“Ho la Postepay e mi hanno fatto i controlli”: il Fisco ti prende di mira una volta fatto questo bonifico | Ne stanno sgamando in tanti

Bancomat pagamento elettronico - foto (C) teleone.it

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Molto spesso non si conoscono le regole, e i controlli (che avvengono regolarmente) possono mettere un po’ tutti nei guai.

Siamo ormai nel pieno della “rivoluzione”: negli ultimi anni, il contante ha ceduto sempre più terreno a favore di carte prepagate, digital wallet e app di pagamento. L’accelerazione digitale e l’espansione di servizi come PayPal, Postepay, Skrill e molti altri strumenti, ha permesso a milioni di persone di pagare in modo rapido e sicuro, sia online che nei negozi fisici.

Complice anche la pandemia e l’incentivo statale alla tracciabilità, la tendenza verso l’abbandono del contante ha interessato ampie fasce della popolazione. Dalla spesa al supermercato fino all’acquisto di beni usati tra privati, oggi è sempre più comune usare la moneta elettronica. In questo scenario, l’Europa sta spingendo verso l’introduzione dell’Euro digitale, una valuta elettronica ufficiale che potrebbe entrare in vigore nei prossimi anni e rivoluzionare ulteriormente l’economia digitale.

Molti utenti, per semplicità e praticità, scelgono carte ricaricabili come la Postepay, che è disponibile in due varianti: la versione classica e quella Evolution. Quest’ultima, dotata di IBAN, consente di ricevere lo stipendio, accreditare bonus, pagare bollette e persino effettuare bonifici come un normale conto corrente, ma con costi inferiori.

La diffusione di questi strumenti ha generato una falsa percezione: che utilizzare carte prepagate o digitali possa mettere al riparo dai controlli fiscali. Tuttavia, la realtà è ben diversa. Il Fisco italiano, attraverso l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza, agisce in silenzio, ma andiamo ad approfondire il momento in cui avvengono o “scattano” i controlli anche in questo caso, quello delle carte ricaricabili.

I vantaggi delle carte e l’utilizzo di ogni giorno

Iniziamo con il ricordare che la Postepay classica è una carta prepagata semplice da ottenere, attivabile anche dai giovani e da chi non possiede un conto corrente. Consente pagamenti online e nei negozi fisici grazie al circuito Visa o Mastercard. È lo strumento perfetto per chi vuole gestire piccole spese e acquisti occasionali.

L’altra versione, la Postepay Evolution, è invece la versione più completa e apprezzata da chi vuole sfruttare i vantaggi di un IBAN associato. Oltre ai pagamenti e prelievi, consente l’invio e la ricezione di bonifici, utile per domiciliare le utenze o ricevere lo stipendio. La carta è tracciabile in tutte le sue funzioni, ed è anche per questo motivo che bisogna monitorare al meglio i movimenti. Contrariamente a quanto pensino in molti, infatti, ogni minimo bonifico o entrata – come anche ricariche o acquisti online – è potenzialmente “visibile” al Fisco. In un certo senso, dunque, si potrebbe dire che il fatto che lo strumento sia “anonimo” è soltanto un falso mito. Scopriamo meglio quando bisogna stare attenti.

Soldi (pexels) - teleone.it
Soldi (pexels) – teleone.it

La carta viene pignorata: ecco le cose che non bisogna fare

Sotto la lente d’ingrandimento, naturalmente, finiscono tutte le transazioni sospette, e soprattutto fatte con importi elevati. Anche la frequenza dei bonifici o delle operazioni in generale viene analizzata. Ed è proprio a quel punto che scattano le verifiche. In alcuni casi, la stessa carta può essere oggetto di pignoramento da parte dei creditori o sequestri preventivi se utilizzata per attività non dichiarate. Anche i passaggi di denaro tra privati tramite ricariche sono tracciabili e non esenti da indagini.

Ma, e qui entriamo nello specifico, uno degli errori più comuni (e più gravi) è quello di effettuare trasferimenti o ricezioni di grosse somme di denaro su carte come la Postepay, pensando proprio che il limite di tracciabilità sia più elevato. In realtà, proprio questi movimenti fanno scattare l’allerta del Fisco. Le autorità si attivano per accertare la provenienza del denaro e, se non giustificato, il titolare può essere sottoposto a controlli approfonditi. Per questo motivo è fondamentale evitare di movimentare importi elevati senza una ragione chiara e documentata. Se si riceve un pagamento per un lavoro, un’attività commerciale o una vendita online, è buona norma dichiararlo fiscalmente. La tracciabilità è un’arma a doppio taglio: comoda per i pagamenti, ma trasparente per le autorità. Ignorarlo, insomma, può avere conseguenze spiacevoli.