Lavoro, se resti un paio d’anni in più il Governo ti “ricompensa” con +9,19% sulla paga | Devi compilare subito questo modulo

soldi (pexels) - teleone.it
Una importante agevolazione, con vantaggi molto importanti per alcuni lavoratori: ecco come ottenere il “bonus”
Negli ultimi anni, l’Italia ha affrontato una crescente instabilità nel mondo del lavoro. Il tasso di disoccupazione, soprattutto tra i giovani e gli over 55, ha continuato a salire, aggravando un quadro già fragile. Questa situazione non impatta solo il reddito delle famiglie, ma si riflette in modo diretto sulla sostenibilità del sistema previdenziale, che vive dell’equilibrio tra entrate contributive e uscite pensionistiche.
In questo contesto critico, il governo ha messo in campo una serie di strategie per rilanciare l’occupazione e contenere la spesa previdenziale. Da una parte, si cerca di incentivare l’assunzione di giovani con sgravi contributivi mirati; dall’altra, si tenta di allungare la vita lavorativa dei dipendenti più esperti, offrendo bonus economici a chi decide di rimandare il pensionamento.
La questione è delicata: ogni anno aumenta il numero di cittadini che raggiungono l’età per il pensionamento, ma con una speranza di vita più lunga e una crescita economica debole, il sistema Inps è chiamato a trovare un nuovo equilibrio. Le pensioni in Italia stanno cambiando, con un orientamento sempre più chiaro verso una maggiore flessibilità in uscita ma anche incentivi a restare produttivi più a lungo.
Proprio in questo scenario si inseriscono le misure contenute nella Manovra 2025, che interviene sia sul piano occupazionale che su quello previdenziale. In particolare, il governo ha potenziato un incentivo al posticipo del pensionamento, pensato per coloro che hanno maturato i requisiti per uscire anticipatamente ma scelgono di restare in servizio.
Un bonus per chi rinuncia al pensionamento anticipato
La misura di cui parleremo si aggiunge ad altri strumenti pensati per migliorare la liquidità dei cittadini, come le alternative al credito tradizionale. Tuttavia, è evidente come il focus del governo sia quello di favorire la permanenza attiva nel mondo del lavoro, piuttosto che incentivare uscite anticipate che rischiano di pesare eccessivamente sui conti pubblici.
Resta dunque una grande opportunità per i lavoratori. In un periodo in cui il costo della vita è in aumento, questo tipo di incentivo rappresenta un sostegno economico concreto e immediato per chi può e vuole prolungare la propria attività lavorativa.

Modalità di richiesta e tempi di decorrenza
Ma andiamo ai dettagli. La novità principale è il bonus riconosciuto a chi decide di non accedere a quota 103 o alla pensione anticipata ordinaria, preferendo continuare a lavorare. Per i dipendenti privati, la decorrenza del bonus parte da settembre 2025; per quelli pubblici, da novembre. Il premio consiste in un aumento netto in busta paga pari al 9,19% della retribuzione lorda, equivalente alla quota di contributi non più versati all’Inps dal lavoratore. Si tratta quindi di un vero e proprio incentivo a rimanere attivi nel mondo del lavoro, almeno fino al compimento dei 67 anni, l’età oggi fissata per la pensione di vecchiaia. L’Inps ha chiarito, tramite la circolare n. 102/2025, che il beneficio viene erogato solo a fronte della rinuncia ai contributi previdenziali e dura fino al raggiungimento del limite di età pensionabile ordinario.
La domanda per accedere al bonus va presentata direttamente all’Inps. Se inoltrata prima della decorrenza della pensione, l’incentivo parte immediatamente da quella data. In caso contrario, parte dal mese successivo alla richiesta. Il bonus è disponibile per chi matura i requisiti per la pensione anticipata flessibile (quota 103) o quella ordinaria, purché scelga volontariamente di posticipare l’uscita.
Per il 2025, la decorrenza del bonus cambia in base alla categoria lavorativa: per i dipendenti pubblici dal 1° novembre (o 2 ottobre in alcune gestioni esclusive); per i lavoratori del settore privato e autonomi, dal 1° settembre (o 2 agosto per gestioni speciali come sanità e ferrovie). A seconda della gestione pensionistica (Cpdel, Cps, Cpi e Cpug), può essere necessario attendere tre o quattro mesi. Grazie alla Manovra 2025, l’importo in busta paga è esente da imposte e contributi aggiuntivi, aumentando così il vantaggio netto per il lavoratore che decide di rimandare l’uscita dal lavoro.