“Ho 5 penne e ne presto 2: quante me ne rimangono?”: a questa domanda sbagliano TUTTI | Solo i più furbi ci azzeccano

test delle cinque penne - foto (C) Teleone.it

test delle cinque penne - foto (C) Teleone.it

 

Si tratta di una domandina “semplice semplice”, ma che mette in crisi un po’ tutti: ecco il test “definitivo” 

Lo sappiamo benissimo, per qualcuno si tratta soltanto di uno “scherzo”. Ma non è così: una “domandina” apparentemente banale ha infatti creato “panico” tra i candidati in fase di colloquio di lavoro. A prima vista sembra un esercizio per bambini, ma in realtà nasconde un test sulla capacità di pensiero critico e analisi contestuale. Ed è proprio per questo che sta facendo il giro del mondo.

Il quesito è il seguente: “Ho 5 penne. Te ne presto 2. Quante me ne restano?”. Un interrogativo che sembra facile ma che, in realtà, ha mandato in tilt numerosi aspiranti lavoratori. Molti, convinti della risposta, cadono nel tranello logico, dando una soluzione errata e compromettendo la possibilità di essere assunti.

L’origine di questo test risale a una selezione del personale condotta da un’importante azienda cinese. A quanto pare, soltanto una candidata ha risposto in modo corretto, ottenendo così il lavoro. La sua risposta ha mostrato un pensiero “fuori dagli schemi”, un requisito sempre più richiesto nei contesti aziendali moderni.

La domanda, seppur semplice, mette in luce una serie di aspetti psicologici fondamentali: la rapidità del pensiero, la capacità di non farsi ingannare dalle apparenze, la propensione al ragionamento strutturato. In un mercato del lavoro in continua evoluzione, non bastano più le competenze tecniche: serve anche flessibilità mentale e capacità di lettura delle situazioni.

Ma perché la risposta giusta è quella che non t’aspetti?

La maggior parte delle persone risponde “3”, applicando un calcolo matematico elementare. Ma questa è la trappola: se si prestano 2 penne, non si perdono, rimangono di proprietà di chi le ha prestate. Dunque la risposta corretta è “5”, perché le penne non sono state regalate, ma solo temporaneamente affidate ad altri.

Questa riflessione non è banale: cogliere il significato profondo di una domanda e non limitarsi alla superficie è esattamente ciò che i recruiter cercano nei candidati più brillanti. Chi risponde “5” dimostra di andare oltre il pensiero automatico e di analizzare la questione con attenzione, proprio come accade nelle reali situazioni aziendali.

Colloquio di lavoro
Colloquio di lavoro – teleone.it

Un test che aiuta tanto per i colloqui di lavoro

La selezione del personale oggi non si limita a valutare CV, titoli o esperienze. Le aziende vogliono sapere chi sei, come ragioni, come reagisci a situazioni impreviste. Ed è per questo che domande simili si stanno diffondendo: sono uno strumento potente per valutare il potenziale umano, l’intelligenza emotiva e la capacità di pensiero laterale. Nel contesto di una dinamica lavorativa complessa, non basta sapere “fare”, bisogna anche saper “pensare”. Domande come quella delle penne rappresentano l’equilibrio perfetto tra gioco e riflessione, tra logica e intuizione. E offrono a chi le sa decifrare l’opportunità di distinguersi nettamente dagli altri candidati.

In conclusione, allenare la mente con quiz logici, esercizi di ragionamento astratto e test situazionali può rappresentare un vantaggio concreto in fase di selezione. Imparare a mettere in discussione le proprie certezze e valutare ogni sfumatura è una competenza chiave nel mondo del lavoro di oggi. Proprio come ha fatto quella candidata in Cina, che con una risposta semplice ha dimostrato di avere una marcia in più. E voi? Avreste risposto “3” o “5”?