È “il paese del tombolo” per eccellenza e si trova in provincia di Catania: ci vengono da tutto il mondo per ammirarlo

La via Trigona, nel paesino siciliano (foto wikimedia) - teleone.it

La via Trigona, nel paesino siciliano (foto wikimedia) - teleone.it

Una delle rarissime arti antiche dell’isola, in una cittadina minuscola che ha dato vita anche ad un museo.

La Sicilia è da sempre una terra di arti antiche, un crocevia di culture che hanno lasciato il segno non solo nell’architettura e nella cucina, ma anche nei mestieri manuali che oggi rappresentano un autentico patrimonio immateriale. L’isola ospita tradizioni artigianali che risalgono a secoli fa, ancora vive nei laboratori e nei borghi più autentici. Tra queste, spiccano la ceramica di Caltagirone, famosa in tutto il mondo per i suoi colori brillanti e i motivi barocchi, e la lavorazione del vetro soffiato di Monreale, che conserva tecniche bizantine e arabe nei suoi riflessi dorati.

Non meno importanti sono le arti legate al legno intagliato e alla pietra lavica decorata, testimonianza di una creatività radicata nel paesaggio e nella spiritualità dell’isola. Ogni oggetto racconta una storia e rappresenta il frutto di secoli di conoscenze tramandate di generazione in generazione. In questo contesto si inserisce una delle tradizioni più affascinanti e identitarie dell’artigianato siciliano: il ricamo.

Tra le tecniche più suggestive, quella del ricamo a tombolo è senza dubbio la più raffinata e simbolica. Diffuso soprattutto nei paesi collinari dell’entroterra siciliano, il tombolo è considerato un’arte nobile, la cui pratica richiede abilità, pazienza e una precisione millimetrica. Il ricamo in Sicilia è molto più di una decorazione: è un linguaggio di simboli, motivi floreali e intrecci tramandati oralmente, un codice estetico e affettivo.

In particolare, uno di quelli in provincia di Catania è conosciuto come “il paese del tombolo per eccellenza”. Situato tra le colline siciliane, questo borgo è divenuto nel tempo un punto di riferimento per l’intera isola in ambito artigianale. Il suo legame con il ricamo non è recente, ma affonda le radici nei primi del Novecento.

Quella volta che iniziarono ad insegnarlo alle donne

Il ricamo al tombolo arrivò in questa cittadina nel 1910, grazie alla Baronessa Angelina Auteri, moglie di Ignazio Paternò-Castello V principe di Biscari. Fu lei a comprendere il valore sociale e culturale di questa tecnica, decidendo di insegnarla alle donne del paese. Con l’aiuto delle suore Dorotee, quest’arte si diffuse rapidamente, trasformandosi in una fonte di lavoro dignitoso e indipendenza economica per molte famiglie.

Il tombolo si realizza intrecciando fili – spesso di lino, cotone o seta – su un cuscino cilindrico, seguendo un disegno tracciato su cartoncino. La tecnica richiede grande maestria: il filo va mantenuto in costante tensione e maneggiato con fuselli di legno, in un gioco di nodi e geometrie che dà vita a composizioni di rara bellezza. In passato, era un’attività collettiva: le donne si riunivano nei cortili e nelle case a ricamare, tramandando storie, saperi e motivi decorativi alle giovani figlie.

l'arte del tombolo (foto ladige.it) - teleone.it
l’arte del tombolo (foto ladige.it) – teleone.it

Un’arte preziosa e la nascita del Museo del Tombolo

Nel 2012 la cittadina di cui parliamo, che è Mirabella Imbaccari, ha compiuto un passo fondamentale per la salvaguardia di questa tradizione inaugurando il Museo del Tombolo. Qui sono custodite trousse da sposa, merletti, tovaglie e altri oggetti che testimoniano l’evoluzione di quest’arte. Il museo è anche un importante attrattore turistico, frequentato da appassionati, studiosi e viaggiatori curiosi provenienti da tutto il mondo.

La produzione artigianale continua a esistere grazie all’impegno di associazioni locali come l’Opera del Tombolo, che partecipa a eventi internazionali come la Giornata Mondiale del Merletto. Le giovani ricamatrici stanno reinterpretando la tradizione in chiave moderna, realizzando accessori di moda, decorazioni per interni e perfino gioielli, mantenendo in vita un’identità collettiva e proiettandola nel futuro. Oggi, Mirabella Imbaccari rappresenta un raro esempio di borgo che ha saputo conciliare passato e innovazione. La passione per il ricamo non si è affievolita: la comunità locale è ancora molto attiva e pronta a difendere questa forma d’arte come una vera ricchezza culturale ed economica. Camminando per le sue vie, si respira ancora il profumo dei tempi andati, tra vicoli silenziosi e botteghe artigiane che resistono con orgoglio.