Nella provincia di Agrigento c’è “un gioiellino culinario” che ci invidia tutto il mondo: e non è il pistacchio | Ce lo chiedono pure da Oltreoceano

Prodotti siciliani (foto guidasicilia) - teleone.it
Pensate un po’: per celebrare al meglio questo speciale alimento si è deciso di dar vita ad un vero e proprio museo.
Tra le mete culinarie più amate del Mediterraneo, la Sicilia si distingue per un patrimonio gastronomico che non conosce eguali. L’isola non è soltanto un luogo da visitare: è un viaggio nei sapori, un’armonia di profumi, colori e tradizioni che cattura ogni palato. Il cibo in Sicilia non è solo nutrimento, ma cultura, identità, passione.
In ogni angolo dell’isola si scoprono prodotti unici, spesso legati a piccole comunità che custodiscono ricette antiche e tecniche di lavorazione tramandate di generazione in generazione. Pensiamo al pomodoro di Pachino, celebre per la sua dolcezza e il colore intenso, diventato simbolo della cucina italiana nel mondo. O alle arance rosse di Sicilia, con la loro inconfondibile pigmentazione e la freschezza che le rende uniche al mondo.
La Sicilia è anche la terra del pistacchio di Bronte, dell’olio extravergine dei Monti Iblei, dei capperi di Pantelleria, del caciocavallo ragusano e del tonno rosso del Mediterraneo. Ogni ingrediente è una celebrazione della biodiversità e della ricchezza agricola dell’isola. Anche il settore dolciario è una colonna portante della tradizione: il cannolo siciliano, la cassata, la granita con brioche, i frutti di martorana, le paste di mandorla, e persino i panettoni artigianali siciliani stanno conquistando sempre più estimatori a livello nazionale e internazionale.
Impossibile poi non citare il cioccolato di Modica, preparato ancora secondo l’antica ricetta azteca con una lavorazione “a freddo”, le conserve di pomodori secchi, i mieli dell’Etna, e i vini siciliani come il Nero d’Avola, il Cerasuolo di Vittoria, il Marsala e il Passito di Pantelleria. Un universo enogastronomico che racconta di una Sicilia produttiva, creativa e sempre più apprezzata nel mondo.
Nell’isola c’è poi un’eccellenza… senza rivali
Tra i simboli più importanti dell’agricoltura siciliana c’è senza dubbio la mandorla, frutto che affonda le sue radici nei secoli e che rappresenta una delle produzioni più preziose dell’isola. La Sicilia produce circa l’80% delle mandorle italiane e vanta alcune delle varietà più pregiate a livello internazionale. Nel 2020 si sono registrati più di 31.000 ettari coltivati e oltre 500.000 quintali di produzione.
Il cuore pulsante di questa attività è la provincia di Agrigento, con 130.200 quintali raccolti da impianti distribuiti su 10.000 ettari, per una resa media di oltre 13 quintali per ettaro. Una tradizione agricola che ha portato a uno dei progetti culturali più importanti del territorio: la nascita del Museo della Mandorla Siciliana a Favara. La cittadina, nel cuore dell’Agrigentino, è considerata un punto strategico per la valorizzazione della mandorla. Non a caso, è il paese d’origine dell’agnello pasquale, uno dei dolci più antichi della tradizione, fatto di pasta di mandorla con cuore di pistacchio e decorazioni artigianali. Un prodotto che unisce arte e sapienza dolciaria.

E qui siamo nella patria dell’agnello pasquale e del Museo della mandorla
Ma passiamo a quel che è stato creato, a proposito dell’eccellenza isolana: il Museo della Mandorla Siciliana è stato inaugurato appena pochi anni fa, ma ha già conquistato l’interesse di studiosi, turisti e appassionati. Creato dall’associazione Marzipan, il museo è anche sede del Distretto del Cibo Bio Slow Pane e Olio, riconosciuto ufficialmente dal MIPAAF. Il percorso museale racconta la storia del mandorlo, le fasi della coltivazione e raccolta, e include anche degustazioni di prodotti come la cubaita e il latte di mandorla. Tra cultura, arte e cibo biologico, il museo offre anche una vetrina sulle altre eccellenze siciliane come vini Dop e Igp, conserve, marmellate, farine, biscotti artigianali, cioccolato e persino saponi vegetali. Un luogo che coniuga tradizione e innovazione, dove il visitatore può toccare con mano la qualità del territorio.
Il museo espone ben 180 varietà di mandorle catalogate, tra cui le rare alaimo, aragona, calamonaci, cuti, pizzuta, texas e molte altre. Ogni varietà racconta una storia diversa, legata alla terra, al clima, alle mani dei contadini che da secoli coltivano questo frutto prezioso. Oltre alla parte espositiva, il museo offre anche uno spazio cucina dove è possibile partecipare a corsi di cucina siciliana, laboratori didattici e degustazioni guidate. L’edificio che ospita il museo, un’antica rivendita di mandorle del primo Novecento, conserva il fascino del passato pur aprendosi al futuro. Si propone come un vero e proprio hub culturale, dove la mandorla non è solo un frutto, ma un simbolo di identità, eccellenza e orgoglio siciliano.