Vai a Ragusa e scopri l’esistenza di una mini BUDAPEST | Scatti un selfie e i tuoi amici crederanno che sei in Ungheria

foto della città ungherese (foto pexels) - teleone.it

foto della città ungherese (foto pexels) - teleone.it

In Sicilia una vera e propria “perla barocca”, in cui batte forte un “cuore” tutto ungherese

Nel cuore della Sicilia orientale, così come in quella centrale, sorgono cittadine ricche di arte e storia, immerse in paesaggi affascinanti: tra queste ne spicca una che rappresenta, ad oggi, una vera meraviglia dal putno architettonico e culturale.

La Sicilia, nota per il suo sontuoso barocco e i suoi borghi immersi nella luce mediterranea, ospita città splendide come Noto, Ragusa Ibla, Modica o Scicli, per citarne soltanto alcune, e ciascuna ha una sua identità unica. Ma è nella parte sud-occidentale dell’isola che si cela un centro tanto giovane quanto sorprendente: una cittadina che ha una vocazione agricola, ed il patrimonio artistico e uno stile architettonico che hanno fatto parlare di “mini Budapest”.

Tra i fiumi Ippari e Dirillo si estende una piana fertile che accoglie questa cittadina fondata nel 1607 con lo scopo di valorizzare le terre della storica Contea di Modica. Da allora, il territorio è cresciuto armoniosamente tra natura, economia rurale e cultura.

Nel primo nucleo urbano, sorto in contrada Grotte Alte, si trovano testimonianze di civiltà risalenti all’Età del Bronzo. Oggi, la città racconta una lunga storia fatta di migrazioni interne, crescita sociale e sviluppo artistico, grazie anche alle influenze di popolazioni provenienti da Calabria, Malta e altri angoli della Sicilia.

L’arte e la bellezza, barocco e liberty tra chiese e castelli

Camminando nel centro storico si rimane colpiti dalla maestosità del Castello Colonna Henriquez, costruito nel 1607 come sede della Contea, poi trasformato in carcere e infine recuperato come Museo Civico Polivalente. Al suo interno: una pinacoteca con 60 opere, una collezione ornitologica, simulatori teatrali d’epoca e 49 pannelli che narrano la storia del territorio.

Non distante, la splendida Basilica di San Giovanni Battista si staglia su una piazza elegante. La sua facciata a tre ordini è un esempio eccellente di architettura settecentesca, con una cupola disegnata nel 1854 dall’architetto Giuseppe Di Bartolo Morselli. L’interno a croce latina è impreziosito da stucchi, marmi e decorazioni dorate, specchio di un gusto raffinato eclettico.

museo italo ungherese (foto Comune Vittoria) - teleone.it
museo italo ungherese (foto Comune Vittoria) – teleone.it

Una splendida cittadina, e il suo “cuore” è ungherese

Ma torniamo alla parentesi… estera. La cittadina in questione si distingue anche per un’insolita influenza architettonica ungherese. Alcuni edifici pubblici, le proporzioni delle piazze e le linee delle facciate ricordano in maniera sorprendente l’architettura di Budapest, al punto che più di uno storico locale ha definito la cittadina una “mini Budapest”. E questa vocazione mitteleuropea affonda le radici nel passato bellico: durante la prima guerra mondiale, nella zona fu costruito un campo di concentramento per i prigionieri austro-ungarici. È proprio lì che oggi sorge il Museo Italo-Ungherese, realizzato in collaborazione con il governo magiaro.

Per chi non lo avesse capito, la splendida cittadina di cui parliamo è Vittoria, bellissima provincia di Ragusa. Il museo è ospitato in un capannone restaurato e racconta, attraverso installazioni storiche e documenti, la vita dei prigionieri e il forte legame che si è creato tra Ungheria e Sicilia. Oltre a valorizzare la memoria, il percorso museale vuole trasmettere messaggi universali di pace, tolleranza e rifiuto della guerra, rivolgendosi in particolare a scuole e giovani generazioni. La singolare unione di stili e valori rende Vittoria una città unica: al fascino del barocco si affianca la memoria storica e culturale di un’Europa unita nella diversità. Una tappa che, secondo molti, è una di quelle “imperdibili” nella programmazione di unn viaggio nell’isola.