“Paura dell’aereo? Allora non leggere”: con 200 passeggeri a bordo è accaduto l’impensabile | Nessuno ai comandi

Aereo in volo - foto (C) Teleone.it

Aereo in volo - foto (C) Teleone.it

In volo qualcosa di veramente inimmaginabile, e fa paura il racconto di tutta la verità, che è emersa soltanto oggi.

Secondo l’ICAO (Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile), nel mondo si effettuano circa 120.000 voli al giorno. In un solo anno questo equivale a oltre 43 milioni di voli, con milioni di passeggeri che viaggiano da un continente all’altro. Solo in Italia, l’aeroporto di Roma Fiumicino ha gestito più di 300.000 movimenti aerei nel 2023, mentre Milano Malpensa ne ha contati circa 200.000, confermandosi tra gli scali più attivi d’Europa.

Nonostante la routine e la sicurezza del volo commerciale, la paura di volare resta una delle fobie più comuni. Secondo recenti studi, oltre il 20% delle persone prova ansia al solo pensiero di salire su un aereo. Le cause variano: turbolenze, paura dell’altezza, perdita di controllo. Per fortuna, esistono corsi specifici per superare questa fobia, organizzati da compagnie aeree, psicologi e scuole di volo. Tra le tecniche più efficaci, la desensibilizzazione sistematica, il training autogeno e la conoscenza dei meccanismi dell’aviazione civile.

Ma cosa succede quando un episodio reale mette alla prova la nostra fiducia nel sistema? Nel febbraio 2024 si è verificato un evento allarmante che ha coinvolto un volo Lufthansa da Francoforte a Siviglia, e che per un tempo abbastanza lungo avrebbe provocato panico per chiunque.

È accaduto tutto durante il volo LH1140 operato da un Airbus A321. A bordo vi erano 199 passeggeri e 6 membri dell’equipaggio. Dopo il decollo da Francoforte e una prima parte di viaggio tranquilla, il comandante ha lasciato la cabina per recarsi alla toilette. In quel momento, è accaduto qualcosa di inaspettato. Ma andiamo a scoprire cosa hanno svelato le indagini, che sono state pubblicate soltanto negli ultimi giorni.

In cabina di pilotaggio “tutto bloccato”: i fatti

L’evento si è verificato sopra la Spagna, a 35.000 piedi. Quando il comandante, dalla toilette, ha cercato più volte di rientrare in cabina, inserendo il codice standard, nessuno rispondeva: la porta blindata restava chiusa. A nulla sono serviti i tentativi dell’assistente di volo di contattare il copilota via interfono.

A quel punto è stato attivato il codice d’emergenza, una sequenza a quattro cifre da inserire su un tastierino accanto al bagno anteriore. Questo codice permette di aprire la porta di sicurezza se chi è all’interno non interviene entro 30 secondi. Poi la scoperta: il il primo ufficiale aveva perso i sensi, per poi riprendere conoscenza pochi secondi prima dello sblocco automatico. A quel punto, insomma, ha potuto aprire manualmente la porta, permettendo al comandante di rientrare e riprendere i comandi.

Pilota d’aereo, foto archivio © teleone.it

Ecco cosa ha svelato l’indagine di maggio 2025

Il comandante ha chiesto supporto medico a bordo e deciso di deviare l’aereo verso Madrid, dove l’atterraggio è avvenuto in sicurezza. Il copilota, pallido e sudato, è stato assistito da un medico passeggero che ha ipotizzato un possibile episodio cardiaco. Le successive analisi hanno rivelato che il primo ufficiale aveva una condizione medica non diagnosticata, non rilevata nei controlli sanitari periodici obbligatori. L’indagine ufficiale spagnola, pubblicata solo da pochi giorni, nel maggio 2025, ha messo in evidenza i rischi legati all’assenza di una seconda persona nella cabina di pilotaggio. In seguito a questo episodio, gli esperti hanno chiesto all’Agenzia europea per la sicurezza aerea (EASA) di reintrodurre l’obbligo delle due persone in cabina, regola che era stata abbandonata dopo essere diventata solo una raccomandazione post-Germanwings nel 2015.

L’incidente ha mostrato, dunque, come, in assenza di supervisione umana, un aereo possa rimanere in volo grazie al pilota automatico ma esposto a rischi in caso di eventi imprevisti. Le scatole nere hanno registrato che il copilota, durante la perdita di coscienza, aveva attivato inconsapevolmente alcuni comandi, anche se la rotta è stata mantenuta stabile. Le raccomandazioni finali del rapporto sottolineano l’importanza di una presenza costante in cabina, suggerendo agli operatori di valutare nuovamente i protocolli di sicurezza e prevenzione. Un piccolo cambiamento nelle procedure può evitare conseguenze ben più gravi. L’episodio, insomma, conferma come l’aviazione sia un sistema sofisticato ma non infallibile. La tecnologia aiuta, ma la vigilanza umana resta un elemento chiave. I passeggeri devono continuare a fidarsi del volo, ma al contempo le autorità devono garantire un sistema sempre più robusto e proattivo nella gestione delle emergenze.