numerosi partner, tra musei, università, comuni, enti regionali, parchi archeologici, scuole e centri di ricerca, dando vita a un network che propone attività didattiche, scientifiche e culturali, iniziative artistiche, programmi di ricerca e scambi tra giovani generazioni.

Gli approdi del racconto iniziano con oltre venti luoghi per esplorare l’età del Bronzo. Il viaggio comincia nel cuore del Tirreno, a Ustica, con il Villaggio preistorico dei Faraglioni, uno degli insediamenti più conservati del Mediterraneo centrale e con il Museo archeologico “Carmelo Seminara”. Da qui, il percorso si snoda attraverso altre isole e città emblematiche: in Campania, a Vivara, con i siti di Punta d’Alaca, Punta Mezzogiorno e Punta Capitello, a Procida con il Museo civico “Sebastiano Tusa”, a Lacco Ameno (Ischia) e nei Campi Flegrei. In Sicilia, a Siracusa, con il Museo archeologico “Paolo Orsi” e con il sito preistorico di Thapsos a Priolo Gargallo, nelle Eolie con i siti di Filo Braccio, della Montagnola a Filicudi e della Rocca di Lipari, il villaggio preistorico di Punta Milazzese a Panarea, di San Vincenzo a Stromboli e di Portella a Salina, e poi a Pantelleria con il sito di Mursia. E ancora nell’Adriatico, con le tappe del sito di Roca Vecchia a Marina di Melendugno, nel Salento, l’insediamento preistorico di Coppa Nevigata a Manfredonia, e oltre i confini italiani: luoghi di Grecia, Cipro, Malta, Spagna e Francia.

Ciascuno di questi siti custodisce tracce fondamentali delle interconnessioni tra le civiltà preelleniche, e testimonia come il Mediterraneo – come scriveva lo storico David Abulafia – sia stato “il più dinamico luogo di interazione tra società diverse sulla faccia del pianeta e ha giocato nella storia della civiltà umana un ruolo molto più significativo di qualsiasi altro specchio di mare”.

A guidare e coordinare il percorso culturale è un comitato scientifico composto da esperti in archeologia preistorica, classica e navale, nonché in architettura, storia, scienze geologiche e comunicazione: tra i membri figurano, per l’archeologia preistorica Pierfrancesco Talamo (Parco Archeologico dei Campi Flegrei, MiC), coordinatore del comitato; il professore Massimo Cultraro (CNR), l’archeologa Maria Clara Martinelli (Parco Archeologico delle Isole Eolie), la prof.ssa Carla Pepe (Università Suor Orsola Benincasa, Napoli); per l’archeologia classica Maria Laura Di Leonardo (Parco Archeologico di Himera, Solunto e Iato), Maria Luisa Tardugno (Soprintendenza ABAP A.M. di Napoli), Anna Abbate (Gruppo archeologico Kyme), Giorgia Tinnirello per l’archeologia navale. Per l’ambito storico, scientifico, architettonico e culturale: l’architetto Domenico Targia, l’architetto Anna Russolillo, fondatrice e presidente delle “Rotte dell’età del Bronzo”, il geologo Franco Foresta Martin (INGV), il professore Valerio Agnesi (geomorfologo), Davide Bruno (Area Marina Protetta di Ustica), Alberto Samonà (giornalista, esperto in comunicazione culturale e membro del Cda del Parco Archeologico del Colosseo), il professore Ciro Di Fiore e il vulcanologo Sandro De Vita (INGV). La logistica è curata da Vita Montalto, Federica Russolillo, Francesca Diana, e Sonia Gervasio.

La presentazione dell’itinerario, con un focus sulle isole di Ustica, Procida e Vivara, è in programma venerdì 27 giugno, alle 11, presso l’Area Marina Protetta di Ustica. Saranno presenti il dirigente generale dei Beni culturali della Regione Siciliana Mario La Rocca; il sindaco di Ustica Salvatore Militello; il direttore del Parco archeologico di Himera, Solunto e Monte Iato, Domenico Targia; il consigliere con delega alla Cultura e a Vivara, Michele Assante del Leccese; la proprietaria dell’isola di Vivara Francesca Diana. Alla tavola rotonda, interverranno Anna Russolillo; il direttore dell’Area Marina Protetta di Ustica Davide Bruno; l’archeologo e funzionario del Ministero della Cultura, Pierfrancesco Talamo; l’archeologo e docente universitario Massimo Cultraro; il direttore del Parco Archeologico di Siracusa, Carmelo Bennardo; il direttore del Museo Lab della Scienza della Terra di Ustica Franco Foresta Martin; l’archeologa Anna Abbate, vicepresidente delle “Rotte”. Le prossime presentazioni del progetto sono in programma, il 27 ottobre a Procida (Museo Sebastiano Tusa), e il 28 ottobre a Vivara (Antico Frantoio).

“Le Rotte del Mediterraneo nell’età del Bronzo”, promosso associazione RoMeB, che ha, tra gli altri, ottenuto il patrocinio gratuito dell’Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, abbraccia differenti ambiti, tra storia, navigazione e paesaggio, ma anche aspetti delle culture mediterranee contemporanee, come gastronomia, arte, ceramica e patrimonio immateriale, senza trascurare scienza e tecniche.

Attraverso questo itinerario si intende, infatti, promuovere e divulgare il patrimonio culturale legato alle varie fasi di questa epoca, promuovere la cultura del mare, il paesaggio e le testimonianze del passato, nonché i valori universali dell’incontro fra popoli; favorire lo sviluppo di un turismo sostenibile basato sulla promozione del patrimonio storico, archeologico e paesaggistico del Mediterraneo; promuovere attività di ricerca ed eventi legati alla preistoria e alla protostoria, coinvolgendo anche i ragazzi. Per queste ragioni, “Le rotte del Mediterraneo nell’età del Bronzo” non è solo un itinerario archeologico, ma un invito alla riscoperta dell’identità mediterranea, attraverso la cultura del mare, la memoria delle antiche tecnologie, le rotte dei commerci e degli scambi tra civiltà. È una narrazione corale che unisce le isole “minori” in una grande impresa culturale, con l’ambizione di rendere il Mediterraneo nuovamente protagonista del dialogo tra i popoli.