Ho staccato questo elettrodomestico dalla spina e ho azzerato la bolletta: mi consumava pure da spento | Un macigno ogni mese

Negozio di elettrodomestici - foto (C) Teleone.it
Quelle voci quasi “invisibili”, ma che fanno lievitare la bolletta: ecco tutto quel che c’è da sapere.
Al giorno d’oggi, con la crisi economica che “galoppa”, è necessario tenere sotto controllo anche ogni singolo e minimo dettaglio. Per affrontare il tema delle bollette, ad esempio, fra le voci che fanno lievitare i costi ce n’è una che spesso sfugge: il consumo degli elettrodomestici lasciati in modalità standby. Televisori, microonde, caricabatterie e tanti altri apparecchi continuano a consumare energia anche da spenti, generando un vero e proprio costo nascosto.
Secondo l’ENEA, ogni dispositivo in standby può assorbire da 1 a 4 watt all’ora. Su base annua si tratta di un consumo tra 8.760 Wh e 35.040 Wh, che può incidere fino al 10% sul totale della bolletta elettrica. Una cifra importante per chi cerca di gestire un bilancio familiare sempre più stretto.
Tra gli esempi più eclatanti troviamo il microonde: lasciato in standby può assorbire fino a 27 watt. Ma non è l’unico. Anche console, decoder, router, stampanti, set di casse, forni elettrici, purificatori d’aria, spazzolini elettrici e perfino i tostapane contribuiscono a questo spreco continuo.
Ciò che rende il tutto ancora più problematico è la difficoltà nel percepire questo consumo. Quei piccoli led sempre accesi o display luminosi anche al buio indicano che il dispositivo è solo apparentemente spento. E intanto il contatore corre.
Un po’ di soluzioni pratiche per tagliare gli sprechi
La prima regola da seguire è tanto semplice quanto efficace: staccare la spina quando un apparecchio non viene utilizzato. Questo piccolo gesto può portare a un risparmio reale alla fine del mese. Per semplificare il processo, si possono usare le classiche ciabatte elettriche con interruttore, che permettono di spegnere più dispositivi in un solo clic.
Per chi cerca soluzioni più moderne, esistono le ciabatte smart o con timer programmabili. Questi strumenti permettono di impostare orari precisi di spegnimento e accensione, anche tramite smartphone o assistenti vocali come Alexa, Google Nest o Siri. Così si può automatizzare il risparmio senza modificare le proprie abitudini.

Serve anche monitorare i consumi: cosa fa lievitare i costi?
Ad esempio, un ottimo alleato per individuare gli apparecchi più “affamati” di energia è il wattmetro. Si tratta di un piccolo dispositivo – dal costo contenuto – che si collega alla presa e misura in tempo reale il consumo effettivo di qualsiasi elettrodomestico. Ideale per chi vuole monitorare i propri consumi con precisione. Inoltre, è consigliabile scegliere elettrodomestici certificati Energy Star, progettati per ridurre il dispendio energetico anche in modalità standby. Un investimento iniziale che si ripaga nel tempo grazie a bollette più leggere e una maggiore sostenibilità ambientale.
Ma andiamo a quello che, fra gli altri esempi, è stato definito come un elettrodomestico “killer”, considerati i costi anche in standby. In pochi crederanno al fatto che un semplice set di casse audio per home theatre può consumare fino a 98 kWh all’anno in modalità standby. Un valore superiore a tre lavaggi completi con lavatrici di fascia bassa. E’ proprio questo l’elettrodomestico da tenere sott’occhio. E tutto ciò dimostra quanto sia importante intervenire con consapevolezza sui nostri dispositivi domestici. Ottimizzare i consumi elettrici non significa dunque solo risparmiare denaro, ma anche contribuire alla sostenibilità ambientale. Con piccoli accorgimenti e scelte intelligenti è possibile abbattere i costi delle bollette e ridurre il proprio impatto sul pianeta.