È patrimonio dell’UNESCO ed è uno dei paesi immersi nella natura siciliana: ci abitano solo 2238 anime e non lo scambierebbero con nessun altro posto al mondo

Chiesa in centro (foto Wikipedia) - teleone.it

Chiesa in centro (foto Wikipedia) - teleone.it

Uno dei luoghi più piccoli ma più belli in assoluto a livello nazionale: da visitare assolutamente.

La Sicilia barocca è un patrimonio di bellezza e cultura che affonda le radici in secoli di dominazioni, conquiste e influenze artistiche. Dopo il catastrofico terremoto del 1693, una parte consistente del territorio sud-orientale dell’Isola venne ricostruita secondo i canoni stilistici del barocco, dando vita a un insieme unico al mondo, oggi noto come Val di Noto. Otto città, tra cui Noto, Modica, Ragusa, Scicli e altre, furono completamente ridisegnate secondo criteri architettonici che oggi incantano visitatori da tutto il mondo.

Il barocco siciliano si distingue da quello romano per la teatralità delle sue facciate, l’uso sapiente della luce e l’armonia tra urbanistica e paesaggio. Le cupole si innalzano verso il cielo, i portali si arricchiscono di fregi floreali e figure mitologiche, mentre le scale monumentali conducono ai sagrati delle chiese come a palcoscenici sacri. In ogni angolo si respira un senso di solennità e di splendore, fortemente legato al contesto urbano e al genius loci dell’Isola.

L’influsso delle dominazioni spagnole e aragonesi ha lasciato un’impronta profonda non solo sull’arte e sull’architettura, ma anche nella toponomastica, nella lingua e nelle tradizioni popolari. È grazie alla tenacia e alla visione dei sovrani borbonici e dei vescovi locali se fu avviato quel processo di ricostruzione che oggi consente di ammirare meraviglie come il Duomo di San Giorgio a Ragusa, il teatro comunale di Noto, il convento di San Francesco a Modica.

In questo meraviglioso contesto artistico, urbanistico e spirituale si inserisce anche un’altra cittadina, un piccolo borgo della provincia di Siracusa, oggi riconosciuto tra i Borghi più belli d’Italia e inserito nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.

Una perla nascosta ma bellissima della Val di Noto

Lo splendido paesino, innanzitutto, abitato da poco più di 2000 persone, si trova a circa 55 chilometri da Siracusa, a 556 metri di altitudine. Questo ordinato e suggestivo centro collinare fu interamente ricostruito dopo il sisma del 1693 secondo un impianto urbano rigoroso, tagliato da due vie ortogonali. La sua posizione tra i monti Iblei lo rende una tappa ideale per chi cerca autenticità, paesaggi mozzafiato e un’atmosfera raccolta e affascinante.

Il nome della cittadina compare per la prima volta nei documenti ecclesiastici del 1275, ma è nel testamento del barone Iohannes de Ferula (1292) che viene ufficialmente menzionato il borgo, che prese il nome proprio da questa famiglia. In epoca medievale, il centro si sviluppò intorno al castello e a un sistema di case-grotta e vicoli tortuosi, oggi ancora parzialmente visibili nei pressi del centro storico. E sempre lì, nel cuore del borgo, si trova la Chiesa del Carmine, facilmente riconoscibile grazie alla sua facciata barocca a due ordini architettonici (dorico e ionico). Situata nella parte meridionale del paese, rappresenta un perfetto esempio di architettura sacra settecentesca.

Lo storico centro della cittadina siciliana (foto borghipiubelliditalia) - teleone.it
Lo storico centro della cittadina siciliana (foto borghipiubelliditalia) – teleone.it

Il fascino seicentesco di questo patrimonio UNESCO

Chi visita la Val di Noto, insomma, non può fare a meno di includere Ferla – la “perla” cui ci riferiamo – nel proprio itinerario, per un’esperienza culturale, artistica e spirituale senza pari. Imperdibile anche la Chiesa di San Sebastiano, edificata nel 1481 e successivamente ampliata fino al 1741. Si distingue per la maestosa facciata e i tre portali d’ingresso, di cui quello centrale sormontato da un gruppo scultoreo che raffigura il martirio del santo. All’interno, l’edificio sacro più grande di Ferla si articola in tre navate con otto cappelle e un altare ligneo di pregio.

Proseguendo tra i vicoli, si raggiunge la Chiesa Madre, con un’imponente facciata barocca e un interno decorato con grande ricchezza. Poco distante, la Chiesa di Sant’Antonio, con pianta a croce greca e una cupola ottagonale affrescata con il “Trionfo di Sant’Antonio” del Crestadoro, offre uno spettacolo visivo indimenticabile. Tra le sue nicchie, si possono ammirare pregevoli sculture settecentesche. Vale la pena visitare la Chiesa di Santa Maria, anticamente parte di un convento dei frati minori, famosa per ospitare un crocifisso ligneo realizzato da Frate Umile da Petralia nel 1633, un’opera di grande valore spirituale e artistico. Tutti i principali edifici religiosi di Ferla, ad ogni modo, si affacciano su Via Vittorio Emanuele, che rappresenta l’asse pulsante del centro storico. Passeggiando lungo questa via si respira un’atmosfera di raccoglimento e di bellezza, grazie alla presenza di balconate in ferro battuto, scorci fioriti e facciate decorate.