Squali, puoi trovarli in questi mari italiani: non nuotare a largo | L’ultimo attacco è stato registrato proprio in questa regione 

Squalo avvistato da pedalò - foto (C) Teleone.it

Squalo avvistato da pedalò - foto (C) Teleone.it

Impossibile non ripensare al film di Spielberg: ecco dove nuotano, e quali sono le diverse specie in Italia.

Le giornate si allungano, il sole splende alto e… migliaia di persone si riversano sulle spiagge italiane per rinfrescarsi e godersi un meritato relax. L’estate è il momento dell’anno in cui il mare torna protagonista, insieme ai suoi abitanti.

Tra i tanti animali marini, c’è una creatura che suscita ancora oggi un misto di timore e fascino: lo squalo. Questo predatore, presente anche nei nostri mari, continua ad accendere l’immaginario collettivo, spesso alimentato da racconti, documentari e film.

Ma quanto c’è di reale nella paura degli squali? Per rispondere, dobbiamo fare un salto indietro nel tempo, quando un film rivoluzionò il nostro modo di vedere queste creature: stiamo parlando de “Lo Squalo” (Jaws).

Uscito nel 1975 e diretto da Steven Spielberg, “Lo Squalo” ha segnato una svolta nella storia del cinema, diventando effettivamente il primo grande blockbuster estivo. La pellicola racconta di un gigantesco squalo bianco che terrorizza i bagnanti di una tranquilla cittadina balneare americana. Il film, tratto dal romanzo di Peter Benchley, giocò moltissimo sull’effetto suspense e lasciò un’impronta profonda nel pubblico. Per molti fu la prima esperienza cinematografica in cui il mare diventava sinonimo di pericolo.

Gli squali nei mari italiani: una realtà sorprendente

Molti ignorano che anche nei mari italiani vivono diverse specie di squali. Finora sono state censite ben 48 specie, anche se non tutte rappresentano un pericolo per l’essere umano. Anzi, solo una quindicina potrebbero potenzialmente attaccare un bagnante – e anche in questi casi si tratta quasi sempre di errori di percezione.

Lo squalo più comune è la verdesca, o squalo azzurro. È facilmente riconoscibile per il suo colore e la forma slanciata. Non è aggressiva e spesso finisce accidentalmente nelle reti dei pescatori. La sua presenza è così frequente che oggi è considerata una specie in via di estinzione nel Mediterraneo. Altre specie presenti nei nostri mari includono lo squalo volpe, con una coda lunghissima che usa per cacciare, e il palombo, innocuo e comune soprattutto nei fondali bassi. Tuttavia, ci sono anche predatori più imponenti, come il squalo mako, noto per la sua velocità, e il tanto temuto squalo bianco, che però è estremamente raro. È interessante sapere che molte delle informazioni che oggi abbiamo sugli squali derivano da documentari scientifici e studi approfonditi. Conosciamo le loro rotte, abitudini alimentari e comportamenti. Nonostante ciò, quando si parla di uno squalo avvistato vicino alla costa, la suggestione torna sempre con forza.

locandina film lo squalo (screenshot youtube) - teleone.it
locandina film Lo squalo (screenshot youtube) – teleone.it

Occhio a… nuotare al largo: ecco quand’è avvenuto l’ultimo attacco

In Italia, gli avvistamenti più frequenti si verificano in Sicilia, Sardegna, Calabria e Toscana. Ma anche la Puglia, la Campania e le Marche hanno segnalato la presenza di squali. Particolarmente significativo è il Canale di Sicilia, considerato zona favorevole per la riproduzione del grande squalo bianco. Lo squalo bianco ama nuotare in acque profonde e predilige zone ricche di fauna marina. Tuttavia, nel Mar Adriatico, in Liguria e ancora in Sardegna, sono stati segnalati esemplari di squalo balena, che può raggiungere i 12 metri di lunghezza. Nonostante l’imponenza, è completamente innocuo: si nutre di plancton e per questo viene soprannominato “lo squalo gentile”. E gli attacchi all’uomo? Sono eventi davvero rari.

Dal 1900 a oggi in Italia se ne sono verificati appena 40, e meno di dieci hanno avuto esito mortale. L’ultimo, che è avvenuto in Toscana, nel golfo di Baratti (Piombino) uno squalo bianco uccise un sub. Fu ad ogni modo un evento straordinario e isolato. L’attacco, d’altronde, è datato 1989. Insomma, nuotare nei mari italiani è sicuro, ma è sempre bene essere informati. In particolare, occorre prestare attenzione quando si nuota al largo, in acque profonde, e nelle zone dove si registrano gli avvistamenti più frequenti. Non serve farsi prendere dal panico, ma conoscere il mare è sempre il primo passo per viverlo al meglio.