“Sono tasse inutili”, finalmente c’è la svolta dallo Stato: cosa non pagheremo più | Sono davvero soldi buttati al vento

Calcolo delle tasse - Teleone.it (Fonte Pexels)
“Tasse inutili, siamo al lavoro per l’abolizione”: la nuova “sfida” e l’annuncio del ministro Matteo Salvini.
Tra le tasse più odiate dagli italiani c’è senza dubbio il bollo auto. Una tassa di possesso che ogni anno grava sulle famiglie e sui cittadini in possesso di un veicolo, indipendentemente dal fatto che venga utilizzato o meno. Introdotta decenni fa come tassa regionale, il bollo auto è oggi percepito come una forma di balzello anacronistico, scollegato dal concetto di utilizzo del mezzo e visto da molti come un’inutile vessazione fiscale.
Il bollo, che in alcune regioni può arrivare a costare centinaia di euro, è stato al centro di numerose proposte politiche volte a ridurlo, riformarlo o addirittura abolirlo. Ogni governo, in campagna elettorale, si trova a dover affrontare la questione. Diverse forze politiche, negli ultimi anni, hanno avanzato ipotesi di cancellazione almeno parziale, spesso però scontrandosi con la realtà dei bilanci pubblici, dato che il gettito garantito dal bollo è fondamentale per le casse regionali.
Negli anni si è anche discusso di riforme strutturali che potessero legare il bollo alle reali emissioni o all’utilizzo effettivo dell’auto. Tuttavia, queste ipotesi non hanno mai trovato piena applicazione. L’unico risultato visibile è stato l’introduzione, nel 2011, di una tassa ancora più odiata: il Superbollo, pensato per colpire le vetture con potenza elevata, ma che ha finito per penalizzare anche auto non necessariamente di lusso.
Il Superbollo ha sollevato forti critiche da parte del settore automotive, dei consumatori e di molte categorie imprenditoriali, contribuendo a indebolire un mercato già in difficoltà. Oggi, finalmente, qualcosa sembra muoversi nella direzione auspicata da tempo: l’abolizione, almeno parziale, di questa tassa.
Il Superbollo: una tassa odiata da tutti
Introdotto nel 2011 dal governo Monti, il Superbollo si applica alle auto con potenza superiore a 185 kW (pari a circa 251 cavalli). Ogni kW in più viene tassato con un supplemento di 20 euro, una cifra che può arrivare a pesare migliaia di euro all’anno sui proprietari di veicoli anche solo mediamente potenti.
Contrariamente a quanto si possa pensare, il Superbollo non colpisce solo le supercar: molte berline o SUV di fascia media rientrano nella soglia. Il risultato è stato un crollo nelle vendite di auto di potenza elevata e l’adattamento da parte dei costruttori, che hanno prodotto versioni “ridotte” dei loro modelli esclusivamente per il mercato italiano. L’effetto economico per lo Stato è modesto: circa 200 milioni di euro l’anno, secondo dati recenti.

Le parole di Salvini e la svolta politica
Durante il Dealer Day di Verona, il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha annunciato un piano per abolire il Superbollo: «Aboliremo il Superbollo nel breve termine. Ci stiamo lavorando e potrebbe arrivare anche prima della Legge di Bilancio. Il provvedimento sarà a step: procederemo per fasce innalzando il valore di potenza da cui si pagherà». Salvini ha anche criticato duramente le politiche green europee e il piano per la transizione al solo elettrico dal 2035: «No al Green Deal e al solo elettrico dopo il 2035. Questo obiettivo imposto è follia. L’elettrico obbligatorio è la morte economica, commerciale e industriale del nostro Continente». Parole forti, che aprono il dibattito su un settore in difficoltà e su una transizione ecologica vissuta da molti come imposta.
Il ministro ha aggiunto: «Vogliamo cambiare anche le norme che agevolano le auto elettriche in ambito aziendale penalizzando le altre perché non funzionano». Le politiche fiscali sulle auto sembrano finalmente al centro del dibattito nazionale, con un’attenzione particolare al reale impatto sull’economia. Infine, Salvini ha sottolineato che la CO2 a livello globale non è diminuita, nonostante gli sforzi europei: «Nel 2023 abbiamo prodotto 37,4 miliardi di tonnellate di CO2. L’Europa ha tagliato 200 milioni, ma Cina e India hanno aumentato di 690 milioni. L’Europa pesa solo il 7% delle emissioni globali». Secondo Salvini, «il Superbollo è una di quelle tasse inutili che non aiutano nessuno e fanno solo male a un settore già in crisi per le follie dell’Europa». Ha infine ribadito: «Abbiamo le coperture per un’abolizione prima graduale poi definitiva». La battaglia è appena cominciata, ma il segnale politico è chiaro: meno tasse per i cittadini e più libertà di scelta per i consumatori. Il tempo ci dirà se alle parole seguiranno davvero i fatti.