INPS SICILIA, se ti manca poco alla pensione puoi RADDOPPIARE l’assegno | Presenta subito questa richiesta

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Ecco una strategia molto utile a proposito di pensioni e pensionati in Sicilia: così si può stare più sereni
Il tema delle pensioni continua a essere uno dei più discussi a livello politico, sociale ed economico. Le numerose riforme in corso e i criteri sempre più rigidi per l’accesso alla pensione stanno creando non pochi disagi, soprattutto nel Mezzogiorno e in regioni come la Sicilia, dove il tasso di disoccupazione resta tra i più alti d’Europa. Secondo gli ultimi dati ISTAT, il tasso di disoccupazione siciliano sfiora il 18%, mentre l’età media per accedere alla pensione si sta innalzando sempre di più.
L’età pensionabile in Italia è fissata a 67 anni per la pensione di vecchiaia, mentre per la pensione anticipata servono 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, e 41 anni e 10 mesi per le donne. Tuttavia, queste soglie sono sempre più difficili da raggiungere, specialmente per chi ha avuto carriere lavorative discontinue. In Sicilia, il problema è ancora più accentuato: nei prossimi dieci anni, circa il 30% dei lavoratori attivi andrà in pensione, e molti rischiano di farlo con importi minimi o con gravi penalizzazioni.
Un’opportunità interessante per i lavoratori siciliani riguarda la possibilità di raddoppiare l’assegno pensionistico attraverso strumenti integrativi o strategie previdenziali specifiche, che andremo ad approfondire in questo articolo.
Ad ogni modo, in un contesto così complesso, conoscere le alternative disponibili è fondamentale. Una delle più efficaci è la NASpI, l’indennità di disoccupazione che permette, nei due anni precedenti alla pensione, di ottenere un reddito mensile e, allo stesso tempo, continuare a versare contributi figurativi validi per la pensione.
Quando la NASpI è la risposta
Iniziamo spiegando che chi ha perso il lavoro a 65 anni – senza essersi dimesso volontariamente – può accedere alla NASpI, un’indennità erogata dall’INPS che copre fino a 24 mesi. Questa misura offre un doppio vantaggio: garantisce un reddito mensile e permette di maturare ulteriori contributi, avvicinandosi così alla pensione di vecchiaia senza interruzioni economiche o contributive.
I contributi figurativi versati durante la NASpI, seppur non identici a quelli da lavoro effettivo, sono comunque utili sia per il diritto sia per il calcolo dell’importo pensionistico. In pratica, la NASpI diventa un ponte verso la pensione, soprattutto per chi è a soli due anni dai 67 anni richiesti.

Requisiti, durata e calcolo: ecco cosa sapere
La durata della NASpI dipende dal numero di settimane lavorate nei quattro anni precedenti alla cessazione del rapporto di lavoro. L’indennità può durare al massimo la metà delle settimane lavorate in quel periodo, e l’importo si calcola sulla retribuzione media lorda degli ultimi quattro anni. L’INPS chiarisce che la NASpI corrisponde al 75% della retribuzione media mensile lorda, fino a un massimo di 1.436,61 euro mensili nel 2025. Se la media supera questa soglia, si aggiunge un ulteriore 25% della differenza. Tuttavia, esiste un tetto massimo: 1.562,82 euro mensili, sempre aggiornato ogni anno.
Un fattore importante da considerare è il decalage, ovvero la riduzione dell’importo: per chi ha meno di 55 anni, l’indennità diminuisce del 3% ogni mese a partire dal 151° giorno. Per chi ha più di 55 anni, la riduzione parte dal 211° giorno. Per ottenere la NASpI è necessario aver lavorato almeno 13 settimane negli ultimi quattro anni e aver accumulato almeno 30 giorni di lavoro effettivo nei 12 mesi precedenti alla disoccupazione. Non sono ammessi lavoratori autonomi né chi ha cessato il lavoro volontariamente, tranne nei casi di dimissioni per giusta causa.
Si può, dunque, dire che, in definitiva, la NASpI rappresenta una risorsa fondamentale per chi si trova in un limbo tra fine del lavoro e inizio della pensione. In particolare in Sicilia – ma la possibilità è sfruttabile in tutta Italia – dove la crisi occupazionale colpisce forte, conoscere e utilizzare questi strumenti può fare la differenza tra un futuro incerto e una vecchiaia dignitosa.