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il castello che domina la cittadina (fonte scent-of-sicily.com) - teleone.it
Uno dei più bei gioielli storici e architettonici dell’intera Sicilia: un borgo in cui in tanti sognano di vivere
Nella parte occidentale della Sicilia, tra i rilievi montuosi e i panorami mozzafiato, sorgono cittadine dal cuore antico, spesso dimenticate dal turismo di massa. Borghi come Salemi, Calatafimi, Segesta e Gibellina custodiscono un patrimonio storico unico, legato a dominazioni arabe, normanne e spagnole. Il loro fascino si manifesta tra vicoli acciottolati, mura antiche e resti di castelli che raccontano secoli di civiltà stratificate. In questi luoghi il tempo sembra rallentare, l’aria profuma di zagare e ogni pietra ha una storia.
Queste piccole città d’arte, immerse in una natura ancora incontaminata, vantano centri storici medievali perfettamente conservati, in cui convivono cultura, arte e spiritualità. Tuttavia, il loro potenziale turistico resta ancora inespresso, sebbene rappresentino una grande opportunità per un turismo sostenibile e colto.
Tra queste perle, una si distingue per bellezza e fama. Si tratta di una vera e propria “terrazza” sul Mediterraneo, che scopriremo in questo articolo. Situata su un’altura a strapiombo sul mare, la cittadina domina l’intera provincia di Trapani e offre una vista impareggiabile sulle Egadi e sulla costa tunisina.
Chi la visita per la prima volta rimane stregato: le sue pietre raccontano di dei, regine, cavalieri e santi. Il borgo antico si presenta come un capolavoro architettonico medievale, visitato ogni anno da migliaia di turisti italiani e stranieri. Non è solo la sua bellezza a colpire, ma anche l’alta qualità della vita che offre: clima mite, cibo genuino, tranquillità, sicurezza e un costo della vita estremamente basso. Molti viaggiatori, soprattutto pensionati stranieri, la considerano una meta ideale dove trasferirsi stabilmente. Inutile fare i “conti”: una pensione è, infatti, molto più che sufficiente per vivere da “re”. Farlo in un posto del genere, poi, è qualcosa di invidiabile. Ma andiamo a scoprire quali sono le più grandi bellezze.
Castello di Venere e le torri normanne
Uno dei simboli più noti è il Castello di Venere, costruito dai Normanni sui resti di un antico tempio dedicato alla dea dell’amore. Nell’antichità, i Fenici vi adoravano Astarte, i Greci Afrodite, i Romani Venere. Il castello era circondato da torri merlate, collegate da cortine e da un ponte levatoio. Ancora oggi, le sue mura raccontano di naviganti e culti antichi, mentre la vista dal castello è una delle più spettacolari dell’intera isola.
Accanto al castello si estendono i Giardini del Balio, un’oasi verde dallo stile inglese che regala panorami mozzafiato: dal Golfo di Trapani a San Vito lo Capo, dalle saline alle isole Egadi, fino a intravedere, nei giorni limpidi, il profilo dell’Africa. Un luogo ideale per una passeggiata rilassante o per scattare fotografie memorabili.
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Un museo a cielo aperto tra chiese e torri
Nel cuore di Erice sorge il Polo Museale A. Cordici, istituito nel 1876 e oggi ospitato nell’ex convento dei Frati Minori. Diviso in sezioni archeologiche, storico-artistiche, etnoantropologiche e di arte contemporanea, il museo offre un percorso immersivo nel passato della città. Un altro luogo simbolico è la Torretta Pepoli, oggi trasformata in un osservatorio culturale e “Faro del Mediterraneo”. Un tempo rifugio di intellettuali e artisti, oggi ospita un museo multimediale che racconta la storia ericina in modo moderno e coinvolgente. Il progetto, sostenuto dall’Università di Palermo, prevede anche la pubblicazione di una rivista culturale scritta da studenti mediterranei. Non può mancare una visita alla Chiesa Madre, costruita nel XIV secolo per volere di Federico d’Aragona. Sorge accanto alle mura elimo-puniche ed è un esempio splendido di architettura gotica siciliana, affiancata da un campanile romanico. Al suo interno, croci e capitelli medievali raccontano storie di fede e di arte.
Tra le numerose chiese presenti, spicca anche San Martino, riedificata nel XVII secolo grazie ai lasciti di nobili locali. Con le sue tre navate e dieci colonne toscane, rappresenta uno degli esempi più significativi di rinascita religiosa ed estetica nel cuore del borgo. Ultimo ma non meno affascinante, il Quartiere Spagnolo: fortezza incompiuta risalente al XVII secolo, oggi sede della sezione etnoantropologica del museo. Simbolo di resistenza popolare e della convivenza con le potenze straniere, racchiude tutta la complessità storica dell’identità siciliana. Erice, insomma, è dunque molto più di una meta turistica: è un luogo dell’anima, in cui il tempo si ferma tra mura antiche, panorami mediterranei e spirito accogliente. Un perfetto connubio tra bellezza, spiritualità e qualità della vita.