In Sicilia la TERRA TREMA | Questo l’epicentro del tutto, anziché scappare le persone se ne vantano e festeggiano

la cittadina catanese dall'alto e il lungomare (foto google) teleone.it

la cittadina catanese dall'alto e il lungomare (foto google) teleone.it

In alcuni angoli della Sicilia un sogno si “infrange” contro una tempesta: una testimonianza indelebile

La Sicilia orientale è una terra che racconta mille storie, incastonata tra le onde del Mar Ionio e le pendici dell’Etna, un luogo dove il tempo sembra essersi fermato. Ogni angolo di questa regione offre uno scenario da pellicola: dal barocco di Noto alle scogliere di Taormina, passando per le campagne assolate di Ragusa e le spiagge incontaminate di Siracusa. Questo patrimonio naturale e architettonico ha da sempre affascinato registi italiani e internazionali, che vi hanno ambientato scene indimenticabili.

Già dallo scorso secolo, la Sicilia è stata palcoscenico naturale del cinema italiano, contribuendo a raccontare storie di passioni, lotte, sogni e disillusioni. Le sue strade in pietra, le piazze silenziose e le case affacciate sul mare diventano attori silenziosi, ma fondamentali, nei film che vi sono stati girati. Sono molti i borghi e le città che hanno raggiunto fama mondiale grazie alla settima arte, e tra questi spicca Palazzo Adriano, un piccolo paese in provincia di Palermo.

Questo centro collinare, immerso nel verde delle Madonie, è diventato celebre grazie al capolavoro “Nuovo Cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore. Lì, tra la chiesa madre e la piazza principale, si sono svolte le scene più poetiche e toccanti di un film che ha incantato il mondo intero e vinto anche un Oscar. Da allora, Palazzo Adriano è entrato nella geografia affettiva del cinema mondiale e ogni anno accoglie turisti e cinefili da ogni parte del globo.

La cittadina del Catanese e il neorealismo di Visconti

Non è solo il fascino dei luoghi a incantare i registi, ma anche l’atmosfera autentica, il rapporto profondo con le radici e la storia sociale del popolo siciliano. I paesaggi dell’entroterra, spesso incontaminati, e le coste aspre e poetiche, sono un invito irresistibile alla narrazione cinematografica. E così la Sicilia orientale continua ad attirare produzioni cinematografiche, documentari e spot pubblicitari.

Aci Trezza, una frazione marinara alle porte di Catania, è un altro simbolo di questa unione tra Sicilia e grande cinema. Famosa per i Faraglioni dei Ciclopi e per il suo porticciolo popolato da barche variopinte, questa località è stata immortalata in un capolavoro neorealista di Luchino Visconti.

Il film, girato interamente nel borgo, è ispirato al romanzo “I Malavoglia” di Giovanni Verga. Con una durata di circa 160 minuti, la pellicola rappresenta uno spaccato crudo e sincero della vita dei pescatori siciliani. La storia ruota attorno a ‘Ntoni, un giovane pescatore che tenta di liberarsi dallo sfruttamento dei grossisti, ipotecando la propria casa per mettersi in proprio. Un sogno che però si infrange contro una tempesta e contro un sistema sociale spietato.

luchino visconti, sulla destra (foto pinimg) - teleone.it
luchino visconti, sulla destra (foto pinimg) – teleone.it

Quella pellicola che fece scuola per il cinema

Il film, che si chiama “La Terra Trema”, oggi è disponibile anche in versione restaurata in bianco e nero. Si tratta di un esempio straordinario di cinema sociale e realismo narrativo. Gli attori non erano professionisti, ma veri abitanti di Aci Trezza. Come Antonio Arcidiacono, che interpretava ‘Ntoni Valastro, e le sorelle Agnese e Nella Giammona, che furono lodate dalla critica per l’autenticità delle loro interpretazioni.

La regia di Visconti, supportata da giovani aiuto registi come Francesco Rosi e Franco Zeffirelli, era inizialmente pensata come il primo episodio di una trilogia dedicata alla ribellione delle masse siciliane. Sebbene il progetto completo non sia mai stato realizzato, “La Terra Trema” rimane una testimonianza indelebile della lotta per la dignità e la libertà del popolo siciliano.

Il film ha trasformato Aci Trezza in una meta culturale. Oggi, passeggiando tra le vie del paese, si respira ancora l’eco delle scene girate, e il mare sembra narrare, onda dopo onda, quella storia di coraggio e fallimento. Le immagini nitide del restauro restituiscono l’intensità di un’opera destinata a vivere per sempre. In definitiva, la Sicilia è cinema. È racconto, poesia, memoria. È il volto autentico di un’Italia che sogna e ricorda, che lotta e spera. E, anchein questo caso, di una Sicilia che diventa “set” a cielo aperto.